Sono 827 i ragazzi tra i dieci e i diciotto anni che hanno preso parte alla trentaseiesima edizione del Campeggio provinciale per Allievi Vigili del Fuoco Volontari del Trentino, svoltosi a Cavareno e Revò tra il 29 giugno e il 2 luglio. Assieme agli allievi hanno partecipato 357 tra istruttori e accompagnatori. Quattro giorni di vita comunitaria, aperti dall’alzabandiera mattutino, scanditi da manovre, escursioni, seminari, chiusi dall’abbassa-bandiera serale preludio alle notti in tenda. E se è vero che gli allievi pompieri non prendono parte a interventi di soccorso, essi ne apprendono le basi, assorbendo un sentimento di servizio per la comunità. Il presidente della Federazione Vigili del Fuoco Giancarlo Pederiva ha evidenziato quanto sia importante per i giovani avvicinarsi al mondo dei pompieri: «Il campeggio è un’occasione preziosa, i nostri vigili allievi imparano a stare insieme al di fuori delle comodità domestiche. È un momento di confronto e di crescita estremamente importante». Abbiamo trascorso qualche momento in mezzo agli aspiranti vigili del fuoco durante le prove generali tenute al campo sportivo di Revò, raccogliendone le voci.
IL GRUPPO DI SAN MARTINO DI CASTROZZA
Per Gabriele Tomas, 12 anni di San Martino di Castrozza, è stato importante l’esempio dei familiari: «Mio papà è pompiere, ho sempre amato ascoltare i suoi racconti – ha detto Gabriele. Ancora non prendo parte a veri interventi, ma mi piace molto fare le manovre e sicuramente proseguirò anche dopo i diciotto anni». Gabriele apprezza i momenti simbolici: «In questi giorni di campeggio mi è piaciuto molto il momento dell’alzabandiera, siamo tutti insieme e sentire gli inni, è emozionante». Da San Martino di Castrozza arriva Martino Tisot, 23 anni, referente del gruppo locale: «Nel nostro paese di 530 abitanti abbiamo una decina di allievi che ci aiutano a tenere viva questa tradizione». Martino ha sottolineato l’importanza educativa dell’esperienza del pompiere: «È un percorso importante, mostra cosa vuol dire essere bravi cittadini, pronti per aiutare gli altri». Martino ha indicato un momento significativo avvenuto durante un soccorso: «L’anno scorso quando intervenimmo in Val di Fassa in occasione di una bomba d’acqua, alla fine dell’intervento eravamo coperti di fango e la gente ci applaudiva. È stato un momento indimenticabile».
I GRUPPI DELLA VAL DI NON
Per Alice Ianes, 15 anni di Castelfondo, cruciale è stato l’esempio dei familiari: «In famiglia siamo tutti pompieri, ho questo posto da quando sono nata», ha detto Alice che riflette sulla presenza ancora minoritaria di ragazze: «Iniziano ad aumentare le presenze femminili ed è un bene, anche se quello del vigile del fuoco continua ad essere percepito come un mondo soprattutto maschile. Purtroppo molte si fermano quando c’è da passare da allievo a “regolare”, viene ancora vista come una cosa strana ed è un peccato», ha sottolineato Alice.
Sebastiano Covi, 19 anni di Fondo, ha seguito le orme dello zio pompiere: «Sono entrato negli allievi a 10 anni, appena è stato possibile iscrivermi». Sebastiano ha già qualche intervento alle spalle: «Uno di questi è stato l’incendio di una canna fumaria. Lì ho realizzato quanto sia importante aiutare le persone in difficoltà. Agli allievi cerchiamo di trasmettere insegnamenti importanti, come la serietà e il rispetto verso le persone più grandi».
I GRUPPI DELLA VALLAGARINA
Roberto Fait, 68 anni, veterano dei Vigili del Fuoco di Volano, indossa una divisa «retrò»: «È stata la mia prima uniforme. Mi sono avvicinato ai pompieri facendo il “piromane” – scherza Roberto – Da ragazzini giocavamo nei boschi a costruire le casette di frasche, ad un certo punto volevamo fare un fuoco, ma si sollevò il vento e il prato prese fuoco. Tornai a casa pregando che qualcuno intervenisse e grazie ai pompieri per fortuna fu così». Un episodio che per Roberto è stato illuminante: «L’episodio mi fece avvicinare a questo mondo, mi insegnò il valore di quelle persone. È un’esperienza importante per i giovani, che a me ha dato tanto, mi rammarico che a una certa età certi interventi non si possano più fare».
Zvezdan Avancini, 17 anni di Villa Lagarina, indica di essere arrivato alla scelta in autonomia: «Volevo provare quest’esperienza, è stata una mia scelta, anche se mio nonno era vigile del fuoco». Zvezdan ama in particolare le manovre, in cui si simulano gli interventi: «Le manovre sono belle, danno la possibilità di provare la sensazione dell’intervento. Apprezzo anche la possibilità di fare nuovi amici».
Pietro Benedetti, 12 anni di Mori, segue le orme dei fratelli maggiori: «Mio fratello e mia sorella sono vigili del fuoco» ha detto Pietro esprimendo grande consapevolezza: «Può essere un modo per fare amicizie, ma porta a mettersi al servizio degli altri ed è importante essere concentrati. Aiuta la maturazione, rispetto ad un anno fa sento di avere imparato molte cose».
Insomma, per i giovanissimi è importante la dimensione relazionale e la volontà di fare amicizie, ma spesso grazie al modello appreso in famiglia, non manca la consapevolezza di andare incontro ad un impegno pieno di responsabilità verso la propria comunità.
TANIA SEPPI: «PER UNA DONNA FARE IL POMPIERE È IMPEGNATIVO»
Tania Seppi, 33 anni, di Ruffré, fa parte del gruppo di Amblar ed è responsabile del distretto di Fondo per il gruppo allievi. «Entrai nel gruppo un po’ per gioco quando avevo 14 anni. Mio nonno era vigile del fuoco, oggi lo è mio marito, mio cognato è comandante ed i miei tre figli vogliono entrare a farne parte. La più grande ha nove anni e fa il conto alla rovescia». Tania sottolinea come i Vigili del Fuoco siano una famiglia: «Anche al di là dell’intervento pompieristico, c’è tutto un mondo di relazioni attorno. Si tratta di un’esperienza importantissima per i ragazzi, imparano che essere vigile del fuoco non è solo indossare una divisa, è un percorso di crescita personale». Diventare pompieri significa mettersi a servizio degli altri: «In modo gratuito per altro, questa è una specificità tutta trentina», indica Tania, che rileva come la presenza femminile sia rimasta più o meno stabile: «Per molte donne è difficile conciliare l’impegno con i Vigili del Fuoco con il lavoro e la vita familiare». Le chiediamo quale sia il suo segreto per conciliare questi aspetti: «Non ho segreti, ce la faccio perché sono motivata dalla passione, ma non nego sia impegnativo, spesso i miei figli li porto con me dappertutto!».