RAccattuM: musica per sentirsi a casa

Quando si chiede loro di raccontare il progetto RAccattuM Band, Michele Boso e Davide Caceffo mettono subito le cose in chiaro: «Non si tratta di un progetto – affermano – vogliamo solo suonare». Nessun obbiettivo di tipo socio-assistenziale, nessun legame con associazioni, nessuna proprietà, nessuna etichetta: «Forse un giorno quella discografica», dicono ridendo. 

Band multietnica composta da persone senza dimora e non: questa la definizione che hanno scelto per raccontare la RAccattuM Band, gruppo musicale nato nel 2012 a Trento proprio dall’incontro tra Michele Boso, appassionato di didgeridoo e responsabile dell’accoglienza della cooperativa sociale Punto d’Incontro – riferimento per i senza dimora a Trento – e Davide Caceffo, chitarrista, insegnante di lettere e membro da molti anni dell’l’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII.

La RAccattuM Band conta fino a oggi 135 concerti, con una media di un paio di performance al mese e un podcast dal titolo “Storie dimenticate”, in cui Davide Caceffo racconta le vite di chi sta in strada, trasmesso prima da Sanbaradio e ora nel palinsesto di “Radio Attiva, la Voce del Veneto solidale”, oltre che disponibile online su sfdtrento.wordpress.com, il sito della band.

La RAccattuM Band ha visto la luce grazie al vostro incontro: come vi siete conosciuti?

M: Ci siamo incontrati grazie ad Abdel, un ospite del Punto d’Incontro che suonava la darabouka, una piccola percussione marocchina. In quel periodo io e lui suonavamo spesso insieme all’esterno della sede del Punto d’Incontro e chi voleva si fermava e cantava o suonava con noi. In una di quelle occasioni Abdel mi disse che aveva conosciuto Davide, un chitarrista che voleva mettere su una band: ci ha presentati e in mezz’ora abbiamo deciso di fondare la RAccattuM Band.

D: Ho conosciuto Abdel durante “La notte dei senza dimora” di Trento. Lui veniva da Milano, dove diceva di aver già fatto un’esperienza simile. 

E come avete iniziato? Dove avete trovato gli altri componenti del gruppo?

D: Abbiamo fatto il primo concerto nel 2012, al “Fiume che non c’è”, la festa del quartiere San Martino di Trento. Per iniziare è bastato fissare delle prove e invitare chi sapeva suonare. Il Punto d’Incontro ci ha offerto uno spazio ma la RAccattuM Band non è un progetto del Punto. Il fatto che Michele lavorasse lì ha facilitato le cose, ma la band è indipendente. All’inizio pensavo che ci sarebbe voluto molto tempo per avere un repertorio, invece in molti hanno iniziato presto a scrivere testi e musica.

M: È partito tutto in modo libero e informale: non abbiamo mai voluto essere “di nessuno” e abbiamo sempre voluto che chiunque si sentisse in piena libertà. La band doveva essere uno spazio dove suonare, senza contratti, senza obblighi, senza burocrazia. E soprattutto dove nessuno avrebbe chiesto documenti a nessuno. Per chi vive per strada questo è un punto importante. In questo modo chi sa suonare o vuole anche solo ascoltare e passare del tempo insieme ad altre persone può partecipare alle prove che si tengono una volta alla settimana. Al Punto io e Abdel facevamo girare la voce delle prove e abbiamo sempre tenuto la porta aperta, in modo che nessuno si sentisse obbligato a rimanere, ma che tutti si sentissero liberi di entrare. Questa modalità informale ha generato dinamiche molto positive, il clima è sempre stato molto disteso e, senza che questo fosse un obiettivo prioritario, la band è stata di grande supporto per alcune persone.

In che modo?

M: Sono passate dalla band circa 120 persone. La maggior parte di loro ha patologie psichiatriche ed esperienze molto pesanti: la RAccattuM Band per loro è una rivalsa e scrivere le canzoni è un modo per esorcizzare le loro fragilità, raccontarle, spostarle fuori da sé. Per esempio una canzone che facciamo è scritta da un uomo che racconta la sua tragedia: tutta la sua famiglia è morta in un grave incidente stradale e lui è rimasto completamente solo, finendo in strada, oltre che in cura al servizio di salute mentale prima e in carcere poi. Per lui per esempio la RAccattuM è stata un posto dove per un po’ potersi sentire meglio. 

D: Sono tutti molto orgogliosi di fare parte del gruppo, condividono molto anche sui social l’attività della band. La musica per noi è al centro: la RAccattuM esiste prima di tutto per suonare insieme. È vero che spesso le persone stanno meglio, ma si tratta di una conseguenza, forse è semplicemente la musica in sé a essere terapeutica.

Avete mai avuto dei problemi oppure si riesce attraverso la musica a costruire uno spazio libero da giudizi?

M: Abbiamo fissato dal principio alcune regole base: niente alcol, rispetto delle persone e degli strumenti, nessun diverbio nato fuori dal contesto della band può essere discusso in sala prove. In questo spazio non c’è operatore, volontario o ospite: siamo tutti musicisti. Non abbiamo mai gestito le persone che hanno fatto parte della band, al massimo abbiamo gestito alcune cose da fare. 

D: Sì, quando è arrivato il momento di fare concerti qualche problema gestionale è emerso e quindi abbiamo preso una decisione: tutti sono tenuti a proporre date, che poi io e Michele verifichiamo per evitare problemi tra i musicisti. Poi quando facciamo i concerti chi c’è, c’è. Non garantiamo mai il numero: abbiamo fatto date con 12 elementi e date con una sola persona in scena. Tutti prima o poi ci conoscono e conoscono i brani e chi ci programma accetta questa condizione. 

Come vi finanziate?

D: Non abbiamo fonti di finanziamento se non ciò che guadagnamo dai concerti. La RAccattuM ha un fondo e utilizziamo i soldi per le trasferte. Questa è stata una questione che abbiamo deciso tutti insieme: tutti hanno sempre preferito fare così invece di suddividere il guadagno volta per volta fra chi non lavorava o era in stato di necessità. 

Qual è il concerto che vi piace di più ricordare?

M: Per me è stato uno degli ultimi: abbiamo partecipato al contest Talent Trento 2022 e ci siamo classificati secondi. E poi mi piace ricordare le trasferte: i concerti a Pavia, a Milano, a Bologna, quando si viaggia tutti insieme e ci si ferma fuori a dormire.

D: Per me ci sono episodi che valgono le serate, più dei concerti in sé: l’ironia con cui la RAccattuM Band riesce a incontrare il pubblico mi piace sempre molto.

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Pubblicato da Susanna Caldonazzi

Laureata in comunicazione e iscritta all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige dal 2008, inizia la sua esperienza professionale nella redazione di Radio Dolomiti. Collabora con quotidiani, agenzie di stampa, giornali on line, scrive per la televisione e si dedica all'attività di ufficio stampa e comunicazione in ambito culturale. Attualmente è responsabile comunicazione e ufficio stampa di Oriente Occidente, collabora come ufficio stampa con alcune compagnie, oltre a continuare l'attività di giornalista free lance scrivendo per lo più di di cultura e spettacolo. Di cultura si mangia, ma il vero amore è la pasticceria.