Continuo a ripetermi la stessa frase, ormai da anni. “Devo migliorare.” Ma dove? Nel lavoro? Nello sport? Nei rapporti interpersonali? Anche. Ma soprattutto nella spina nel fianco di ogni donna. Le pulizie domestiche. Butto un occhio su Internet, in cerca di suggerimenti e di ispirazioni. Sul sito mammafelice.it ti sciroppano un piano di pulizie settimanali da stampare, articolato in generi e sottogeneri, come quotidiane, settimanali e mensili. Parliamone.
In primis non catalogatemi come “mamma felice”, per piacere. Questa categoria ormai estinta ha lasciato il posto a persone molto spesso grintose ma fragili, che cercano di sopravvivere alle battaglie di ogni giorno, da quanta cacca ha fatto il neonato fino ai rave party in casa dei ventenni. Premesso questo, sfoderiamo le armi e passiamo all’attacco. Chiediamo aiuto alla tecnologia, naturalmente. Ecco allora sfilare l’esercito delle scope elettriche, dei robottini rotanti che aspirano/lavano/asciugano, delle lavatrici smart programmabili anche dalla scrivania, dei ferri da stiro che sembrano l’ultima evoluzione di un silos, degli spazzoloni telecomandati che vanno su e giù per i vetri. Tutta roba che molte di noi hanno comperato e che progressivamente è passata al ripostiglio, al parcheggio temporaneo sul balcone fino all’ultimo stadio, al CRM. Se siete abituali frequentatori dei cimiteri dell’oggettistica come la sottoscritta, lo sapete bene. Lì giacciono quantità assurde di elettrodomestici per le pulizie, frutto di raptus dettati dal desiderio di fare prima e più in fretta. Il fatto è che il robottino si blocca ad ogni angolo e lo trovi impazzito a girare su stesso, con la stanza nelle stesse condizioni in cui l’hai lasciata. Della scopa elettrica hai rotto il serbatoio in plastica e il ricambio costa più di una scopa nuova, oltre al prezzo stellare della riparazione e i tempi biblici di consegna. Lo spazzolone rotante dei vetri avrà pur fatto il suo lavoro, ma ha lasciato segno evidente del suo passaggio sul pavimento appena passato (grrrrr!!!!)
E allora finisce che butti tutto e prendi in mano la scopa e il secchio. Ho detto “prendi”, al singolare. Certo, perché non c’è mai nessuno che ti dia una mano.
Si va dal “Lo farei volentieri, ma sono in ritardo!” al “Faccio io dopo… (ma quando mai)”, al ”Settimana prossima riordino tutto!”, dimenticando che non possiamo lasciare materiale da sfamare un bestiario sul pavimento per sette giorni!
E in più perdo tempo a navigare sulla rete per trovare una soluzione… Eh sì, devo migliorare. E intanto sogno di fare carriera, come Carlo Martello che era un semplice maggiordomo, il servo maggiore della casa.