Ricetta sbagliata? Passerà alla storia!

Si dice che sbagliando si impara, ma alle volte uno sbaglio si può rivelare un grande successo, anche migliore dell’originale. In cucina capita spesso di sbagliare, ma la storia è piena di errori che si sono rivelati dei capolavori, apprezzati da tutti. Ultimo caso quello della cotoletta sbagliata nata nella capitale del piatto, Milano, nella cucina di un ristoratore. Matteo Stefani ha saputo trasformare quello che era nato come esperimento il suo marchio di fabbrica e il modo per sopravvivere alla crisi scatenata dalla pandemia lo scorso anno. Ma gli errori celebri in cucina sono molti, anzi molte ricette golose o prodotti sono nati da distrazioni, mancanze di ingredienti in cucina o addirittura per scherzo.

Le nove ricette sbagliate più riuscite di sempre

Tarte Tatin

Si racconta che a fine Ottocento una delle due sorelle Tatin, proprietarie dell’Hôtel-restaurant Tatin di Lamotte-Beuvron nella Loira in Francia, si sia dimenticata di mettere la pasta brisée nella teglia preparando la torta di mele. Invece di buttare tutto, mise la pasta sopra tutto e rovesciò la torta solo una volta finita la cottura. Il successo fu immediato e la torta di mele sbagliata divenne piatto simbolo dell’hotel e poi copiata in tutto il mondo.

Cotoletta Sbagliata

La più giusta cotoletta sbagliata d’Italia nasce da una casualità in uno dei ristoranti della microcatena di locali *Anche di Milano. Il macellaio chiede al proprietario Matteo Stefani di aiutarlo a smaltire braciole di maiale e lui chiede cosa possa farsene: “Cotolette”. “Un milanese come te che mi propone di fare la cotoletta con braciole di maiale, invece che con il vitello?”. E lui pronto: “Chiamala sbagliata allora!”. Così ha preso vita la cotoletta sbagliata: lonza di maiale, uova, pane panko, mandorle, arancia e cristalli di sale, fritta in burro immersione. Durante il 2020, con i ristoranti chiusi, Stefani ha iniziato a confezionare sottovuoto le sue famose cotolette spedendole in tutta Italia e in Europa.

Crêpes Suzette

Anche un altro dolce d’Oltralpe, e famoso in tutto il mondo, è stato creato per un errore di distrazione. Nel 1895 Henri Charpentier, apprendista cuoco e cameriere del Monte Carlo Café di Parigi, bruciò la salsa di accompagnamento delle crepês. Molto probabilmente l’errore fu dettato dall’emozione: in sala ad attendere il dolce c’era il principe di Galles Edoardo, figlio della regina Vittoria. Assaggiando per curiosità il risultato, cuoco e aiuto cuoco lo trovarono buono e decisero di servirlo. I commensali ne furono entusiasti e chiesero di nominare il dolce con il nome dell’unica donna seduta a tavola, Suzette.

Crepes and Honey isolated on white background, top view. Homemade thin crepes for breakfast or dessert.

Gorgonzola

È uno dei formaggi più gustosi, almeno tra quelli italiani la cui origine non è certa. Una delle storie più affascinanti rispetto alla sua nascita vuole che sia nato per sbaglio o meglio per una dimenticanza di un oste originario di Gorgonzola che avrebbe messo alcuni stracchini freschi in una cantina troppo umida e questi, invece di conservarsi, svilupparono rapidamente muffe verdi. Senza scorraggiarsi l’oste assaggiò il formaggio e scoprì che era buonissimo, lo servì nella sua osteria e da subito diventò molto richiesto.

piece of blue cheese isolated on a white background

Corn Flakes

Alzi la mano chi non li ha mai mangiati… A inventarli nel 1894 furono i fratelli Kellogg in un tentativo di creare un alimento per i pazienti del loro sanatorio. Durante la preparazione  sorsero dei problemi tra i pazienti e i due dovettero abbandonare la preparazione. I semi di grano cotto divennero immangiabili, almeno com’erano allora. Decisero di lavorarli ancora, appiattendoli e ottenendo dei fiocchi granulari. Questi vennero tostati, zuccherati et voilà… i corn flakes conquistarono le tavole delle colazioni di tutto il mondo.

Panettone

Altro simbolo di Milano, il Panettone è il rimedio a un guaio accaduto nelle cucine di Ludovico Il Moro la vigilia di Natale, quando il cuoco bruciò il dolce. Il garzone del cuoco, Toni, cercò allora di improvvisare utilizzando gli ingredienti che aveva a disposizione per aggiustare l’impasto rimasto. Gli Sforza si innamorarono del risultato che chiamarono pan de  Toni, da cui panettone. Seppure abbia tutto il sapore di una leggenda, è troppo affascinante per non credere che sia vera.

Christmas cake panettone on white background.

Torta caprese

Dagli Stati Uniti ci spostiamo in Italia, e più precisamente a Capri dove un’altra suggestiva storia ci riporta alla nascita della deliziosa torta caprese. Si dice che un giorno, attorno agli anni Venti, tre uomini entrarono nella pasticceria di Carmine di Fiore: erano gangster mandati da Al Capone per fare acquisti. Il pasticciere, forse per distrazione o forse per la fretta, si dimenticò di aggiungere la farina all’impasto della torta di mandorle richiesta dalle tre losche figure. Avrebbe potuto pagare l’errore con la vita e invece fu un successo, tant’è che i mafiosi chiesero la ricetta di quella golosa torta.

Ghiacciolo

Tra gli errori “in cucina” più belli c’è la storia di Frank Epperson, un bambino di 11 anni che una sera nel 1905 lasciò nella veranda di casa un bicchiere con dentro un bastoncino che usava per mescolare la bevanda gassata. Di notte il liquido si ghiacciò e la mattina con un po’ di fatica il bambino riuscì a far uscire il “cubo di ghiaccio” e a tenerlo in mano grazie a quel bastoncino, scoprendo che la bevanda si poteva comunque “bere”. Dopo quasi 20 anni, nel 1924, il ragazzo brevettò la sua originalissima invenzione.

Three fruit flavored ice lollies over a white background

Ganache di cioccolato

Persino una delle basi della pasticceria sembra sia nata per colpa di una distrazione. La leggenda narra di un giovane apprendista francese che per sbaglio avrebbe fatto cadere un liquido caldo (alcuni dicono latte, altri panna) sopra il cioccolato. Il maestro lo rimproverò chiamandolo ganache, pasticcione, ma poi si accorse che quella crema era una vera delizia.

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Pubblicato da Tina Ziglio

Concetta (Tina) Ziglio è nata sulle montagne in una notte di luna piena. Anziché ululare, scrive per diverse testate e recita in una sgangherata compagnia teatrale. Il suo ultimo libro è il discusso “Septizonium” (Aleppo Publishing, 2019).