Samantha Cristoforetti è senza dubbio un orgoglio italiano ed europeo. Ed anche trentino, se è vero com’è vero che, nata a Milano da una famiglia solandra, è cresciuta in quel di Malè ed ha studiato tra Trento e Bolzano. Lei stessa ha salutato la sua terra d’origine quando dall’oblò della Stazione Spaziale Internazionale ha scattato una foto del nostro territorio visto dallo spazio, l’ha condivisa sui social-network e ha scritto: «Ecco il Trentino-Alto Adige, la bellissima regione dove sono cresciuta». Cristoforetti rappresenta l’antitesi dello spirito di questi “Blues di Provincia”, che servono per lamentare le nostre frustrazioni e le nostre malinconie di abitanti di una terra splendida, ma chiusa nei suoi confini, geografici e soprattutto culturali, per lo più tagliata fuori dal discorso pubblico generale. Citando il maestro Andrea Castelli: «Se a Roma sciopa en tombìn, i fa en servizio al Tg1. Da noi se ghe vòl almen vinti morti». Una terra dove le ambizioni vengono frustrate e persino la domanda: «Che facciamo stasera?» ha come risposta uno sconsolato: «Il solito, birretta e giro al Sass». Una terra che si fregia spesso delle famose “eccellenze trentine”, che svetta in cima alle classifiche della qualità della vita, ma che rimane una zona di transizione, una bella addormentata. Eppure, è da questo contesto che spunta, imprevedibile, AstroSamantha. Dando un’occhiata al curriculum di Samantha Cristoforetti, ciò che colpisce è la sua sconvolgente normalità. Samantha ha frequentato le scuole pubbliche: ha conseguito la maturità scientifica al Liceo Da Vinci di Trento (chissà che rabbia quelli del Galilei!). Chissà quante volte anche lei ha fatto il “giro al Sass” senza ben sapere come impiegare le sue serate. Poi è approdata negli Stati Uniti partecipando ad un normalissimo progetto di Intercultura, come fanno centinaia di studenti ogni anno. La immaginiamo eccitata dall’occasione, come lo sarebbe qualunque studente: ma chissà se già allora lei aveva dentro di sé un’idea del suo destino. Poi si è laureata in ingegneria meccanica all’Università Statale di Monaco. Enfasi sullo “statale”: si tratta di un’università pubblica. Poi è entrata nell’Aeronautica militare, specializzandosi sempre di più. E poi, gradino dopo gradino, è arrivata lassù, letteralmente nel cielo, stella tra le stelle. Non ha frequentato costosissime università private, non ha fatto come certi presunti “ragazzi prodigio” (in genere rampolli di famiglie danarose) che si laureano a 19 anni saltando anni di scuola, approfittando delle scorciatoie permesse nelle scuole private. Per lei, niente di tutto ciò. AstroSamantha rappresenta il simbolo vivente che la determinazione, l’intelligenza, il lavoro, il talento, lo studio, la dedizione ad un progetto gigantesco ed all’apparenza impossibile, sono tutti gli strumenti che servono per scardinare i confini asfittici della trentinità. Ci concediamo l’orgoglio di omaggiare questa donna formidabile, questa trentina eccezionale, eppure nella sua straordinarietà, incredibilmente normale. Però, non riusciamo a scacciare un interrogativo: AstroSamantha è un grandioso incidente di percorso? In che modo interpella il nostro territorio? Quanto Samantha è riuscita a diventare AstroSamantha “in quanto” trentina, e quanto vi è riuscita “nonostante” sia trentina?
Trentina, straordinaria e normale
Fabio Peterlongo Scritto il
Pubblicato da Fabio Peterlongo
Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino. Mostra altri articoli