Toccarlo, manipolarlo, accarezzarlo, spazzolarlo e, nel senso più generale, entrarvi in contatto. Sono tutte azioni che troppo spesso consideriamo scontate. In verità, le cose non stanno affatto così e la prova riguarda tutte le situazioni in cui il nostro amico, dinanzi alle insistenze dei proprietari, manifesta reazioni di diffidenza, allontanamento o, all’estremo, di aggressività. Ebbene, quando ciò accade, la principale causa consisterà nella mancata abituazione ad una corretta manipolazione, quasi sempre nei primi mesi di età. In altri casi, le risposte di non accettazione del contatto deriveranno da spiacevoli episodi vissuti in precedenza, tali da aver fatto associare il contatto fisico a un che di disagevole. Per evitare tutto ciò, ovvero allo scopo di attenuarne gli effetti, sarà importante osservare alcune regole fondamentali. La prima si riferisce al programmare sedute quotidiane di interazione diretta, organizzando il tutto in un ambiente tranquillo. Scelta una superficie morbida, come un tappeto o un asciugamano, e collocati diversi bocconi nelle tasche, ci posizioneremo in ginocchio accanto a lui, evitando, almeno all’inizio, un approccio frontale. Rilasciato un po’ di cibo, toccheremo la zona prescelta mentre starà masticando e, subito dopo, premieremo per l’avvenuta accettazione. Ideale sarà ripetere l’operazione di contatto, nello stesso punto, per alcune volte, prima di passare ad un’altra regione del corpo. È bene sapere che anche il cane, come tutti gli organismi viventi, presenta zone di minore sensibilità ed altre, al contrario, assai delicate. Le prime riguardano il dorso, il tronco, il margine inferiore del collo, il petto e le parti “prossimali” degli arti, ossia quelle vicine al corpo. Al contrario, le zone critiche coinvolgeranno la testa, il margine superiore del collo, la groppa, la coda e le estremità degli arti stessi. In questo modo, se volessimo procedere con criterio, il raggiungimento di una parte critica dovrà avvenire partendo sempre dalla regione più agevole: dal facile al difficile. Il nostro cane si troverà così nella condizione di accettare anche i tocchi meno piacevoli, sempre in rapporto al beneficio gustativo conseguente. Il passo successivo riguarderà il far compiere le stesse operazioni ai famigliari, agli amici ed anche agli estranei, rendendo così anche la visita veterinaria, o la seduta dal toelettatore, un evento da vivere in piena tranquillità.
Tocchiamolo nel modo giusto: ci ringrazierà!
Pubblicato da Stefano Margheri
Mi hanno detto, e penso di ricordarlo, che da piccolo mi perdevo nella fattoria in miniatura, fatta di animali di diverse specie che sostituivano i tipici soldatini dell’epoca. Probabilmente, in qualche parte della memoria, questa passione si è trasformata in qualcosa di reale e a distanza di molti anni mi ritrovo ad ammirare, con lo stupore di un bambino, ogni espressione del comportamento animale. In particolare, i cani sono diventati la mia vita, oggi persino una professione, prima affiancata alla laurea in giurisprudenza e poi fatta prevalere su quest’ultima. Le qualifiche e i titoli acquisiti nei decenni mi hanno insegnato l’importanza di non smettere di imparare, coniugando la pratica dell’addestramento con il piacere curioso della conoscenza teorica. Scrivendo e descrivendo i cani, cerco di trasmettere quello che giornalmente loro stessi mi insegnano. Mostra altri articoli