Orietta Berti, ottant’anni di vita, sessant’anni di onorata carriera artistica costellata di grandi successi e tanto amore ricambiato verso il pubblico che ancora oggi la premia nelle classifiche discografiche 2023 con il singolo “La discoteca italiana” con Fabio Rovazzi che segue due anni dopo l’exploit con “Mille” interpretato con Fedez e Achille Lauro.
Ma come è iniziato il tuo percorso artistico?
Partecipai ad un concorso di giovani cantanti dove ho incontrato Giorgio Calabrese, autore. Da quell’incontro è nato tutto, mi portò a provare nelle varie case discografiche fino al primo contratto discografico. Una suora belga Suor Sorriso cantava in francese ed in inglese delle canzoni religiose e mi proposero di cantarle in italiano. Fu un successo che mi portò nel 1965 a “Un disco per l’estate” che vinsi con “Tu sei quello”.
Nel 1970 hai inciso “Fin che la barca va”…
Non avrei immaginato un tale successo. Sembra una canzoncina ma in realtà ha una sua morale, quella di accontentarsi di quello che si ha, senza dover ricercare chissà che cosa.
Hai sempre cantato un repertorio molto vario.
È stata la ma ricchezza, a Canzonissima o al Festival di Sanremo ho portato canzoni molto intense come “Quando l’amore diventa poesia” per poi in estate proporre canzoni più allegre, quasi sempre scritte da Pace, Panzer e Pilat. In ogni caso hanno sempre riscontrato un grande consenso di pubblico indipendentemente dal piazzamento nei concorsi. Ho inciso anche alcuni album folk con le canzoni della mia terra. Erano canzoni molto popolari, dei contadini, della gente semplice che ebbero molto riscontro anche in un pubblico attento alle tradizioni.
Hai rinunciato ad interpretare “Grande amore”?
Francesco Boccia me l’aveva proposta e gli ho detto che un motivo come quello, se cantato da Il Volo sarebbe stato un grande successo e così è stato. Nel 2021 ho cantato a Sanremo una canzone dello stesso autore “Quando ti sei innamorato” ed è andata benissimo. È come se l’avessi scritta io perché parla di un incontro che poi diventa un amore che dura tutta la vita.
Quanto conta una stabilità di coppia nel tuo lavoro?
Ho sempre avuto vicino mio marito Osvaldo, è stato anche mio manager, autista, produttore, consigliere prezioso. Avere accanto chi ti vuole bene, e fa quello che va meglio per te, è stata ed è una cosa meravigliosa. Abbiamo poi due figli fantastici, Omar e Otis.
Quale il segreto del tuo successo?
Un grande amore e rispetto verso il pubblico. Già dagli anni Sessanta, come altri cantanti, sono entrata nel cuore della gente che si affezionava a te grazie anche alle partecipazioni a trasmissioni televisive dove la musica era la protagonista e che duravano diversi mesi. Anche adesso ho un pubblico che mi segue di ogni età, anche di giovanissimi attraverso i social.