Nostalgie di un pioniere del web

Schiaffeggio la vecchia sveglia, eredità di mia nonna; sono in ritardo al lavoro e intanto penso a questo scorcio di secolo e millennio. Siamo nel 1999, il 1º gennaio è nato ufficialmente “Euro”, la nuova moneta europea. Tra tre anni sostituirà le valute degli 11 paesi che vi hanno aderito.

Rifletto sul fatto che Michael Jordan, si è ritirato dal basket, a quasi 36 anni, ma il mio pensiero va a Melissa, il macrovirus che sta mettendo a tappeto aziende ed utenti come me (creato dal programmatore statunitense David Smith, diffuso il 26 marzo 1999, ha causato danni per circa 1,3 miliardi di euro ed è considerato il virus con la più alta diffusione di sempre, fonte Wikipedia). 

Aspetto con ansia l’uscita in Italia del film “Matrix”: dicono sia un capolavoro! L’ha scritto anche MasterJack64, sul forum di Altervista, e se lo dice lui, ci credo: è un’autorità della cinematografia d’avanguardia! Leggo il suo post mentre sto scaricando musica su Napster: mi sento un po’ come se stessi rubando gioielli dalla corona, e quasi onnipotente… Scrivo sui miei forum preferiti ed ho un blog su Splinder, anche se Paola mi dice che ha grafiche così agghiaccianti da sembrare disegnate da un Picasso col torcicollo!

Aprile 2025

Sono invecchiato, lo vedo dalle immagini su Google Photo, che mi propone il me stesso negli anni: agghiacciante! Ho uno smartphone senza tasti, e ricordo il mio vecchio Pentium II che, in garage, si nasconde per la vergogna. Alexa, un’entità disincarnata risponde a domande e accende la luce con la stessa facilità con cui, un tempo, io imprecavo contro il modem 56k per far partire una connessione più lenta di un bradipo in pausa pranzo. Provo a cercare un forum per discutere di complotti sugli Ufo, ma ora si fanno dirette su TikTok e si litiga su Twitter (ops, scusate, X!), si usano le newsletter, e nessuno legge più di 280 caratteri alla volta senza lamentarsi. I download? Ora si può ascoltare qualsiasi cosa, legalmente! Spotify mi sembra un miracolo degno di un episodio di XFiles. E il WiFi? Ovunque, come l’aria. Niente più cavi chilometrici e sudori freddi per scaricare una canzone in sei ore.  Si, cavolo, lo ammetto: mi manca il brivido del “Copia e incolla il codice HTML”, e alla fine, c’è qualcosa di poetico nell’essere un pioniere dell’Internet selvaggio! 

Ora, però, corro al lavoro, mentre cerco di capire con Chat GPT come far funzionare un account Google, senza farmi tracciare anche il battito cardiaco.

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Pubblicato da Francesco Bindi

Francesco Bindi è formatore e divulgatore informatico, dal 1995. Lavora con scuole di vario ordine e grado, enti pubblici, aziende. Nel suo canale YouTube WEBindi, propone interviste a personalità di vario genere, sul loro utilizzo del web. Le stesse son o sulla pagina Facebook omonima.