ri(c)AMARE IL MONDO, mostra personale di La Chigi

ri(c)AMARE IL MONDO è un progetto di arte relazionale dall’importante obiettivo socio-culturale, ideato e realizzato durante il secondo lockdown in Italia dall’artista trentina La Chigi (Chiara Girardi) in collaborazione con la cooperativa sociale Kaleidoscopio di Trento, che gestisce per il comune di Trento il Centro Servizi Anziani “Contrada Larga”.  

La finalità del progetto è quella di dare forma visibile ai problemi individuali e collettivi, causati dalla pandemia nei rapporti sociali – come la rottura delle reti familiari, l’assenza di comunicazione fisica e sociale, la depressione, il senso di alienazione, la solitudine, l’incertezza e la paura, il senso di vuoto e di perdita di senso.

Inoltre il progetto, attraverso il potente strumentario dell’arte, cerca di creare un’occasione per provare ad affrontare i gravi danni psicologici causati dal forzato distanziamento sociale.

Al centro del progetto è la messa in atto di una pratica antica, quella del ricamo – intima, domestica, femminile per eccellenza e fortemente legata alla cura -, per dare vita in maniera collettiva alla parola  “distanziamento”, una parola potente e necessaria ma allo stesso tempo orribilmente spaventosa, divenuta simbolo di questo tempo pandemico, trasformata attraverso l’utilizzo dei fili colorati in un ponte di relazioni e speranza.

Chiara Girardi

Nel progetto sono state coinvolte quattordici signore del Centro Servizi Anziani “Contrada Larga”. Ogni partecipante ha ricamato, sotto la guida dell’artista, una lettera su un fazzoletto utilizzando un diverso colore dell’arcobaleno nella forma simile a enorme monogramma, non più personale ma al servizio della collettività.

Con l’uso dei materiali domestici e le pratiche quotidiane l’artista  gioca con i concetti e le parole e il loro significato.  Il fazzoletto da “luogo” intimo di lacrime diventa così lo spazio della condivisione ma anche della relazione e della speranza. La solitudine e il distanziamento si trasformano nella terra di un rito collettivo di riparazione e condivisione. Il processo della creatività diviene un mezzo per superare le distanze sia fisiche che emotive e il senso di isolamento per dare senso – insieme – al nostro vissuto in questi tempi difficili.

Il gesto delle quattordici signore coinvolte, solitario e inutile all’inizio, assume valore e significato alla chiusura del progetto durante l’esibizione pubblica, dove La Chigi unisce i singoli contributi delle persone, prigioniere della pandemia, delineando con un arcobaleno, un “insieme”, una “comunità” che simboleggia la speranza di rinascita che risiede nella relazione, nella comunicazione e nella condivisione di vissuti ed esperienze, che vive con e per i visitatori, creando nuova comunità.

“Perché solo dal sacrificio dei singoli, dal fare ciascuno la propria parte, potrà generarsi bellezza e salvezza per tutti”, racconta La Chigi nel concetto del suo progetto, dove spiega perché ha voluto coinvolgere gli anziani:  “chiusi nelle loro case, isolati dagli affetti più cari e limitati nella loro mobilità, esclusi da molte decisioni politiche, ignorati nei loro bisogni più profondi, considerati spesso un peso per la società in quanto non più produttivi o addirittura i responsabili della diffusione del contagio e di esso troppo spesso vittime, gli anziani hanno sofferto e stanno ancora soffrendo molto la nuova normalità durante il Covid e il venir meno di molte importanti relazioni. Il progetto vuole quindi restituire loro visibilità sia come singoli che come membri della nostra comunità, rimettendo in moto le relazioni e ridando voce e importanza a chi l’ha persa, ricostruendo un nuovo senso di comunità.”

La mostra “ricAMARE IL MONDO” di La Chigi, infatti, presenta la tappa finale del progetto-ricerca iniziato durante la pandemia, composto dalle sue opere-ready made, installazioni ed oggetti, create durante il primo lockdown, legate alla documentazione dell’iter progettuale (corrispondenza, telefonate, chat);  alle interviste alle partecipanti, preziose testimonianze  di un periodo storico paradossale.

Tutte le opere in mostra sono correlate al desiderio dell’artista di ricreare, di ricostruire il tessuto sociale attraverso la creatività, ricamando un nuovo mondo con il filo colorato della comunicazione, dell’empatia, del rispetto e della condivisione: ricAMARE per riamare insieme di nuovo il mondo.

ri(c)MARE IL MONDO a cura di Dora Bulart (Galleria Contempo) – c/o Torre Mirana, Sala Thun – Via Belenzani, 19 – 38122 Trento (TN)

La mostra sarà visibile dal 9/03/2022 fino al 15/03/2022 con inaugurazione il 10 dalle 16 alle 19. (orari: mercoledì, giovedì: 15-19; venerdì: chiuso; sabato, domenica e martedì: 10-12; 15-19; lunedì h 17-19)

Condividi l'articolo su: