Ritorno dalle vacanze traumatico

I cambiamenti non piacciono a nessuno, a maggior ragione se ci riferiamo ad un animale abitudinario come il cane. Nel periodo estivo, infatti, egli si trova a vivere due esperienze opposte: da un lato, accompagna la famiglia in luoghi di vacanza marini o montani, dall’altro si ritrova nuovamente nella usuale vita di città. Così facendo, il nostro amico è sottoposto a un doppio processo di adattamento; nuovi ambienti i quali, seppure piacevoli, alterano l’usuale iter quotidiano, e il contesto di sempre dopo che, passato qualche tempo, egli si era proprio abituato alle novità. Non dovremmo stupirci, quindi, se il rientro a casa presentasse qualche resistenza, la prima delle quali riguarda il rimanere da solo per un tempo maggiore rispetto a quanto avvenuto nei mesi precedenti. Normalmente, nei periodi di vacanza egli tende a restare con noi pressoché sempre, essendo piacevole fargli vivere esperienze di divertimento, spazi aperti e condivisioni famigliari di ogni tipo. Purtroppo, lui non è in grado di comprendere l’esistenza della scuola e del lavoro e tutto ciò può recare il rischio di reazioni difficili da interpretare. Dagli abbai di richiamo, alla distruttività di oggetti, fino ad un’alta eccitabilità generale, manifestata anche verso cani e persone incontrate per strada. Per evitare tutto ciò è opportuno riprendere gradatamente i ritmi precedenti, riabituandolo così alla inevitabile attesa casalinga. Qualche giorno prima della fatidica ripresa delle attività “umane” potremo iniziare a “simulare” ciò che accadrà di lì a poco, lasciandolo da “solo” per tempi sempre maggiori. Meglio se questo viene accompagnato da una buona attività aerobica, unita ad esercizi di “addestramento” che possano coinvolgerne anche l’aspetto mentale. Sentendosi appagato, la disponibilità a rimanere a riposo sarà certamente maggiore e le nostre dipartite non diventeranno così “traumatiche”. Inoltre, il lasciare a disposizione alcuni giochi masticatori può essere di grande efficacia, potendo egli impiegare l’attesa con azioni di soddisfacimento mandibolare. Dovremo, infine, garantire le usuali uscite al parco, le eventuali attività cinofilo sportive e le immancabili gite domenicali. Per essere davvero di aiuto, cerchiamo altresì di mantenere identici i vari ritmi di uscita, alimentazione, divertimento e riposo. In poco tempo, grazie alla sua elevata capacità di “connessione predittiva”, il nostro cane tornerà quello di sempre. 

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Pubblicato da Stefano Margheri

Mi hanno detto, e penso di ricordarlo, che da piccolo mi perdevo nella fattoria in miniatura, fatta di animali di diverse specie che sostituivano i tipici soldatini dell’epoca. Probabilmente, in qualche parte della memoria, questa passione si è trasformata in qualcosa di reale e a distanza di molti anni mi ritrovo ad ammirare, con lo stupore di un bambino, ogni espressione del comportamento animale. In particolare, i cani sono diventati la mia vita, oggi persino una professione, prima affiancata alla laurea in giurisprudenza e poi fatta prevalere su quest’ultima. Le qualifiche e i titoli acquisiti nei decenni mi hanno insegnato l’importanza di non smettere di imparare, coniugando la pratica dell’addestramento con il piacere curioso della conoscenza teorica. Scrivendo e descrivendo i cani, cerco di trasmettere quello che giornalmente loro stessi mi insegnano.