Se ad Hollywood mancano le idee

Putiferio al calor bianco negli Stati Uniti per un caso politico che minaccia di sfaldare le fondamenta della società americana. Di che crisi si tratta, dite? Della terribile droga fentanyl che trasforma i consumatori in zombie? Acqua, acqua. Delle mitragliatrici semiautomatiche che negli States si possono acquistare ovunque, anche dal giornalaio in allegato con riviste tipo “Mani di fata”? Acqua, acquissima! La controversia che sta scaldando fino all’esasperazione i cittadini a stelle è strisce è la seguente: il colore della pelle della nuova “Biancaneve” è troppo scuro. Sì, a una parte significativa della popolazione il fatto che la nuova Biancaneve non ha la pelle “bianca come la neve” (come suggeriva il testo originale dei fratelli Grimm), bensì ha la pelle colombiana dell’attrice Rachel Zegler, proprio non va giù. Troppo pigmentata. E così, la nuova Biancaneve iper-melaninica diventa il simbolo del “politicamente corretto” che minaccia di portarci via le amate tradizioni. E quindi, giù di attacchi all’attrice, giù di violenza, giù di bullismo razzista, giù di manganellate social. A tal proposito, si dice che negli Stati Uniti ci sia stato un boom di vendite di parrucchini: in tantissimi si sono strappati tutti i capelli, disperati fino allo strazio da questo oltraggio condotto alla carnagione “vera” di Biancaneve. Ora, anche io non apprezzo il fatto che a un personaggio consolidato sia cambiata la carnagione, il genere, l’orientamento sessuale in nome dell’inclusione a tutti i costi. Ci sono migliaia di storie meravigliose, provenienti dalla mitologia africana, caraibica, indiana, asiatica, oceanica, che non sono mai state raccontate sul grande schermo e che consentirebbero ai bambini con quelle caratteristiche somatiche di sentirsi inclusi nelle storie di fantasia. Insomma, signori produttori di Hollywood, raccontate storie nuove aprendo il librone delle leggende del mondo. 

Quando una storia è bella, un bambino si riconosce in qualsiasi protagonista, qualunque sia il colore del suo incarnato, anzi, non ci fa nemmeno caso. Però ecco, qui c’è il punto: queste rivolte tremendamente violente contro il “politicamente corretto” (sciagura che esiste, ma non in questo caso) non sono portate avanti dai diretti interessati, ovvero i bambini. Sono le battaglie di adulti, che rivolgono il loro odio verso un’attrice la cui unica colpa è di avere la pelle scura, eletta a emblema del “Sistema” che opprime, quando in realtà il “sistema” privilegia da diversi secoli i signori dalla pelle chiara.

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Pubblicato da Fabio Peterlongo

Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino.