Quei quattro sulla strada

Mi sono avvicinato alla musica rock alla fine degli anni 70. Era un’epoca di transizione; in una piccola città non ci si divideva per “bande” (i punk di qua, i tardo-freak di là, i metallari laggiù in fondo), potevi passare tranquillamente da Eric Clapton e Pink Floyd a Clash e Talking Heads. Forse, il discrimine era solo la disco music.

Io per ragioni generazionali mi sentivo attratto dal nuovo, dalla New Wave. Ma se qualcuno metteva sul piatto 4 Way Street di Crosby, Stills, Nash & Young, rimanevo incantato. Beh, certo: era un disco magnifico. Uscito nel 1971 – oggi festeggia i 50 anni – veniva dritto dall’epoca hippie, dalla West Coast, dal cuore della controcultura e del country-rock. Sapeva di pace, amore e musica, valori di cui C.S.N.& Y. assieme a Joni Mitchell, Grateful Dead, Jefferson Airplane e qualche altro, erano i profeti. 

Questo doppio album dal vivo, registrato fra New York, San Francisco e Chicago, non contiene quindi solo delle grandi canzoni; fotografa lo zenith di una stagione irripetibile. In cui si poteva cantare senza imbarazzo un verso come “we can change the world”, noi possiamo cambiare il mondo. Poco importa se i C.S.N.& Y. erano un supergruppo attraversato da grandi tensioni, e si sarebbero sciolti di lì a poco, anzi, prima ancora dell’uscita del disco; Neil Young tornando alla sua fortunata carriera solista, che avrebbe inanellato perle come Comes a Time e Rust Never Sleeps, gli altri tre alternando lavori assieme ad avventure in solitaria.

Dei due album, uno raccoglie la parte acustica dello show, l’altro quella elettrica. Nella prima, brillano gli impasti vocali e in particolare alcuni gioielli di Nash, Chicago, Teach Your Children, Right Between the Eyes. Nella seconda si stagliano le “cavalcate” chitarristiche di Stills e Young, e un brano, su tutti, Ohio, scritto da Neil Young dopo l’uccisione di 4 studenti dell’università di Kent da parte della Guardia Nazionale, mandata dal presidente Nixon (esplicitamente nominato nella canzone) per sedare le proteste contro la guerra in Vietnam. 

Sì, una stagione irripetibile. Una decina di anni dopo questo disco, Stills comparve allo stadio Druso di Bolzano con la Carovana del Mediterraneo, curiosa proposta che metteva assieme anche Angelo Branduardi e un altro ex di Woodstock, Richie Havens. Serate così ci mancano.

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.