Un “climate wall” per metterci la faccia

Contro la crisi climatica bisogna metterci la faccia. Questo il grido del Wwf, che in vista della Youth4climate e della PreCop a Milano la prossima settimana e fino ai negoziati Onu della Cop26 di Glasgow a novembre, invita “le persone di ogni età e da ogni parte del mondo a diventare il tassello del primo grande Climate Wall: uno schermo in cui vengono mostrati i terribili effetti della crisi climatica e che lancia un appello a mobilitarsi per il clima”.
    Nel renderlo noto con un comunicato, l’associazione ambientalista spiega che “non si tratta di uno schermo qualunque: i pixel che compongono le immagini sono i selfie di tutti coloro che vorranno metterci letteralmente la faccia e fare sentire la propria voce ai governi, affinché agiscano con urgenza per accelerare l’uscita dai combustibili fossili a livello nazionale, europeo e globale e per azzerare le emissioni di Co2 ben prima del 2050″.


Il 28 settembre, in cui a Milano inizia la “Youth4Climate: Driving Ambition”, il Climate Wall del Wwf arriverà nella stazione Centrale “sull’iconico jumbo led in Galleria dei Mosaici, dove quelle immagini su come il cambiamento climatico stia impattando sulle nostre vite, saranno sotto gli occhi di tutti. Grazie al Climate Wall anche chi non sarà fisicamente a Milano potrà partecipare alla Youth Cop e mandare il proprio messaggio per il clima: l’emergenza climatica è oggi, nessuno è al sicuro e serve una vera transizione energetica. Le istituzioni devono diventare protagoniste nella lotta al cambiamento climatico”, conclude il Wwf.
    Per diventare un tassello del Climate Wall, basta scaricare la App Climate Wall e inviare il proprio selfie così si entrerà in tempo reale all’interno della big picture presente sul sito Wwf (wwf.it/climatewall) e allo stesso tempo nella comunità di tutti coloro che pretendono un cambiamento reale e chiedono alle istituzioni di essere ascoltati. Ognuno potrà poi condividere le sue richieste attraverso i propri canali social usando l’hashtag #Climatewall. (ANSA).

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