Sulle tracce della “liberazione”

Il Tempio di Cinte Tesino offre secondole proprie capacità attuali la possibilità di essere ospitati a coloro che desiderano trascorrere uno o più giorni di meditazione e preghiera

L’Altopiano del Tesino si trova al confine con il veneto ed è circondato dalla catena montuosa del Lagorai. Qui sorge l’unico centro dell’Unione Buddhista Italiana in Trentino. Per arrivarci è necessario arrivare a Cinte Tesino. Parcheggiata la macchina, si inizia una camminata scoscesa lungo un sentiero sassoso che, costeggiando un torrente, porterà al tempio. Sebbene sia anche raggiungibile in auto, è consigliabile prendersi del tempo per camminare, sfruttando così il percorso come spazio di decompressione tra il caotico mondo esterno e poter vivere con la giusta mentalità lo spazio al tempio. Arrivato al tempio, ho avuto la possibilità di avere uno scambio con il Venerabile Seiun, fondatore dello stesso.

Quando e perché nasce il tempio?

Il tempio nasce ufficialmente circa nove anni fa con l’intenzione di offrire un luogo dove poter praticare, anche in maniera intensiva, l’insegnamento del Buddha, dando la stessa possibilità a chiunque. In seguito si aggiunse anche la possibilità di dare un punto di riferimento che offrisse un luogo dove parlare ed essere ascoltati. A seguito di una situazione sociale in costante peggioramento e del bisogno umano di trovare un confronto ho pensato potesse essere un gesto importante offrire tutto questo.

Come si chiama il Tempio?

Tenryuzanji, ovvero tradotto dal giapponese Tempio della montagna del drago celeste. Il nome è stato dato dal mio maestro in Giappone. Ho voluto che fosse lui a dare il nome al tempio, tenendo un collegamento diretto con il percorso dove sono diventato monaco.

Come si diventa monaco?

La prima cosa da fare è individuare un maestro che ti possa seguire durante il tuo percorso formativo. Il buddhismo infatti si è trasmesso per 2500 anni attraverso l’insegnamento diretto discepolo-maestro. Esistono i voti laici e i voti religiosi. Nel caso si vogliano prendere i voti religiosi, allora il maestro stipulerà un piano formativo della durata di circa cinque anni. 

Il tempio Tenryuzanji è un luogo di culto che offre accoglienza e ascolto alle esigenze di tutti coloro, buddhisti e non, che cercano dialogo e sostegno alle loro difficoltà e gioie quotidiane, al dolore e all’inquietudine interiore 

Il tuo percorso è stato tutto in Italia?

Ho iniziato attorno ai diciassette anni formandomi con la letteratura; qualche anno dopo ho iniziato a frequentare i primi centri buddhisti in Italia e poi, nel 1999, ho continuato il mio percorso in Giappone. Oggi ci sono più maestri qui in Italia, un tempo era quasi obbligatorio andare all’estero.

Come mai il Giappone?

Mi è sempre piaciuta l’estetica giapponese, soprattutto nel contesto religioso. Non solo nell’estetica dell’abito o dei templi, ma soprattutto per l’estetica liturgica, quindi la struttura della liturgia buddhista giapponese. 

Cosa significa venerabile?

È un titolo come il “padre” o “don” cattolico. Si rifà alla parola stessa. Il Buddha disse che la comunità monastica è il più grande campo di meriti, ovvero attraverso la comunità monastica è possibile vedere la sua dottrina e quindi continuare a vedere anche lui, ovvero la liberazione. I monaci e le monache sono venerabili perché degni di venerazione e rispetto. In cambio loro ti aiutano nel percorrere la via della liberazione.

Il ven. Seiun nasce in Veneto e inizia il suo percorso Buddhista tra i 16 e i 17 anni, frequentando alcuni dojo (luoghi di pratica) dove oltre alle arti marziali si studiava anche la filosofia Buddhista

Cosa offre il Tempio?

Quello che la persona chiede. Se chiede di essere ascoltata sarà ascoltata, se chiede meditazione troverà la meditazione, se chiede preghiera si pregherà. Tutto ciò che riguarda l’ambito spirituale interiore della persona, ovviamente in linea con la nostra realtà dell’insegnamento buddhista, lo troverà.

Bisogna essere buddhisti per poter frequentare?

Assolutamente no. Ogni centro è aperto a tutti, senza alcuna distinzione. L’80% delle persone che frequentano il nostro tempio, ad esempio, non è buddhista. Ci sono molti cattolici, alcuni atei e persino qualche mussulmano.

Come mai “atei”?

Perché spesso si crede erroneamente che il Buddhismo sia una religione atea quindi provano meno fastidio. In realtà il buddhismo non è ateo. Non crede in un Dio monoteista, creatore e unico, però parla di divinità alle quali non si è interessati. Perché la liberazione si può ottenere solo da sé stessi, non da realtà esterne.

Come si interfaccia la calma del Tempio con la velocità del mondo esterno?

Il tempio offre un momento di calma e pausa, per potersi fermare ed ascoltare. Ovviamente la volontà iniziale deve partire dalla persona, perché non è possibile costringere nessuno. Poi la grande sfida è il poter tornare nella mischia con un’attenzione diversa. Qui insegniamo varie tecniche, che se nutrite possono garantire uno stile di vita diverso. Il Buddha diceva che l’obbiettivo che deve raggiungere un suo discepolo è quello di stare nel mondo senza esserne turbati. Perché altrimenti ci si chiude in una campana di vetro, e questo non avrebbe alcun senso. Bisogna invece e camminare con la schiena dritta per poter essere protagonisti della propria vita.

Quindi è possibile fermare questa velocità?

Si può fermare e si può anche non far partire. Non è semplice, soprattutto se si vive a stretto contatto con queste velocità, eppure è possibile. Io ne sono la prova diretta. La gente ha sempre corso. Con metodi e modi diversi, eppure lo ha sempre fatto. Con la tecnologia è diventato tutto ancora più logorante. L’unica salvezza è sperare che sempre più persone intuiscano il pericolo e vogliano provare a cambiare.

Info

Per raggiungere il tempio è necessario passare per il paese di Cinte Tesino e imboccare una strada sterrata in località Val Molin, nelle vicinanze del torrente Grigno.

https://www.tenryuzanji.org

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Pubblicato da Fabio Loperfido

Nato allo scadere del millennio, Fabio è uno studente errante che ancora non ha ben chiaro cosa potrebbe volere il mondo da uno come lui. Nel mentre prova ad offrire ciò che vede con i suoi occhi tramite una sua lettura, con la speranza che il suo punto di vista possa essere d'aiuto a qualcuno martellato dai suoi stessi interrogativi.