Tra i misteri dello spazio profondo

Adrian Fartade, il noto divulgatore scientifico, con più di 400.000 iscritti sul suo canale Youtube, è stato ospite dell’evento organizzato dall’Associazione “Insieme Cultura” a Pergine “Luna: a love story” al Teatro di Pergine gremito di pubblico.

Com’è nata la passione per l’astronomia?

Mi ha sempre attratto il senso di avventura di ogni scoperta e anche le storie che vi sono dietro alle cose semplici che sembrano scontate. Nella scienza se anche qualcuno conosce esattamente la spiegazione del perché di una cosa, non toglie nulla della meraviglia e della scoperta di quello che puoi fare tu come indagine. Da bambino guardavo il cucchiaino da un lato e lo vedevo capovolto e dall’altra no, e questo mi ha portato a scoprire molte cose di ottica, dei riflessi e della rifrazione ed ero contento di aver risolto il problema da solo.

Come si sono evolute le missioni spaziali?

Nel 1957 per la prima volta in miliardi di anni si è potuto vedere una cosa nello spazio creata da una specie vivente, un satellite artificiale. Per questo “Sputnik 1” è così emozionante per me.  Da allora abbiamo fatto grandi passi, lanciando missioni verso tutti i pianeti del sistema solare, raccogliendo tantissimi dati, recuperato frammenti del sole, particelle del vento solare, pezzi della coda della cometa, siamo arrivati al polo nord di Marte, costruito una piccola sonda che è entrata tra le nuvole di Giove e tanto altro e tutto questo non è che l’inizio della nostra esplorazione.

Quale il ruolo dell’Italia?

E’ protagonista di molte missioni, siamo terzi in Europa dietro Francia e Germania negli investimenti spaziali e si potrebbe fare ancora di più. Nello studio del cambiamento climatico abbiamo costruito dei satelliti avanzati che servono per mappare con radar come si muove la superficie della terra, pensiamo all’utilità di vedere un movimento  anche di pochi millimetri di come una zona cambia per esempio dopo un terremoto, vedendo quali zone sono più a rischio, se c’è stato uno scivolamento che altrimenti sarebbe nascosto. Queste cose ci permettono di essere più preparati nell’affrontare le sfide per il futuro.

Cosa prefigura la nuova missione di questi giorni Artemis 1?

Dopo tanti anni siamo ritornati ad una missione lunare, la prima del nuovo programma spaziale che porterà gradualmente in 12 missioni a testare i nuovi strumenti, alla costruzione di una stazione spaziale, fino ad arrivare alla permanenza umana nel polo sud della luna.  

Cosa può insegnare all’uomo?

L’esplorazione spaziale è qualcosa che non possiamo fare se non lavorando insieme e spinge i Paesi a collaborare. Sulla luna non vi possono essere le divisioni nel nostro pianeta perché in quel posto, l’unico modo per sopravvivere è imparare a convivere in un mondo a cui non interessa niente delle nostre nazionalità, siamo tutti umani in un ambiente ostile e nuovo ma incredibilmente meraviglioso.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.