
Gli antichi filosofi dicevano che la felicità non si trova nel tempo, ma negli attimi che il tempo lo compongono. Il compito che si sono dati gli animali, i cani in particolare, si colloca proprio nel donarci quel benessere acuto, e non per questo passeggero, che compensa, e addirittura supera, un agire quotidiano che sa spesso di superfluo. Prendendoci “per mano”, vestono la vita di sana leggerezza, spiegando che l’apparente semplicità delle cose porta in sé l’autentico significato di ciò che ci circonda. Si tratti di una normale uscita mattutina, o di una camminata in mezzo alla natura, essi rendono quei momenti speciali, dando spazio a pensieri intrisi di positività. E’ un’epoca, la nostra, dove le molteplici forme dell’apparire riducono l’essere a poca cosa, e tanto meno lasciano voce all’esserci. Con il nostro cane a fianco, noi ci siamo, riusciamo a sentirci, trovando la giusta sintonia tra il dentro e il di fuori, senza che quest’ultimo, il di fuori, riesca a soverchiarci. Sì, gli animali sono portatori di calma interiore, ci fanno fare pace con il mondo, fornendo ad ogni tipo di preoccupazione il giusto peso.
Sono numerosi gli studi che evidenziano come la presenza di un animale migliori la qualità esistenziale, riduca le probabilità di contrarre malattie, addirittura curando i disagi della mente. E’ forse questa la ragione che spiega la crescita esponenziale delle razze domestiche, quasi si tratti di un bisogno equilibratore che deve essere soddisfatto. Si forma, tra noi e loro, quella che l’etologia chiama “relazione simbiotica”, l’unica forma di rapporto mutualistico tra specie diverse. Una sorta di do ut des, ove i protagonisti ne escono vincenti, giacché l’uno diviene per l’altro indispensabile. Da parte nostra garantiamo la sopravvivenza, tramite il cibo, le cure, e la dedizione costante; e loro, nel rispetto del principio di cooperazione, attivano la parte umana più atavica, autentica, selvaggia. Torniamo ad essere, nella semplicità della parola, uomini.