Rosaria che sfidò i boss

Mancano pochi minuti alle 11 di lunedì 25 maggio 1992, la luce pallida filtra attraverso le finestre socchiuse della mia cucina. Ho 23 anni. La televisione è accesa, ma non sono i programmi usuali a catturare la mia attenzione. Le immagini trasmettono un funerale solenne. So bene di che funerale si tratta. Mi avvicino. Sullo schermo, una giovane donna, una mia coetanea, si avvicina al leggìo. No, non per leggere un passo dell’antico Testamento, ma per rivolgersi direttamente a “loro”. È Rosaria Schifani, la vedova di uno degli agenti della scorta di Giovanni Falcone, rimasto ucciso due giorni prima, con la sua Francesca, nell’attentato di Capaci. Le parole di Rosaria tagliano l’aria carica di dolore e di rabbia che riempie la cattedrale di Palermo. “Rivolgendomi agli uomini della mafia, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare”. E poi, sulla scia di un applauso, con voce tremante, aggiunge a braccio: “Ma loro non cambiano…”. 

A quel punto, i miei 23 anni mostrano la corda costringendomi alle lacrime. La voce di Rosaria, misurata e decisa, ha appena rotto il silenzio che da 48 ore avvolge la nazione, portando un senso di solenne determinazione in un momento di profonda perdita. Sono incapace di distogliere lo sguardo. In quella donna distrutta dal dolore intravedo il coraggio e la fermezza che potrebbe definire un’intera generazione, una generazione – penso lì per lì – che forse non si arrenderà di fronte all’ingiustizia e alla violenza. È la mia generazione. Chissà…

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.