Popolo coraggioso, potere grottesco

Ventesimo giorno di guerra. La donna del giorno è senza dubbio Marina Ovyannikova. Giornalista del Primo canale, il megafono della propaganda del Cremlino. Padre ucraino e madre russa. Ieri, in diretta durante il telegiornale si è presentata alle spalle della conduttrice Ekaterina Andreeva urlando “Fermate la guerra! No alla guerra” e mostrando un cartello con su scritto “Non credete alla propaganda, qui vi mentono”.

È stata subito arrestata. Certamente applicheranno con mano pesante la nuova legge speciale approvata in gran fretta il 4 marzo che permette di condannare a una pena fino a 15 anni chi manifesta la sua opposizione alla guerra. Donna coraggiosa.

Coraggiosi sono anche gli altri arrestati. Oramai atti individuali di dissenso, non più manifestazioni, neppure “passeggiate”. Ma anche un potere grottesco: arrestato un ragazzo con un cartello in cui vi erano disegnati tre e cinque asterischi (che alludono alle due parole “net voina”, no alla guerra), arrestata una ragazza con un piccolo cartello in cui si leggeva “dva slova”, due parole, sempre “quelle”. E addirittura arrestata una ragazza con un semplice foglio bianco.

Perché i russi non possono parlare di guerra ma debbono dire “operazione militare speciale”, esattamente come Putin aveva imposto di non nominare Aleksei Naval’nyi, l’oppositore che prima ha cercato di fare assassinare e poi arrestare quando rientrò nel suo paese.

Putin minaccia di prendere le città assediate, Washington cerca di impedire che la Cina di Xi Jinping vada in suo soccorso. A quanto sembra, le truppe di invasione stanno pagando un prezzo alto sul campo.

Quella di Mosca, da guerra di aggressione, giorno dopo giorno si è trasformata in una guerra di annientamento della popolazione ucraina che resiste, che non intende piegarsi all’occupante.

Kyiv, la capitale, come molte altre città dell’Ucraina, è stata martellata dai cannoni e dai missili della Russia. Colpiscono indiscriminatamente, ma soprattutto obiettivi civili, non militari, a partire dalle case di abitazione.

La russofona Khar’kiv, seconda città dell’Ucraina, è devastata. In allegato a questa mail trovate alcune fotografie: non sono scene di qualche film post-apocalittico: è il centro della città. Mariupol, poi, è un vero e proprio inferno.

Dove arrivano le truppe russe prende il via una pulizia etnica, che investe la popolazione che non è riuscita a fuggire. A Volnovakha, rasa al suolo, le persone sono state costrette a cambiare in rubli il denaro ucraino, poi sono state iscritte nei registri dell’autoproclamata “repubblica” di Donets’k. Infine gli abitanti hanno dovuto scegliere se appoggiarsi ad amici o parenti nel territorio già controllato dai russi oppure trasferirsi fino a Rostov-sul-Don, direttamente in Russia. 

Si tratta di un massiccio spostamento di popolazione. A Mariupol la popolazione è stata semplicemente prelevata dai soldati, caricata su mezzi militari e portata via.

Quella in corso non è solo una guerra di distruzione contro l’Ucraina. Si tratta di un attacco all’occidente e all’ordine internazionale.

Nella visione di Putin l’Occidente, l’Europa è divenuta un conglomerato di popolazioni disposte a cedere pur di non rinunciare a un minimo del benessere e delle comodità consolidate: è il “il marcio Occidente”. Non bisogna dimenticare che Putin è un seguace di Ivan Il’in, un filosofo russo della prima emigrazione, dapprima ammiratore di Mussolini e successivamente di Hitler. Il’in, citato più volte da Putin nei suoi discorsi, preconizzava per una Russia liberatasi dal comunismo una forma autoritaria di potere

Putin calcolava di dividere gli europei e di dividere l’Europa dall’America. Ancora non vi è riuscito. Anzi, ha ottenuto l’effetto opposto. Durerà?

Di tutto questo se ne discuterà oggi, mercoledì 16 marzo 2022, alle 17,30 a Trento, nella Sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina 1), nell’incontro-dibattito “La guerra in Ucraina” organizzato dalla Biblioteca Archivio del CSSEO. Intervengono Giovanni Kessler, Fernando Orlandi, Alessandra Russo e Davide Zaffi.

In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione all’incontro-dibattito è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare la mascherina FFP2.

L’incontro-dibattito può essere seguito on-line sulla piattaforma Zoom al seguente link:

https://us02web.zoom.us/j/87632255527

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