Qui salute e armonia si danno la mano

Alcuni ospiti si rilassano in giardino, in accappatoio si prendono il tepore del munifico sole d’aprile. Una pace insolita ci accoglie a Casa Raphael, storica struttura situata nel cuore di Roncegno, in Valsugana. Una pace d’altri tempi, probabilmente, dacché telefoni e social network pressanti li abbiamo lasciati fuori con il loro casino. Il primo pensiero è che a volte basta davvero poco per voltare le spalle alla frenesia; basta solo volerlo. Forse. Condividiamo queste nostre riflessioni con il direttore, Luigi La Vitola, che ci accoglie e, in modo molto professionale, ripercorre le tappe principali della storia di questo posto incantevole e unico. Anche il tono della sua voce è adeguato all’atmosfera di calma e rilassatezza estrema che si respira tra i tavolini art deco e le colonne neoclassiche della terrazza del Palace Hotel.

Un set. Un set cinematografico. Ecco cosa ci viene in mente girando per i corridoi, le stanze, i saloni del Palace Hotel. Un tempo cristallizzato sugli arredi, sulle planimetrie, ma un tempo moderno e al passo con i tempi se guardiamo ai trattamenti e alle cure qui offerte agli ospiti. Casa Raphael infatti è un rinomatissimo centro di cure mediche e di benessere unico a mondo, dove si seguono metodiche di cura antroposofica, omeopatica e fitoterapica della tradizione europea.

Era il 1920 quando proprio Rudolf Steiner, (1861-1925) esoterista e teosofo austriaco, fondatore dell’antroposofia moderna, scrisse che le acque di Roncegno sembrano proprio “preparate da un buon spirito al fine di predisporre già nella natura esterna una serie di forze capaci di giocare un ruolo favorevole nell’organismo umano…”. 

Sessantotto anni dopo, un giorno d’agosto, due medici antroposofi, Giuseppe Leonelli e Vincenzo Bertozzi, e due imprenditori milanesi, Paolo Sari e Marco Moneta, si incontrano nella splendida cornice dell’Hotel, con il suo gestore, il signor Bianchi. Il luogo è molto bello, per clima, latitudine, circondato dalle montagne. L’albergo è architettonicamente straordinario ed elegante. La gestione dell’Albergo è impeccabile e adeguata allo stile di vita della clientela. Sembra veramente il posto ideale immaginato da Rudolf Steiner all’inizio del Novecento per la messa in pratica dei suo dettami.

Nasce così la Casa di Salute Raphael, albergo, ma anche ”casa“ dove si seguiranno i principi della medicina antroposofica, omeopatica, fitoterapica e termale, grazie alle acque prestate dalla vicina sorgente arsenicale-ferruginosa di Vetriolo. Il successo ha del clamoroso. Oggi si contano qualcosa come quindicimila presenze all’anno, metà italiani e metà stranieri, tedeschi, inglesi, svizzeri e francesi, perdippiù.

Ma che si fa, dunque, in quel di Roncegno Terme? La Vitola ci illustra quella che è la settimana tipo di Casa Raphael: il cliente arriva la domenica, nel pomeriggio viene subito fatta una visita medica, il giorno successivo gli viene consegnato il libretto di cura con tutte le terapie concordate. Si fa un giro di visita alle strutture di soggiorno e terapeutiche. Al mattino bagni, aerosol, inalazioni, massaggi. Ci sono anche le terapie artistiche come l’euritmia, la pittura, il modellaggio. Numerosi gli incontri con i medici e con il cuoco, che permettono un’informazione completa e un confronto continuo con gli ospiti; il martedì il tradizionale concerto di musica classica; il mercoledì danze di gruppo. A seguire, canto corale e altre conferenze su intolleranze e quant’altro. Al sabato è prevista, se il tempo lo consente, una escursione al vicino Maso Albio, tre ettari con due appartamenti, una sorta di dependance dove c’è anche un grande orto dove si coltivano oltre mille piante diverse che poi vengono utilizzate in cucina.

E che dire, appunto, dell’innovativa cucina di Casa Raphael? Contempla solo prodotti biologici e biodinamici, forniti da cinquanta produttori diversi che la direzione conosce e frequenta personalmente. Un’attenzione quasi maniacale a quelle che possono essere le intolleranze e le allergie sofferte da alcuni dei numerosi ospiti.

Ma ripercorriamo a ritroso le vicende, facendo un salto di oltre centocinquant’anni all’indietro. Nel 1859, Roncegno era un borgo rurale del Tirolo, parte dell’impero asburgico, dove la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame erano le attività economiche principali. Non esistevano, o quasi, attività di tipo commerciale. Ogni famiglia lavorava esclusivamente per il proprio sostentamento. Vite ordinarie in una posto tutto sommato ordinario. Finché un giorno di luglio del 1856 accade qualcosa. Sul monte Tesobo, per la precisione in un luogo chiamato Valle del Diavolo, Domenico Zen, un contadino di Roncegno, nota una sorgente da cui stillano gocce di acqua rossastra. Viene chiamato subito il medico condotto, il dr. Liberato Paoli, che constata che trattasi di acqua arsenicale ferruginosa: quella che cambierà per sempre la storia di questo angolo dell’attuale Trentino.

L’idea di sfruttare questa risorsa naturale viene per primo all’intraprendente Pietro Pola che il 27 giugno 1861 inaugura il “Bagno di Roncegno”. La prima sede è l’Albergo “Moro”. Ma che proprietà hanno dunque queste acque? La risposta arriva dal nuovo medico condotto, certo Castellini, che ne certifica le potenzialità nei casi di dermatosi croniche, gotta, artriti, febbri periodiche, infiammazioni, pellagra. Nel 1876 vengono accolti settecento forestieri e somministrati undicimila bagni. Il passaparola porta il nome di Roncegno nei salotti buoni della borghesia di molte città italiane ed estere.

Un’immagine d’epoca dell’Hotel

Ma la vera chiave di volta per il Grand Hotel arriva con Francesco e Girolamo Waiz, originari di Borgo Valsugana. Figli di Alfonso, proprietario terriero, a partire dal 1878 dedicano i propri sforzi per migliorare la struttura alberghiera esistente e a valorizzare l’acqua termale, sia per i bagni che per uso idropinico. Si avvalgono di numerosi scienziati attivi in quegli anni, a cominciare dal dr. Giovanni Weiss, il direttore sanitario, per arrivare alla figura di Achille De Giovanni che dedicherà quarant’anni della sua vita alle acque del Tesobo, la cui efficacia terapeutica è oramai riconosciuta a livello internazionale. Le richieste sono tantissime e il Grand Hotel è quasi sempre esaurito. Si decide di costruire una nuova ala in stile Liberty, su progetto dell’architetto Giorgio Ciani e dell’ingegner Carlo de Pretis di Trento. Questo sforzo, anche economico da parte della famiglia Waiz, porta alla nascita dell’Hotel Palace, un edificio di dimensioni insolitamente ampie con cucine, locali di servizio, cantine e magazzini, sale da pranzo, di ritrovo e divertimento oltre cinquanta camere. Viene costruito perfino un campo da tennis, uno dei primissimi in Italia. Il numero degli ospiti cresce vertiginosamente. Arrivano da tutta d’Europa e anche oltre, dall’Egitto ad esempio. Tra gli ospiti illustri che vengono a ritemprarsi in Valsugana troviamo i nomi di Giovanni Verga, i principi Enrico, Alberto e Stefania Asburgo, il due volte Presidente del Consiglio Urbano Rattazzi e la diva Eleonora Duse.

La cucina di Casa Raphael è particolarmente ricercata e attenta a intolleranze e allergie.

La Grande Guerra, come è naturale pensare, porto distruzione anche all’Hotel Palace, segnando la conclusione della gestione della famiglia Waiz. Nel 1921, dopo due anni di lavori, grazie anche all’aiuto delle banche trentine e degli aiuti del Regno d’Italia alla neocostituita “Società Acque Minerali”, la struttura riapre sotto la guida dei fratelli Giovanni e Alfonso Froner. Il “miracolo” delle terme di Roncegno riparte, almeno fino all’inizio del nuovo catastrofico conflitto mondiale, quando i tedeschi requisiscono le terme e ogni pertinenza dell’Hotel Palace. Le conseguenze del periodo bellico peseranno in maniera decisiva sui tre decenni successivi. L’Hotel riapre, ospita ancora qualche bel nome dello sport e della danza, come Fausto Coppi e Carla Fracci, ma la struttura necessita di investimenti davvero troppo importanti, per riparare i danni e per adeguarsi ai tempi.

Nei primi anni Settanta, è la Provincia autonoma di Trento ad acquisire le Terme di Roncegno e ad assumerne la gestione diretta. È l’inizio di un vero e proprio declino dell’attività termale. Anche perché verso la fine del decennio accade un fatto clamoroso e inspiegabile: la fonte  del Tesobo rimane senz’acqua. Proprio così! Come mai? Beh, si fanno diverse ipotesi, ma nessuna riesce a trovare una conferma sicura. L’esaurimento naturale, il terremoto del Friuli e l’incuria delle ultime gestioni, chissà… Fatto sta che d’ora in avanti l’acqua dovrà essere prelevata dalla fonte di Vetriolo. La cosa non scoraggia la Provincia che avvia una grande ristrutturazione, affidata all’architetto Bernardo Tommasini, nipote di Alfonso Froner, che dopo qualche anno passa la gestione al signor Bianchi.

Siamo oramai negli anni Ottanta, l’hotel rimane aperto solo da metà giugno ai primi di settembre. Le presenze sono però modeste. Per rilanciare le Terme di Roncegno occorre un’idea nuova… Il suo nome è Casa Raphael, Raffaele, come l’arcangelo che tutto guarisce. Il resto della storia lo conoscete già.

 

Il direttore di Casa Raphael, Luigi La Vitola

Tutte le novità di Casa Raphael

Nel corso degli oltre trent’anni di attività, Casa Raphael autorizzato come entro medico di fisiokinesiterapia riabilitativa, recupero e rieducazione funzionale; Stabilimento Termale; Centro medico di cure fisiche, idroterapiche e dietetiche. Ha accresciuto le proprie capacità terapeutiche ed ampliato la proposta curativa così, a Roncegno, convergono da tutta Europa (quasi metà dei nostri curandi sono stranieri) ospiti che hanno le più diverse necessità.

C’è chi si è troppo spremuto col lavoro, tra questi vengono per cure un gran numero di medici, ed ha bisogno di riprendere il sonno ed un giusto e rinvigorente stile di vita, e chi, a seguito di long covid o di effetti collaterali da vaccino, necessita di ritrovare le perdute forze vitali e ridurre o far scomparire i fastidiosi e invalidanti sintomi che accompagnano questa patologia . 

Proprio per venire incontro alla crescente richiesta dei residenti trentini, lo scorso inverno si è chiuso solo per breve tempo la parte ospitativa e la zona dei bagni termali mentre l’area medica è sempre stata aperta per continuare ad operare con ipertermia, neuralterapia, ossigeno-ozono terapia per grande autoemo, idrocolonterapia e tutte le diverse applicazioni medicate, farmacologiche e fitoterapiche in cui l’equipe medica e infermieristica di Casa Raphael è specializzata.

Anche la fisioterapia, la riabilitazione è molto cresciuta come ambito terapeutico negli ultimi anni. Questo soprattutto perché ad un classico trattamento di fisiokinesiterapia (della durata di 50 min.) spesso affianchiamo applicazioni esterne con preparati del nostro laboratorio erboristico che preventivamente sciolgono le contratture, rendono più elastiche giunture e muscoli, leniscono il dolore così da facilitare e rendere più efficace l’opera dei fisioterapisti.

Oltre all’incremento delle presenze dei trentini che si rivolgono a Casa Raphael per un rafforzamento del sistema immunitario indebolito dopo la pandemia, negli ultimi anni anche il trattamento di ipertermia corporea utilizzato per la fibromialgia ma soprattutto come terapia adiuvante nella patologia oncologica ha avuto un importante crescita di utilizzo. Con questa tecnica viene lentamente provocato un aumento della temperatura corporea fino ad avere una moderata febbre che stimola la risposta immunitaria ed efficacemente si associa ai trattamenti chirurgici e chemioterapici. 

Negli ultimi anni Casa Raphael non è stata frequentata solo da stranieri o clienti fuori regione, anche i trentini hanno iniziato a conoscerci ed a frequentarci, molti come esterni che vengono due tre volte alla settimana per cure e molti ormai come interni che restano in cura per una media di due settimane usufruendo di un servizio di guardia medica residente in struttura 24 ore su 24 e di un ciclo completo di cure anche perché alcune applicazioni terapeutiche sono possibili solo in camera. Tutti gli ospiti di Casa Raphael riescono a percepire la forza con cui si palesa il calore del prendersi cura, dell’attingere ad un’attenzione ospitativa e terapeutica cui tutti i collaboratori della Casa si dedicano e condividono con il curando.

Un’ultima novità di Casa Raphael è il servizio di pediatria rivolto ai residenti in Trentino, grazie alla presenza di un medico pediatra con oltre 10 anni di esperienza ospedaliera.

Che cos’è la medicina antroposofica
La medicina antroposofica è un ampliamento della medicina convenzionale. Essa venne sviluppata a partire dal 1920 dal dottor Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, in collaborazione con la dottoressa Ita Wegman e altri medici. Da allora si è diffusa in tutto il mondo, con medici, terapisti, centri terapeutici, cliniche e istituti di cura, laboratori farmaceutici, scuole di formazione e centri di ricerca.
L’antroposofia inaugura un metodo conoscitivo, fondato su una propria epistemologia, che guida la ricerca e lo studio delle leggi che stanno alla base delle manifestazioni della vita, dell’anima e dello spirito nell’uomo e nella natura.
Da tale visione risulta un’immagine integrata dell’uomo, che permette di conoscere e studiare tutti gli aspetti in cui la vita umana si esprime e si realizza. Un’immagine che rende possibile, tra l’altro, una concezione unitaria, razionale e inevitabile di fisiologia, patologia e terapia, che si basa sullo studio dei processi che avvengono nell’uomo sano e nell’uomo malato e sulla comprensione della corrispondenza esistente fra questi processi umani e i processi che possiamo riconoscere nella natura. I rimedi vengono infatti trovati prestando attenzione da un lato all’aspetto individuale dei fenomeni patologici e dall’altro alla stretta connessione evolutiva tra l’uomo e gli altri regni della natura.
Il medico che orienta la sua professione in senso antroposofico si sforza di cogliere, assieme al paziente, il significato della malattia riguardo alla sua evoluzione fisica, biologica, psichica e spirituale, tenendo conto delle leggi intrinseche alla biografia dell’uomo.
Nell’ambito della medicina antroposofica sono stati elaborati criteri specifici in molti ambiti. In particolare, nell’ambito della produzione dei farmaci, sono stati studiati – su indicazione di Rudolf Steiner – e vengono applicati processi di preparazione farmaceutica originali e specifici, codificati anche nella Farmacopea Omeopatica Tedesca (HAB).
Ai fini della diagnosi e della terapia vengono impiegati punti di vista e strumenti razionali per l’uso orale, parenterale ed esterno dei medicamenti.
La terapia farmacologica viene accompagnata, ove sia giustificato e possibile, da altre terapie non farmacologiche: euritmia curativa, arte della parola, musicoterapia, pittura e modellaggio, applicate da terapeuti professionalmente qualificati, su indicazione e in collaborazione con il medico curante.
Strettamente connessa alla medicina antroposofica vi è infine la pedagogia curativa, in cui ci si accosta in modo nuovo ed efficace al problema dei bambini bisognosi di cure dell’anima e dei portatori di handicap.
(dal sito https://www.rudolfsteiner.it)
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Pubblicato da Tina Ziglio

Concetta (Tina) Ziglio è nata sulle montagne in una notte di luna piena. Anziché ululare, scrive per diverse testate e recita in una sgangherata compagnia teatrale. Il suo ultimo libro è il discusso “Septizonium” (Aleppo Publishing, 2019).