Residenza artistica di Aristide Rontini, giovane coreografo emiliano, al lavoro su una partitura coreografica del libro di Marguerite Yourcenar “Alexis o il trattato della vana lotta”, un libro epistolare sull’essere se stessi, accettarsi, autodeterminarsi con al centro il tema dell’omosessualità. In queste settimane negli spazi di Oriente Occidente.
Una lettera di cento pagine in cui Alexi, il protagonista del libro di Marguerite Yourcenar, lascia la moglie perché si scopre omosessuale. Questo racconta, in una trascrizione coreografica, il lavoro firmato da Aristide Rontini, giovane coreografo emiliano: non solo una storia, ma il dono che si può fare all’altro/a scrivendo la propria intimità in una lettera. La scrittura è al tempo stesso strumento introspettivo e di comunicazione e Alexis agisce con il coraggio di chi intimamente si accetta anche attraverso la narrazione di chi è all’altro, così facendo, di fatto, autodeterminandosi. Accade così anche nell’atto della scrittura corporea, attraverso la quale il protagonista ripercorre la sua biografia narrando vicende, episodi, sensazioni e pensieri mai confidati neppure a sé stesso.
Quella di Alexi non è una comunicazione fluida ma frastagliata, quasi evocativa. Così diventa il movimento: si procede per balzi, digressioni introspettive e filosofiche, esitazioni, flashback e associazioni. Nel flusso discorsivo emergono le significazioni negative che sono state attribuite all’omosessualità, lo sforzo di adeguarsi alla norma, assieme alla sensazione di naturalezza, semplicità, spontaneità che accompagnano la realizzazione del desiderio sessuale, qualsiasi esso sia.
Il personaggio di Alexis nel libro di Marguerite Yourcenar non si confessa per amore verso un altro uomo. Si confessa per uscire dalla menzogna, per non sentirsi colpevole di tradimento, per rispetto verso sua moglie, per accettarsi e raggiungere una maggiore serenità. Come nella lettera, anche in scena Alexis non tradurrà la sua identità sessuale in una spiegazione razionale, piuttosto registrerà il fallito tentativo di darsene una. Semplicemente è. Sceglie l’amore per sé. E di non negare sé stesso.
«Viviamo in un periodo storico caratterizzato da un clima culturale oggettivamente più accogliente e aperto nei confronti dell’omosessualità rispetto ai tempi in cui il libro è stato scritto e pubblicato. Ma la Storia può talvolta escludere e far sentire inadeguate le storie dei singoli che non sono al passo dei ritmi della Storia stessa – spiega Rontini – Ciò che più mi ha più attratto di questa opera è la necessità comunicativa di Alexis, di condividere la sua intimità, di mettersi a nudo, di prendere il coraggio e di avviare un cambiamento, oltre alla forma epistolare. Sia i contenuti sia la forma sono fondamentali per la messa in scena di “Alexis” e il pubblico che assiste allo spettacolo è testimone della confessione. Il corpo e la coreografia si rendono leggibili, seppure non logici, e vogliono comunicare evocando immagini ed emozioni.»
In scena, al termine del lavoro gli interpreti saranno probabilmente tre. Intanto, in questa residenza artistica, sta lavorando sul personaggio di Alexi, Cristian Cucco, danzatore di origini pugliesi e di base a Milano, già interprete con Aristide Rontini del duetto Feeling Good, coreografato da Diego Tortelli e co-prodotto da Oriente Occidente con Aterballetto all’interno del progetto “Europe Beyon Access”. Collaborano inoltre al progetto Flavia Dalila D’Amico come drammaturga, e Simona Bertozzi per la consulenza coreografica.
Aristide Rontini è performer, danzatore e coreografo e ha iniziato il suo percorso artistico con la Compagnia Teatrale della Luna Crescente e il gruppo di teatro integrato La Kengah a Imola dove viene in contatto con diverse pratiche teatrali contemporanee, teatro di parola, teatro fisico e lavori sitespecific. Nel 2010 si diploma alla Rotterdam Dance Academy. Nel 2015 partecipa al percorso formativo per giovani coreografi “Nuove Traiettorie” organizzato da ANTICORPI XL. Ha lavorato come performer in spettacoli di danza, performance, teatro fisico, teatro e teatro-danza creati da Conny Janssen Danst, Merkx & De Dansers, Georgh Reischl, Candoco Dance Company, Alessandro Carbon, Teatro Della Tosse, Balletto Civile, La Fura Dels Baus, Carl Olof Berg / Spinn, Vahan Badalyan e Diego Tortelli.
Nel 2016 e nel 2018 viene selezionato alla “Vetrina della Giovane Danza d’autore”. Nel 2016 completa i suoi studi sulle pratiche di danza di comunità al Mousikè-Centro di ricerca in danza educativa e di comunità di Bologna. Ha partecipato al progetto europeo sulla danza inclusiva “Moving beyond inclusion”, al progetto europeo con approccio interdisciplinare di ricerca sull’accessibilità di performance da parte di un pubblico con deficit sensoriale “Impart” e al progetto europeo sulla danza inclusiva “Europe Beyond Access”, con Oriente Occidente. Dal 2020 fa parte dell’associazione Al.di.qua Artists composta da artiste/i italiane/i con disabilità, che si pone l’obiettivo di riflettere sul ruolo dell’artista con disabilità in ambito nazionale.