Se il greco antico sbarca su TikTok

Sono numerosi i post, i reel, i meme condivisi dai giovani usando l’antica lingua ellenica. Ed è singolare che tra un cringe e un ok boomer si possano leggere espressioni tipo Andros kakòs prassontos ekpodon filos, che significa “Quando un uomo se la passa male, gli amici lo abbandonano”. Tutto comincia nel 2019 quando la cantautrice Margherita Vicario propone un suo pezzo rap (“Romeo”) in cui mescola l’italiano, l’albanese, l’inglese, il francese, il napoletano e appunto il greco antico.

Ma è solo negli ultimi mesi che il trend del greco “social” ha acquisito una certa trazione. I giovani “classicisti” italiani scoprono l’ebbrezza di sentirsi comunità attraverso l’uso di un linguaggio esclusivo, ermetico, da iniziati. Un po’ da “sboroni”, direbbero in Romagna, da snob, un modo per tirarsela e lasciare interdetti i coetanei, ponendo con ironia una distanza comunicativa. E c’è una sorta di tradimento della funzione del linguaggio: esso servirebbe essenzialmente per comunicare, non come vezzo stilistico, non come barriera. Si ha l’impressione che quando uno “zoomer” (termine con cui si identificano sarcasticamente i nati nel nuovo millennio, tutti imbevuti di cultura social) usa il greco antico lo fa per darsi un tono, come se fosse l’ennesimo filtro digitale da porre sulla sua immagine.

È anche altrettanto vero che rivendicare un’identità è un passaggio imprescindibile per gli adolescenti: e chi fa il liceo classico trasforma la sua inattualità di studioso di una lingua puramente letteraria in un elemento con il quale si presenta al mondo, si racconta. Chissà se il trend del greco su TikTok farà la fine del parlare “Cörsivœ” (per qualche settimana strascicare le parole in maniera comica era sulla bocca di tutti, con grande scorno dei privi di humour), però è una tendenza che va registrata. I giovani hanno bisogno di parola e di espressività, anche per tradirla e per nascondersi, e lo possono fare attraverso gli strumenti della cultura alta. Così, trova applicazione social l’antico motto socratico: γνῶθι σαυτόν, gnothi sautón, conosci te stesso. Ecco, giovani zoomer, pubblicate questa massima sui social. E soprattutto fatela vostra. Anche perché ci sono modi decisamente peggiori per usare i social-network: qualche purista storcerà il naso, ma ridare vita a una lingua morta da due millenni, è un modo per impreziosire le nostre conversazioni e di conseguenza le nostre identità.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Fabio Peterlongo

Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino.