
Chi sono veramente i trentini? Complice la luna piena in Vergine e un Mercurio retrogrado dispettoso, oggi la mia penna (trentina, ovviamente) scorre caustica nel delineare vizi e virtù dell’amato popolo trentino. I trentini sono un popolo unico, sospeso con naturalezza tra precisione teutonica e passione italiana. Gli ci vuole tempo però, per aprirsi. Il trentino non è scortese, è riservato. Se provi a stringer con lui amicizia, ti ci vorrà del tempo per scalfire la dura corazza che mostra all’esterno; ma se avrai pazienza e saprai muoverti con tatto e diplomazia, t’offrirà la sua eterna fiducia. Quindi, non ti preoccupare se dopo mesi di conoscenza, non sei stato ancora invitato a cena: lui sta valutando se sei degno di varcare la soglia di casa e di conoscere la ricetta segreta del tortel di patate. Ma fai attenzione: la cucina chiude presto! Se ti presenti alla porta alle 21:30, preparati a ricevere un secco no per cena, e una risposta del tipo: “Eh, l’è ora de nar en tel let!”. Ma in fondo, i trentini possiedono un cuore caldo, un profondo senso di comunità, un gusto della parola ironicamente essenziale: “Tut el gha ‘n termin, for che le luganeghe che le ghe n’ha doi”. Se l’ozio è il padre dei vizi, il trentino professa la religione del lavoro, benedicendo il tempo passato a fruttificare il seme dei padri, che sarà dei loro figli. Il riposo è sospetto, una perdita di tempo, ed il tempo è denaro. Solo a mali estremi, estremi rimedi. Così si concede una pausa, maledicendo la cattiva sorte di essere stato messo in attesa. E vogliamo parlare delle ferie? Ecco che finalmente, coglie l’occasione per rivoltare la casa da cima a fondo, togliendo anche il più piccolo granello di polvere rimasto in sospeso. E poi c’è l’orto da zappare, la soffitta da svuotare, la grigliata da preparare, l’erba da tagliare. Il trentino ama il suo territorio e lo considera sacro. La montagna in Trentino non è solo un’opera da ammirare: è un’istituzione. Se sei in Trentino, preparati a camminare se non vuoi essere guardato con sospetto. E non vale dire che non sei allenato, che fino alla malga ci arrivano anche i bambini! Peccato che “fino alla malga”, significhi 1000 metri di dislivello, 10 km di camminata e un finale scoppietante all’ultimo respiro. E non provare a buttare per terra una cartaccia, perchè il trentino ti fulminerà all’istante e, se non sistemerai in fretta il misfatto, si precipiterà lui stesso, a riportare l’ordine in natura. Nei rifugi e sui sentieri la parola d’ordine è Respekt. Anche se il bosco è fitto e impenetrabile, loro sanno dove hai messo piede; vietato lasciare tracce. Vietato urlare, il trentino è allergico ai rumori molesti; concesso solo farsi sentire quel tanto che basta per mettersi in salvo. Ma se schiamazzi in un paese dopo le 22:00, è possibile che qualcuno chiami la volante per essere lasciato in pace e fare sogni tranquilli. E non parliamo della puntualità. Se hai un appuntamento con un trentino alle 12, non presentarti poco oltre: alle 12:05 potrebbe iniziare a spazientirsi; alle 12:10 sei già finito sulla lista nera; alle 12:15 ha lasciato il campo. Nella sua vita tutto è organizzato nei minimi dettagli: dalle vacenze, pianificate con mesi d’anticipo, al programma della sagra di paese, stabilito con riunioni fiume, degne del miglior summit. Essenziale su tutto, il trentino non dimentica di guardare il cielo appena sveglio, d’annusare l’aria, d’osservare il comportamento degli animali domestici: “Quando il gatto si liscia le orecchie aspettati acqua da riempir le secchie!”. Non gli servono app sofisticate per prevedere il tempo che farà; è la parola dei vecchi che conta. E se poi si sbagliasse? Tranquillo. Il trentino non sbaglia mai, sei tu che hai capito male. Ritenta e sarai più fortunato. Insomma, se conquisti un trentino, hai trovato un amico per la vita (o almeno fino al prossimo rifugio).