Ridateci i nozionismo per orientarci nel mondo

La “siepe” celebrata da Leopardi nel suo “Infinito” era un semplice cespuglio. D’Annunzio non era tanto un esteta, ma un “estetista”, forse perché patito di trattamenti di bellezza. Mussolini era “comunista” e la sua morte avvenne per “decapitazione”, magari ghigliottinato insieme a Robespierre, chissà. Liliana Segre venne deportata perché “di colore”. Sergio Mattarella? “Mai sentito nominare”, forse perché non ha un profilo su Tiktok. Sono solo alcuni degli errori commessi dagli studenti italiani durante i recenti esami di maturità. Solo strafalcioni, che però aprono piccoli squarci sulla qualità della cultura generale in Italia. Non va meglio se guardiamo i quiz televisivi, con le proverbiali gaffe dei concorrenti dell’”Eredità”: scopriamo grazie agli aspiranti campioni del game-show di Rai1 che il Muro del Pianto si troverebbe a Berlino, il Monte Bianco si troverebbe in Sardegna, Hitler avrebbe guidato la Germania negli anni ‘80. E noi ingenui che ricordavamo gli anni ‘80 come anni leggeri. Ma se il popolino non se la cava bene con il nozionismo, anche le classi dirigenti barcollano: Giorgia Meloni colloca Dublino in Gran Bretagna (portando immediatamente l’IRA a ricostituirsi e a far saltare in aria un paio di pizzerie per ritorsione), Luigi Di Maio posiziona la celebre battaglia napoleonica ad Auschwitz (era Austerlitz), mentre l’ex ministra dell’istruzione Pd Valeria Fedeli collocava re Vittorio Emanuele III a fine Settecento (in anticipo di oltre cent’anni). Piccolo campionario di gaffe che ci fanno rispettosamente dissentire dal compianto Umberto Eco, il quale così si espresse: «L’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti». Parole di raffinato populismo, soprattutto in un’epoca in cui ogni informazione è a portata di click. E se persino Umberto Eco si fece sedurre dall’idea che per comprendere il mondo non serva fatica, ma occorra soprattutto velocità… Non stupiamoci poi se la democrazia è in crisi, perché essa è educazione alla complessità. Allora, commettiamo un’eresia: solo per questa volta espelliamo dal nostro pantheon il gigantesco Umberto Eco, al suo posto ci mettiamo Quelo, personaggio di Corrado Guzzanti. Il quale ebbe a dire con infinita perspicacia: «La risposta è dentro di te, epperò è sbagliata». 

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Pubblicato da Fabio Peterlongo

Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino.