Paolo e Francesco: “Attenti a quei due”

Paul Church e Francesco Bindi (ph. Giuseppe Facchini)

“L’umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere la storia avrebbe seguito un altro corso”. Oscar Wilde ci aveva visto lontano già alla fine dell’800 e oggi più che mai l’ironia (intesa anche come autoironia), è merce rara, ha il profumo di un piatto prelibato, immersi come siamo in un effluvio acre di risentimenti, individualismo, nichilismo e via con una sfilza di deplorevoli “ismi”.

E quindi la domanda è: siamo ancora capaci di intercettare ascolto attraverso i social nel mare magnum del web e di confrontarci tra amici con garbo e un po’ di autoironia, senza altro scopo se non il puro piacere di conoscerci e scoprire reciproche affinità da trasmettere al mondo con una riflessione, o uno stimolo culturale?

Ci hanno provato due collaboratori del nostro magazine, Paul Church (per gli amici, Paolo Chiesa) e Francesco Bindi, con “Attenti a quei due”, un format che imperversa su Facebook, Youtube e su altre piattaforme social, con tanto di sigla dell’omonima serie con Roger Moore e Tony Curtis, nata con una equazione matematica, “2 conduttori, 4 chiacchiere, 8 minuti”. Due simpatici giocherelloni, tutto qui, saremmo indotti a pensare, ma anche no, se le visualizzazioni di questo minuscolo network continuano a salire e soprattutto se in poco più di otto muniti si riesce a disquisire di arte, musica, cinema, teatro, ma anche calcio, emozioni e libri.

UN TITOLO D’AUTORE
“Attenti a quei due” è una serie britannica anni ‘70, con Tony Curtis e Roger Moore nei panni di due playboy investigatori che risolvono casi internazionali con astuzia, humor e azione

Come nasce l’idea e con quali aspettative?

Francesco. È iniziato tutto per caso, ci divertivamo a pensare ad un momento di leggerezza, lavorando sulla struttura e abbiamo iniziato a conoscerci sempre di più. Siamo partiti un anno fa, cercando di migliorare la formula che avevamo impostato, ma aspettative zero, di nessun genere.

Paolo. In realtà Francesco aveva già un canale YouTube sul quale operava e confrontandoci con assiduità sulla voglia di “volare alto”, ma anche basso, per non apparire cattedratici, o fuori luogo, siamo arrivati a calibrare il tutto cercando di avvicinarci il più possibile anche al comune sentire, alla vita di tutti i giorni, sfruttando i contatti su WhatsApp per avere un primo riscontro di pubblico.

Su quali canali social siete presenti e con quali percentuali?

F. Siamo su Facebook, TikTok, Instagram e YouTube, con una percentuale di visualizzazioni decisamente più alta su Facebook. Per quanto riguarda la post-produzione ho sfruttato le competenze del mio lavoro, come formatore e consulente all’utilizzo di internet sia in ambito pubblico che privato. Ed è stato sempre un crescendo, man mano che ci si appassionava alla cosa implementavamo nuovi elementi, ad esempio il quiz da lanciare alla fine di ogni puntata, la risoluzione viene sempre data durante la puntata successiva. 

P. Poi abbiamo anche pensato ad invitare degli ospiti, che personalmente riesco a coinvolgere grazie al mio lavoro alla Cooperativa CS4 di Pergine. Facciamo realizzare delle brevi clip che poi Francesco inserisce nel video e devo dire che questo espediente ha molto contribuito ad alzare il numero delle visualizzazioni, non soltanto dal Trentino, Francesco infatti è toscano e quindi peschiamo un po’ in tutta Italia.

A proposito di autoironia, la trovata geniale, che ha fatto un po’ la differenza rispetto ad altre esperienze simili, sono le vignette su cosa uno di voi pensa veramente quando parla l’altro.

F. È stato molto divertente anche per noi, un espediente che rientra in tutta quella formula breve, che vuole essere anche un po’ scanzonata, senza un elemento di leggerezza la brevità avrebbe potuto sembrare un “tagliare corto”, mentre così la struttura regge bene anche sulla brevità.

P. Diciamo che tutto si tiene anche per la profonda conoscenza che Francesco ha dei social e delle loro dinamiche, per quanto mi riguarda credo che la cosa stia funzionando anche grazie ad una buona sintonia e nell’avere molti interessi in comune.

Ci avete raccontato che le visualizzazioni sono parecchie ma dando un’occhiata alle puntate su Facebook i “like” e i commenti non sono molti.

F. Vero, poi però accade che incontriamo al supermercato dei perfetti sconosciuti che ci fermano, ci riconoscono e affermano di seguire le nostre puntate. Da toscano ho dato una mia spiegazione della cosa legata al fatto che in Trentino c’è sempre un po’ di ritrosia ad esporsi, a scrivere, commentare. 

P. Allora approfittiamo dell’opportunità di questa intervista per ringraziare il nostro pubblico conosciuto e sconosciuto e invitare tutti coloro che ci seguono e speriamo ci seguiranno, a commentare, oppure a scriverci. Per chi volesse mandare richieste, opinioni, ma anche critiche o suggerimenti in forma privata, su ogni puntata compare l’indirizzo e-mail. Saremo felici di rispondere”.

Paolo e Francesco sono due persone piacevoli, positive, ricche di quella sana curiosità, voglia di amicizia e di relazioni che nei millenials e nella generazione Z si sono andate spegnendo, ma che usando i social come strumenti per piacevoli scambi e non come arene di scontro, si possono ancora recuperare con soddisfazione.

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Pubblicato da Elena Baiguera Beltrami

Le voci e i volti di montagna sono il pane e il companatico, letteratura, scrittura e ambiente alpino orizzonti di esplorazione fisica e mentale. Giornalista e autrice ha scritto il romanzo “Corrispondenze” (Albatros ed.), vive e respira comunicando e condividendo, passioni, riflessioni e testimonianze.