Un amore drammatico, tormentato, a volte, contraddittorio quello che vissero Alberto Moravia e Elsa Morante.
Entrambi appartenenti alla stessa generazione, entrambi nati a Roma; quando conobbe Elsa, Alberto aveva superato la tubercolosi ossea. Apparteneva a una famiglia borghese e poteva annoverare tra i suoi successi anche quello del suo primo romanzo, “Gli Indifferenti”. Elsa Morante, invece, veniva da una famiglia più modesta e sopravviveva scrivendo articoli per diverse riviste.
Lui decise di sposarla il 14 aprile 1941: nessun anello di fidanzamento, solo un mazzolino di mughetti.
Dopo la guerra le condizioni economiche dei due vanno via via migliorando, ma il loro rapporto continua a essere tormentato: “Le coppie di letterati sono una peste” scrive Elsa a un’amica.
Dopo ventisei anni di matrimonio si lasciano definitivamente: Moravia conosce Dacia Maraini che sarà sua compagna fino al 1976, mentre Elsa ha prima una breve relazione con Luchino Visconti e poi con il pittore americano Bill Morrow, che si suiciderà gettandosi da un grattacielo a New York.
Lei non avrà altre relazioni e morirà sola nel 1985. A tal proposito, Moravia racconterà: “Ho appreso la morte di Elsa a Bonn, dove mi trovavo per un’inchiesta giornalistica. Tornai a Roma in tempo per il funerale, andai a vedere la salma esposta nella bara. Il viso di Elsa negli ultimi anni si era trasformato nel senso di una vecchiaia un po’ funesta. Con la morte era tornato a un aspetto quasi infantile, sereno, forse sorridente. Nella corsa del carro funebre i fiori, probabilmente male assicurati alla corona, volarono via uno dopo l’altro e andarono a schiacciarsi sull’asfalto: quei fiori che volavano via tra il carro funebre di Elsa e la mia macchina mi fecero un’impressione delirante e simbolica: così era volata via Elsa dalla mia vita”.
Lo scrittore, invece, morirà nel 1990.