
Capelli chiari, ricciuti, occhi azzurri, tratti raffinati, il nostro Sandro è un bambino di seconda elementare tanto bellino ritratto nell’immancabile foto col vestito della prima Comunione. Ha la faccina molto seria, concentrata, da primo della classe. Di cognome fa Schmid, ovvero “Sarto”: trascritto anche in altri modi, a seconda della lingua: Schmidt, Schmid, Smith… è il cognome più diffuso in Occidente. Questi Schmid trentini di cui fa parte Sandro vennero da Vienna nel 1600 per lavorare come tecnici minerari nelle miniere di Calceranica. Per arrivare ai nostri giorni il padre di Sandro, Giovanni, è tipografo (alla Temi e alla Saturnia); la madre, Maria Degasperi Camin è di Sardagna, lontana parente dello statista. Di famiglia irredentista, nascose un disertore ungherese sino alla fine della guerra e il 3 novembre 1918 accolse i cavalleggeri italiani sul ponte del Fersina sventolando tricolori di fortuna. Maria era cugina di Egidio Buccella, caduto in combattimento, medaglia d’oro al valor militare. C’è poi la sorella Silva (1933), il fratello Aldo (1937), pittore astratto a cui è intitolata a Trento una scuola, e infine Sandro, nato il 2 gennaio 1942 nel quartiere di San Pietro a Trento. Dopo il primo bombardamento della città gli Schmid vennero sfollati in collina a Villazzano. Racconta Sandro: ”Una volta nel cielo di Villazzano arrivò un caccia alleato. La contraerea tedesca sparava a tutta. Per fortuna c’era lì mio zio Toni: mi afferrò e mi fece volare nel fossato a lato della strada. Probabilmente mi salvò la vita. Altro flash: ultimi giorni di guerra. Un tedesco in fuga che cerca disperatamente una bicicletta. C’è mia madre che tiene me in braccio. Niente biciclette, dice mio padre al tedesco, che alza la sua arma contro mia madre (forse la vuole solo spaventare). Lei dice “Mutter, Mutter…“. Il Tedesco addocchia una bicicletta, abbassa l’arma, balza in sella e si mette a pedalare verso Nord… Finalmente finisce la guerra, il nostro Sandro va a scuola alle ”Sanzio”; tra i suoi compagni di classe Franco De Battaglia, futuro famoso giornalista. Divengono amici e lo sono tuttora. Altre amicizie di quegli anni: quella col giovane napoletano Raffaele Pagano con cui frequenterà le Elementari, le Medie e il Liceo Scientifico. Pagano si laureò poi in medicina diventando medico condotto: sono amici da una vita. Reduce dalla Germania il padre di Raffaele si era fermato a Trento ed evidentemente si era trovato bene. Altra amicizia fondamentale, che dura tuttora, quella col giovane segretario della CGIL campana Nando Marra.


Finito il Liceo, Sandro iniziò la militanza politica. I primi anni Sessanta inaugurano una nuova epoca: sono gli inizi del boom economico, l’inizio di Sociologia, l’incontro con Mauro Rostagno (suo coetaneo) e gli altri leader studenteschi; la militanza nella FGCI, l’organizzazione giovanile nel PCI, di cui diventa segretario. È un’escalation. Nel 1964 sposa Elda, tra le fondatrici del primo Sindacato Scuola CGIL di Trento: emblematico il suo viaggio di nozze al convegno internazionale della Gioventù Socialista ad Algeri per festeggiare l’indipendenza. Inizia la sua attività sindacale alla Camera del Lavoro. L’anno seguente diventa segretario generale della FIOM (il segretario più giovane d’Italia). Dal’75 al ’77 si trasferisce a Caserta, come segretario generale della FLM, il sindacato unitario dei metalmeccanici. Infine nel 1969, assieme a Giuseppe Mattei della CISL e a Livio Del Buono della UIL crea il Sindacato Metalmeccanici Unitario Trentino (SMUT): un sogno sotto la bandiera dell’unità operaia bello quanto breve. E non fu sufficiente che il bozzetto della tessera dello SMUT fosse opera di Aldo, l’eccezionale artista fratello di Sandro… A questo punto getto un’occhiata al promemoria che Sandro mi ha preparato per questa intervista e mi spavento: lo spazio previsto per il “ritratto” di Sandro si sta già esaurendo. Programmiamo fin da subito una seconda puntata (dagli anni di Caserta, con la guida della FIOM e della FLM – il sindacato unitario).

Nel comprensorio di Napoli e Caserta lo raggiunge la moglie Carla, che continua lì l’insegnamento.
L’impressione è che gli anni passati a Caserta siano stati tra i più felici della sua vita… “Già – conferma lui. Il periodo più entusiasmante della mia vita”. Nel brillio dei suoi occhi azzurri, quasi si rivedono il comprensorio industriale in gran parte nuovo, con una classe operaia molto giovane, ragazze e ragazzi con idee nuove e una gran voglia di battersi.
Nel 1977, da Caserta si sposta a Roma, dove abiterà con la moglie Carla, insegnante, sino al 1994. È responsabile nazionale per il settore delle macchine agricole e delle politiche per il Mezzogiorno, assieme a Nando Morra, ora nella Segreteria Nazionale della FLM. Si consolida anche l’amicizia con il segretario della FIOM Bruno Trentin (le amicizie collaborative hanno sempre recitato per Sandro un ruolo molto importante).
Il 1978 è l’anno della morte in un incidente ferroviario del fratello Aldo, artista di portata internazionale, e della nascita del figlio Davide, che si laureerà a Bologna in economia politica.


Schmid segue Trentin come responsabile dell’Ufficio Mercato del Lavoro e delle politiche del Lavoro, affrontando una crisi economica che demoliva le conquiste sociali precedenti e produceva nuove forme di lavori precari. Con Trentin condivide anche la grande passione per la montagna; come la scalata della direttissima invernale del Corno Piccolo del Gran Sasso. Quando Trentin sostituisce Luciano Lama alla guida della CGIL, passa alla Segreteria nazionale del sindacato dei chimici: vi trova un ancora poco conosciuto Sergio Cofferati.
Nel 1996, lascia il Sindacato quando viene eletto deputato nella lista dell’Ulivo di Prodi. In seguito è presidente della CGIL del Trentino, dell’Anpi provinciale, della rivista culturale UCT. Giornalista pubblicista, ha scritto su numerose testate, saggista che ha pubblicato una quindicina di libri sull’antifascismo e le lotte operaie in Trentino, sulla Guerra di Spagna, su biografie di personaggi della sinistra come Renato Sinigaglia, Giovanni Parolari, Dante Dassatti (imminente la pubbicazione dellla biografia di Ferdinando Tonon); ma anche del mondo cattolico, come don Lorenzo Guetti. Un lavoro coinvolgente appassionato, imponente.
Piace concludere citando un’impresa allo stesso tempo sportiva, culturale e spirituale: la scalata, nel 2010, con l’amata Sosat, del Kala Patthar, una vetta himalayana attorno ai settemila metri. Il nostro Sandro aveva già la bella età di 68 anni…

