Siamo tutti sorvegliati?

All’apparenza sembrano quei luoghi comuni che girano sulle chat o nelle diverse tipologie di conversazione, reali o virtuali che siano. Quasi argomenti da ascensore o – in maniera più consona con i tempi – da fila davanti alla farmacia di turno. Eppure chi non ci ha fatto caso? Digiti una qualsiasi parola sulla barra del web e pochi secondi dopo (stranamente) ti compaiono le pubblicità relative alla ricerca in oggetto. Qualche esempio? Cerchi una sedia a sdraio e appaiono, come per magia, centinaia di offerte sull’articolo in questione e su tutte le tipologie affini: arredo da giardino, attrezzature per il tempo libero, sedute ricreative o professionali. Dai un’occhiata alle montature per occhiali e ti bersagliano di misurazioni della vista, di bifocali ultimo grido, di ogni tipo di lente classica ed innovativa. Ma fin qui, tutto regolare. Del resto, si sa. Questo mondo abbiamo imparato a conoscerlo nelle sue mille sfaccettature e nei suoi mal celati imbrogli. Ogni digitazione implica una bufera mediatica di pubblicità scontatamente tematiche, direttamente proporzionali ad una anche secondaria e latente richiesta di acquisto. Basta solo l’intenzione o anche solo una retroattiva parvenza di interesse a far cadere nella rete ingannevole per pesci digitali.

Ma quello che recentemente mi ha lasciato sbalordita ed attonita è stato ben altro. Poco tempo fa parlavo con un amico, che mi raccontava di essersi recato in centro Italia per questioni di lavoro. Adducendo motivi di ordine logistico, riferiva di aver accantonato l’idea di intraprendere il viaggio in automobile optando per un treno ad alta velocità. Nessuno dei due – durante l’amena conversazione – stava cincischiando con il cellulare; i dispositivi giacevano tranquillamente sul quel tavolino del bar, in assetto di riposo. Ascoltavo divertita ed interessata la descrizione dettagliata del Freccia, dotato di ogni confortevole lusso della moderna concezione di mobilità. E mentre questo si perdeva nel resoconto dell’avventura ferroviaria, ragionavo sul fatto che sono anni che non salgo su un treno. Tutto a posto, se non fosse per l’inaspettata notifica sulla mia mail personale di una grande offerta, imperdibile. Un percorso dell’Italo a prezzi favolosi, super scontati. Casualità o ricezione dai telefoni? Un mistero liquido e torbido, su cui riflettere. 

A telefoni spenti. 

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.