L’Avvento, con il suo carico di speranza e di attesa, entra quest’anno nella Cattedrale di San Vigilio, portato dalle tele di Piera Graffer. La 54ª esposizione dedicata alla pittrice, che inaugura il 29 novembre, s’inserisce perfettamente in un momento liturgico che invita alla riflessione. È un periodo sospeso, tra il rumore di una modernità frenetica e il silenzio contemplativo delle attese. La mostra è un viaggio tra luci e ombre, un cammino che, come il tempo di Avvento, è segnato da tensioni e speranze.
L’inaugurazione avverrà alla presenza di Monsignor Lodovico Maule, Decano del Capitolo della Cattedrale, e questa cornice solenne non è solo un rito liturgico, ma anche un segno di una realtà più profonda. La Cattedrale, luogo che resiste al passare del tempo, ospita un’arte che, pur nelle sue sfumature, riesce a raccogliere il respiro di chi è in attesa, di chi è pronto a fare spazio alla speranza. L’arte di Graffer, infatti, si fa carico di una tensione delicata, quella tra il desiderio e l’illusione, tra l’attesa di un dono che spesso sembra sfuggire.
L’Avvento, quel periodo che, in apparenza, sembra il più moderno, quello più vicino alla sensibilità dell’uomo di oggi, è proprio il terreno fertile per il lavoro di Graffer. La pittrice sa cogliere il nostro continuo essere in attesa di qualcosa di più grande, di una realizzazione che ci sfugge e che ci rimanda sempre a un futuro incerto. Ma proprio nell’incertezza sta la bellezza, proprio in questa ricerca incessante di un “veniente”, di qualcosa che deve ancora arrivare, che la pittura di Graffer si fa presente.
Il pittore sa bene che la speranza è fatta di colori che non bastano mai a colmare, che l’attesa è un susseguirsi di forme che non trovano mai il loro pieno compimento, ma è proprio nel non arrivare mai che l’arte di Graffer ci lascia uno spazio aperto. I suoi quadri parlano di una grazia che non esplode mai completamente, ma che ci lascia in un permanente stato di tensione, in attesa, come Maria, che ha vissuto il suo sì in un silenzio operoso, ma anche carico di significato.
Nel bel mezzo della frenesia del Natale, con le vetrine che si riempiono di luci e di regali, con le piazze invase dai mercatini, la mostra di Graffer diventa un invito a ritrovare la profondità del nostro essere, a non lasciarsi sfuggire il senso di questa attesa che attraversa il nostro vivere quotidiano. La Cattedrale, luogo di preghiera ma anche di arte, si trasforma in una culla di riflessione, dove l’arte si fa preghiera, la pittura si fa silenzio.
Dal 29 novembre al 12 gennaio 2025, l’Aula San Giovanni sarà il luogo dove potremo incontrare questa visione di Piera Graffer, dove il mistero dell’Avvento, il mistero della speranza e dell’attesa, si materializzeranno nelle sue opere. E sarà proprio lì, tra i suoi colori e le sue forme, che troveremo, forse, un angolo di pace, un attimo di sospensione, in cui il rumore del mondo si farà lontano, e dove la nostra speranza, anche se fragile, tornerà a brillare.