Striscia. Bip. Suono metallico. Striscia ancora. Shuuump. Suono a risucchio. Ultima porta aperta. Questa la procedura per entrare nel quartier generale dell’Agenda 2028, nei sotterranei appena scavati di Piazza Mostra. Le informazioni qui di seguito sono state reperite grazie ad una talpa che la redazione di TM ha dentro all’organizzazione capeggiata e foraggiata dalla Triplice Alleanza formata, come si vocifera, dalla Santa Provincia autonoma di Trento, dalla curia trentina e dalla Bottega del kebab. Molti di voi potranno sbellicarsi dalle risate alla lettura di una tale improbabile alleanza. Beh, cari lettori, c’è ben poco da ridere. Ogni componente della Triplice ha ben chiaro in mente il suo ruolo. Partiamo dal più improbabile: l’amata Bottega del kebab. Assoldati dalla stessa Pubblica Amministrazione, convinti dalla promessa di poter diventare una potenza a livello prima provinciale, poi nazionale nella vendita della succulenta pietanza mediorientale, hanno aderito all’agenda 2028 senza riserve. Il loro ruolo? Beh, quello che gli riesce meglio: vendere succulenti kebab. Buoni, deliziosi e brillanti. Ma state attenti alle loro uova. Purtroppo non si riesce a sapere di più.
La Curia agisce sul piano spirituale. Compito loro infatti è preparare le menti trentine a quello che avverrà dopo il 2028, tra un miserere e un’estrema unzione. E poi c’è il sapiente burattinaio, l’Ente Pubblico, la Provincia Autonoma di Trento. È dai loro uffici che pare tutto sia partito. Chi scrive non intende esprimere un giudizio sul progetto Agenda 2028. Per quanto infatti si tratterà della fine del mondo per come lo conosciamo, non è detto che sia una cosa negativa. Anzi, non può che essere positiva viste le condizioni in cui versa il nostro pianeta oggi. È anzi un’idea strabiliante quella di provare a cambiare le cose in maniera non convenzionale, abbandonare (anzi, BRUCIARE) i seggi e la burocrazia e abbracciare il mondo che lavora un piano sotto ma che sta dieci metri sopra di noi.
Cosa? Chiacchiere di un folle? Va bene, va bene. Visto che sono chiacchiere di un folle, spiegatemi allora come è possibile che il 30 maggio scorso centinaia di automobilisti abbiano lasciato l’autostrada A22 per riversarsi nella ridente città-yogurteria che risponde al nome di Vipiteno. Su! È accaduto soltanto perché uno stupido telefono ha detto loro di fare così?! E ancora, spiegate al folle in questione come mai il 5 giugno sono piovute mele sempre sull’autostrada A22 tra Rovereto e Ala. I soliti scettici diranno che si è semplicemente rovesciato un camion. Beh, signori, io come San Tommaso non credo alle dicerie. Vedo solo un manto di mele sull’asfalto e centinaia di lobotomizzati che sono più propensi a credere ad un telefono che a esperti plurilaureati.
Quindi io vi dico, cari lettori, continuate pure a credere alle indicazioni di Google Maps. Credete pure ai parossistici proclami dell’informazione, agli esperti che brillanti sui vostri schermi traslucidi vi indicano la retta via per la salvezza. Mangiate pure i kebab (quelli potete, ma mi raccomando: senza uova!). Ci si risente nel 2028, quando forse sarà troppo tardi per poter continuare a distruggere la vostra casa.
Firmato, il folle che chiacchiera.
Mele e navigatori
Il 30 maggio scorso, pare a causa di un malfunzionamento di Google Maps, centinaia di automobilisti hanno abbandonato l’A22 per entrare nella cittadina di Vipiteno. Il 5 giugno la stessa autostrada era ricoperta di uno strato di mele, a causa, pare, del rovesciamento di un camion. Ma le cose sono andate effettivamente così? Sono coincidenze o siamo di fronte ad un imperscrutabile, più grande disegno?