Tempo che corrode e vola via

C’è un momento in cui il passato si dissolve, come una fotografia che il tempo ingiallisce e sfoca, lasciando solo l’eco di ciò che è stato. La Roma degli anni ‘60 e ‘70 non è più quella che immaginiamo, né quella che abbiamo visto nei film, ma una città nascosta, quella che può essere vista solo attraverso il filtro della memoria di chi l’ha vissuta. Un bambino cresce in un mondo che non ha mai messo in discussione, sicuro di sé e delle sue certezze, finché tutto ciò che conosce, l’amore del padre, la sicurezza economica, la famiglia, comincia a sgretolarsi, lasciandolo nel vuoto di una perdita che non sa come affrontare.

È un racconto che non si limita a evocare il passato, ma lo restituisce in modo crudo e doloroso, come una ferita che non smette di sanguinare. La nostalgia qui non è un bel ricordo da custodire gelosamente, ma una forza che agisce in modo distruttivo, come se l’amarezza del tempo potesse annientare la realtà stessa. Non si tratta solo di un romanzo di formazione, ma di un inventario di tutto ciò che è andato perduto: oggetti, canzoni, dischi, storie di cronaca e frammenti di una vita che scivola via. Ogni cosa è un segno di ciò che non c’è più, ma che in qualche modo resiste nel ricordo.

Chi scrive questo libro non lo fa per nostalgia, ma per evitare che la memoria venga “corrosa dalla ruggine del tempo”. La scrittura diventa così la contemplazione di una partenza senza ritorno, come un ragazzino che osserva gli aerei decollare da Fiumicino, senza sapere che in quel gesto c’è tutta la felicità che gli basta.

Questo è “Inventario della nostalgia” (Atlantide, pag. 238, € 24), il romanzo di Giorgio Gizzi, che ci lascia con il desiderio di tornare a quel tempo, eppure con la consapevolezza amara che nulla sarà mai più come prima.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.