È come un gioco, va bene. E giocare su certi argomenti non è proprio una bella cosa. Ma supponiamo che le tremila persone (secondo gli organizzatori) che hanno partecipato alla manifestazione denominata “Uniamoci a Trento”, dello scorso 9 settembre, gente arrivata da tutta Italia, sotto le insegne di 29 sigle di associazioni no profit, APS e altri sodalizi, supponiamo – si diceva – che avessero ragione. Supponiamo che sia vero che la città di Trento si sta trasformando in un laboratorio a cielo aperto in cui tecniche di intelligenza artificiale vengono utilizzate per sorvegliare i liberi cittadini. E supponiamo che non sia possibile effettuare tali operazioni senza ledere l’etica e la privacy degli abitanti, come si è affrettata a dichiarare l’amministrazione comunale, alla vigilia del corteo. Supponiamo dunque che non corrisponda completamente a verità il refrain che spesso sentiamo riecheggiare in merito: e cioè che la tecnologia viene usata per la sicurezza di tutti. Supponiamo anche che non sia lontana la deriva orwelliana paventata mediante i numerosi slogan uditi durante il pomeriggio di protesta e che davvero il progetto europeo Marvel che vede il Comune di Trento al fianco della Fondazione Bruno Kessler, con altri 15 partner europei, sia una sorta di congiura ai danni della riservatezza del privato cittadino.
Data per vera – in questa sorta di gioco di ipotesi – ogni supposizione di questo settembre del nostro scontento, beh, ci sarebbe davvero di che inquietarsi. Altro che delinquenza, spaccio e furto. Per fortuna si tratta solo di supposizioni.
“Il Comune di Trento rappresenterà un caso d’uso per capire cosa accade in alcune zone della città (come parchi, piazze, sottopassaggi, incroci) dove sono installate telecamere e/o microfoni. Dall’analisi di immagini e, dove presente, dell’audio, l’obiettivo è quello di riconoscere automaticamente la presenza/assenza di persone e discriminare situazioni potenzialmente problematiche”.
Lo confesso, il virgolettato – preso direttamente dal sito del Comune (https://www.comune.trento.it/Aree-tematiche/Smart-city/Progetti-d-innovazione-in-corso/MARVEL) – mi mette un po’ i brividi. E sollecita una domanda: che ne sarà della privacy della persona ripresa o registrata nel caso in cui la “situazione” non si riveli “potenzialmente problematica”?
Ancora del sito del Comune di Trento: “Il sistema utilizzato (…) prevede di effettuare le analisi video ed audio tramite gli algoritmi di AI direttamente nelle immediate vicinanze della videocamera, senza necessità di passare per il Cloud. Soprattutto durante la fase di sperimentazione, alcuni dati verranno utilizzati per “allenare” e costantemente migliorare gli algoritmi grazie a tecniche di Machine Learning.
Non avete anche voi l’impressione di essere finiti in un film di fantascienza? Intanto che ci pensate un po’ su prima di rispondere, nel “portfolio” di questo mese vi regaliamo una carrellata fotografica del popolo della protesta, un po’ snobbato e banalizzato dai media e dalla popolazione. Loro quel film di fantascienza non lo vogliono guardare. E voi?