Poliamore e polli in amore

Se c’è una cosa su cui la religione cattolica e l’evoluzionismo concordano è che il senso e lo scopo della pulsione sessuale è quello di realizzare la nascita di un nuovo essere. Tuttavia da tempo immemore l’uomo e la donna hanno cercato vari espedienti per disgiungere la sessualità dalla riproduzione, per ottenere piacere senza impegnarsi in una relazione, in una gravidanza e nell’allevamento di un figlio. D’altra parte in tutte le epoche e in varie parti del mondo troviamo prove della diffusione di relazioni omosessuali, siano esse osteggiate o tollerate o celebrate, come nell’antica Grecia. 

Amore oltre il desiderio: un bisogno umano profondo

Ma c’è almeno un altro concetto su cui la religione cattolica e l’evoluzionismo sono concordi: le unioni amorose tra due persone non possono essere ridotte alla ricerca di un partner sessuale. Non è (solo) di questo che abbiamo bisogno. Non è (solo) per questo che siamo fatti. Siamo fatti anche o soprattutto per amarci a vicenda – di un amore erotico, sì, ma anche come amici, come genitori e figli, come umani tra gli umani e come umani in rapporto con la trascendenza. 

Nonostante le evidenti differenze di priorità e accenti tra la prospettiva etica e dottrinale del Vaticano e quella che ispira le osservazioni scientifiche di storici, filosofi, psicologi, antropologi, sociologi e altri studiosi del comportamento amoroso, è evidente a tutti l’urgenza umana di legami di affetto reciproco, calore, protezione, fiducia, solidarietà, collaborazione leale. Questo è il terreno sul quale nella coppia e nella famiglia si dovrebbero consumare i rapporti sessuali. Ma ognuno di noi sa, se è capace di guardarsi dentro, quanto fatica ad armonizzare le propensioni e i bisogni spirituali, etici e affettivi con le spinte sessuali, senza finire in qualche modo per mettere brutalmente a tacere o negare, deformare, mutilare l’una o l’altra componente. 

Poliamore: un equilibrio impossibile tra libertà e gelosia

Tra gli esperimenti che si fanno ai giorni nostri per cercare la quadra in amore, c’è quella del cosiddetto poliamore. Questa parola altisonante, farebbe pensare a un amore che ha diversi oggetti. Ma per poliamore si intende, in sostanza, una sorta di accordo tra più persone in cui a ognuna o ad alcune di esse viene riconosciuto esplicitamente e pacificamente il diritto di avere rapporti sessuali con più persone coinvolte nell’accordo. Il diritto di provare affetto e simpatia e intrattenere relazioni amichevoli con più persone – sancito in alcune definizioni di poliamore – non avrebbe bisogno di riconoscimento, credo, anche se in realtà viene negato in alcune relazioni dominate dal possesso. Il sentimento non può essere oggetto di un accordo. Quindi, in ultima analisi, è di sesso che si parla nella definizione di relazione poliamorosa, e non di affetti, dato che gli accordi disciplinano le azioni, non i sentimenti. L’amore-passione non può essere imbrigliato con un contratto. Né quello matrimoniale, né quello poliamoroso. Infatti tradimenti e gelosie, anziché scomparire, come forse spera colui o colei che si crede poliamante e poliamato/a, si moltiplicano in una sorta di nemesi, rendendo policornute ed esponenzialmente sole e confuse le vittime del poliamore, che a questo punto si scoprono “polli in amore”. Non basta dire “ora non sarò geloso” per non esserlo veramente. Chi dice una frase del genere esprime, nella migliore delle ipotesi, solo un’intenzione; ma è praticamente impossibile non temere la perdita di una persona che è davvero speciale – il che equivale a esserne gelosi. Le azioni dettate dalla gelosia si possono, a fatica, controllare, ma la sofferenza che accompagna la perdita di attenzione da parte di una persona speciale – per non dire il tradimento palese perpetrato nel gruppo poliamoroso! – può essere straziante. Credere alla capacità propria o altrui di non essere gelosi in generale è ingenuo; nessuno può sapere come reagirà in circostanze nuove. 

la chimera di una felicità a buon mercato?

Chi ha creduto nel poliamore e ci si è scottato resta confuso. La confusione deriva dal fatto che, credendosi liberi nel pensiero e nel comportamento amoroso, in realtà ci si fa irretire da una chimera, partorita da una velleità egoistica di infinita soddisfazione a buon mercato. Qualcuno crede di risolvere le frustrazioni, le fatiche e i dolori del rapporto con una persona rapportandosi con più persone, in ognuna delle quali si crede di avere conservato il “buono” della relazione amorosa (il sesso e la leggerezza) e gettato via il “cattivo”. Del buono e del cattivo ci si è fatta una vaga e superficiale idea nelle eventuali relazioni precedenti, o mediante quella chiara e infallibile accademia di vita che è Internet, la voce di schiere di imbecilli, come la definì Umberto Eco. Il ragionamento è: 

– negatività (impegno, rinunce, fatica) 

+ positività (sesso con più persone) 

= maggiore felicità

I fautori del poliamore pretendono di aver trovato l’uovo di Colombo. “Ah! Società stupida e cattiva che ci impone la monogamia con il lavaggio del cervello! In realtà tutti i mammiferi sono poligami [questo l’hanno letto su Instagram], noi siamo mammiferi, ergo noi siamo poligami. Ecco la nostra vera natura! Soluzione trovata; perché non ci avevo pensato prima?!”. Invece – sorvolando sulla solidità di tali cognizioni zoologiche e antropologiche – il ragionamento corretto dovrebbe essere:

+ relazioni 

= maggiori problemi 

(incomprensioni, delusioni, gelosie).

L’illusione dell’amore condiviso

Se gli aspiranti poliamorosi scappano da una relazione monogama in cui non si sentivano amati, troveranno probabilmente ancora meno amore in un gruppo di relazioni poliamorose, dove ognuno per definizione può non avere un solo oggetto di amore e dove c’è il forte sospetto che la motivazione di fondo sia egoistica, più ancora che altruistica. Non è che queste persone hanno talmente tanto amore da dare che gliene avanza (come potrebbe avvenire, per esempio, in una coppia che decide di mettere al mondo e di accudire, crescere e educare un figlio); è che non ne hanno per nessuno. Quindi, tendenzialmente, quanto alle cure e attenzioni che è possibile ricevere, “amore monogamico” > “poliamore”. Se un membro del gruppo ha più amanti, il suo tempo e le sue attenzioni andranno in linea teorica divise. E se anche riversasse su di te tante cure e attenzioni, a te verrebbe da detrarre da tutto ciò, da considerarlo solo una manifestazione esteriore dell’amore, una recita, un’ipocrisia, un guscio vuoto o persino un monte di sterco, nel momento in cui (supponiamo che tu sia un uomo e lei una donna) le telefoni e le dici: 

“Ciao, amore, che fai stasera, ci vediamo?”. 

E lei: “O, luce dei miei occhi, mi piacerebbe tanto, lo sai! Ma non posso. Stasera viene qui Claudio a fare sesso. Te lo dico perché noi dobbiamo essere trasparenti e sinceri. Sai, Claudio mi ha detto che è molto eccitato e che gli manco tanto. Non vorrei deluderlo! Noi abbiamo cura dei sentimenti dei nostri partner. E poi, te l’ho detto, lui ha un modo tutto speciale di farmi sentire donna, mi fa venire i brividi. Mi rifaccio viva io quando mi va veramente, ok? Buona serata”. 

libertà apparente e fragilità dei legami

Sento alcuni difensori del poliamore dire: la coppia non funziona, la coppia si disfa. Verissimo. Un pò per cattivo assortimento della coppia, un po’ perché non ci si conosce (né sé, né il partner), un po’ perché è difficile e non si sa come fare, un po’ perché non ci si impegna abbastanza (o non ci si prova nemmeno), di fatto è difficile far durare un rapporto amoroso. Le intenzioni dichiarate esplicitamente, come nella formula del matrimonio, o implicitamente vengono ritrattate o smentite dai fatti. Quanto sono stabili invece i gruppi poliamorosi? Leggo che sono molto instabili e non me ne meraviglio affatto perché l’inaffidabilità di un gruppo è superiore a quella di una persona. Benché la cosa a me paia paradossale, anche nei gruppi poliamorosi c’è un impegno reciproco che stabilisce quali sono i partner sessuali ammessi e, aumentando il numero di persone coinvolte nel patto, aumentano le probabilità di violazioni. Anche nella coppia amorosa classica le due persone, quando si promettono fedeltà reciproca, lo fanno con entusiasmo inizialmente, non per un obbligo esterno, ma perché pare l’unica cosa desiderata. Poi le cose possono cambiare nel tempo. Ma come possono cambiare lì, a maggior ragione possono cambiare nel gruppo di poliamanti.

Leggo che esistono i poliamori “a V”, dove ad A viene riconosciuto il diritto di avere rapporti sessuali con B e C, mentre B e C si impegnano ad avere rapporti solo con A. Nello stesso scritto, leggo che i rapporti poliamorosi si basano sul rispetto reciproco. Mi chiedo come le due cose possano accordarsi. 

In definitiva il poliamore, qui e oggi, mi pare una pia illusione. Chi vi aspira si aspetta di trovarvi una spensierata varietà sessuale accompagnata da meno impegni rispetto a un rapporto di coppia che aspiri ad essere esclusivo. Regge al poliamore chi è abituato ad arraffare sesso impersonale senza curarsi veramente dei sentimenti degli altri. Regge una persona cinica, priva di scrupoli, cui le gioie dell’amore sono precluse. Regge chi riesce a imporsi di non innamorarsi di nessuno; altro che poliamore, qui risalta il tentativo di amare solo se stessi, un’altra illusione – frutto di una propaganda propagandata per liberazione – che prima o poi nella biografia individuale tende a crollare.

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Pubblicato da Gabriele Lo Iacono

Ama leggere, riflettere, parlare e scrivere sulla vita umana e su ciò che le conferisce senso, esplorando il piacere e la sofferenza. Ha scritto diversi articoli, in parte disponibili sul suo sito e blog. Oltre a essere psicoterapeuta, si occupa anche di traduzione di saggi psicologici, mantenendosi aggiornato sugli sviluppi recenti in psicologia, psicoterapia, psichiatria e neuroscienze. Apprezza camminare in montagna, ma la sua vera passione è l’acqua, e nuota regolarmente da più di dieci anni. Ha unito l'amore per il nuoto, la scrittura e la psicologia, scrivendo un romanzo autobiografico e un saggio sul nuoto come meditazione di consapevolezza. Nel tempo libero, si dedica al disegno, alla pittura e alla lavorazione dell'argilla. Adora il legno e il suo odore, e realizza oggetti in legno nella sua piccola falegnameria, come librerie e scatole. Tuttavia, ciò che considera davvero importante sono gli amici, gli affetti e le relazioni.