Sì, viaggiare. Anzi, no!

In questo momento storico, tutto sembra scoraggiare uno degli istinti più atavici di noi italiani, quello di viaggiare. Fermati giocoforza dalla pandemia, per un bel po’ di tempo abbiamo riposto le valigie e abbiamo condotto una vita senza troppi spostamenti, allarmati dall’emergenza sanitaria e costretti dai divieti. Poi, quando sembrava che le ripartenze fossero ormai un dato di fatto, è piombata la guerra, che si trascina senza soluzioni e che ha sicuramente smorzato il desiderio di muoversi. Mettiamoci pure la crisi energetica – che ha fatto lievitare i costi dei carburanti e delle bollette, mettendo in ginocchio tutti – e il gioco è fatto. Ma c’è qualcuno che ancora ha voglia di viaggiare? Ebbene sì, ma ha un profilo ben definito e delineato, con caratteristiche specifiche. È un viaggiatore più esigente e più attento a tutti i pericoli, che se parte lo fa con consapevolezza e richieste chiare e dirette. Da alcune recenti ricerche condotte da una grande realtà italiana nell’ambito delle consulenze di viaggio, emerge un quadro complessivo piuttosto interessante riguardo alle destinazioni di chi si muove in giro per il mondo. E non è tutto. Dopo la pandemia – ormai assodato spartiacque tra tutto quello che c’era “prima” e, inevitabilmente, “dopo” – il viaggiatore dei primi anni Venti risulta essere cambiato, più attento rispetto a tutta una serie di elementi che ne definiscono le caratteristiche salienti. 

In primo luogo è sempre più informato ed esigente: nulla viene lasciato al caso, con un’attenzione sempre più puntuale rispetto all’organizzazione del viaggio, che viene specificatamente pianificata nei minimi dettagli. Inoltre il globe – trotter post moderno è sempre più digitale, calato in un’ottica “multicanale” che garantisca sicurezza e controllo su spostamenti, tappe e destinazioni. Ecco, è proprio “sicurezza” la parola chiave di tutto il discorso: il turista “fai-da-te” ormai appartiene a un avventuroso passato e lascia il passo alla nuova tendenza di organizzare il viaggio nei minimi particolari. Questo il quadro che emerge dalla ricerca di CartOrange, la più grande azienda italiana di consulenti di viaggio, presentata nell’ultima edizione della fiera TTG Travel Experience di Rimini durane il convegno “L’evoluzione del viaggiatore post-pandemia” tenutosi il 12 ottobre. Marco Ferrini, responsabile commerciale di CartOrange, conferma per il territorio italiano una diminuzione del “fai-da-te” online, soprattutto per i viaggi più strutturati, per i quali assumono un’importanza basilare l’organizzazione e l’assistenza offerte da professionisti esperti, in grado di curare ogni dettaglio. In generale, si può affermare che chi acquista un viaggio non vuole rischiare, a costo di modificare anche le destinazioni. E dopo la pandemia, sono aumentati il ricorso a polizze assicurative e la richiesta di modalità di cancellazione senza penali di annullamento. 

Altra tendenza è quella di ricorrere a un approccio con le agenzie che va più in direzione del digitale: preventivi e organizzazione del viaggio si fanno ancora fisicamente, ma una buona percentuale dell’utenza trova comodo utilizzare i canali digitali. 

E mentre la facilitazione digitale rende le cose più semplici, dall’altro lato i clienti si fanno sempre più esigenti; crescono le aspettative e si ricerca la qualità del servizio abbinata a una  velocità di risposta. Del resto, con la possibilità di auto ricerca su Internet, i viaggiatori sono più informati e mal sopportano mancanze o imperfezioni. 

Altri punti su cui il viaggiatore pone la sua attenzione sono la sostenibilità e l’impatto ecologico. Oltre il 50% sceglie di fare viaggi a contatto con la natura, privilegiando destinazioni non molto affollate e che rientrino nei canoni del rispetto dell’ambiente.

E i viaggi di nozze? Udite, udite: destinazioni italiane e mediterranee stanno affiancando le classiche mete da sogno. Dopo la pandemia sono emersi alcuni trend molto interessanti e a volte anche contradditori. Da un lato, gli sposi tendono ancora a considerare il viaggio di nozze come “il viaggio della vita”, privilegiando destinazioni paradisiache; dall’altra parte c’è la tendenza a rivalutare e considerare come apprezzabili mete a corto raggio – come l’Italia o i paesi del Mediterraneo – mettendo al primo posto la qualità dei servizi e delle esperienze.  

Un’altra novità è la tendenza “buddymoon”, cioè la luna di miele in gruppo, che piace soprattutto ai giovani. Alcune coppie prendono in considerazione l’idea di partire assieme ad altre coppie con interessi affini. Quali sono i vantaggi? Dividere le spese e alternare momenti romantici a esperienze divertenti insieme agli amici.  Insomma, una costante tendenza a personalizzare e costruire il viaggio di nozze sulle proprie attitudini.  

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.