“Versus Medici” di Basquiat presto all’asta da Sotheby’s

Jean Michel Basquiat sfida i Medici e il Rinascimento italiano in una eccezionale tela all’asta da Sotheby’s il 12 maggio: “Versus Medici” è il titolo del quadro completato dall’enfant prodige della Street Art nel 1982, lo stesso anno di “Untitled”, il monumentale teschio acquistato nel 2018 per 110,5 milioni di dollari dal miliardario giapponese Yasuku Maezawa. Con molti degli elementi del linguaggio artistico di Basquiat – la corona simbolo di regalità, di eroismo e della soggettività nera nell’arte occidentale, il cappio dei linciati – il quadro confronta il Rinascimento italiano “dichiarando guerra alla storia dell’arte ma anche incoronando l’autore come legittimo successore di maestri come Michelangelo, Leonardo e Botticelli”, afferma Sotheby’s che ha valutato l’opera tra i 35 e i 50 milioni di dollari.

Artista rivoluzionario e beniamino dei ricchi, Basquiat, che da ragazzo frequentava assiduamente il musei come il Metropolitan e il Brooklyn Museum, era entrato in contatto con l’arte italiana prima e durante la sua prima personale, nel 1981 alla Galleria d’Arte Emilio Mazzoli di Modena: una mostra che anticipò di tre anni il vero debutto americano, nel 1984 da Mary Boone. Basquiat aveva appena 22 anni quando creò “Versus Medici”, “Untitled” ed altre opere centrali della sua meteorica carriera. Il dipinto offerto da Sotheby’s è articolato come se fosse un trittico: al centro per l’intera lunghezza domina una figura scheletrica in piedi con un labirinto di intestini rosa delineati sopra il torso: un omaggio all’interesse per la scienza di antichi maestri come Leonardo, ma anche alla familiarità dell’artista figlio di immigrati da Porto Rico e Haiti con “Gray’s Anatomy”, il classico manuale di anatomia di Henry Gray che la madre gli aveva regalato a otto anni mentre si riprendeva da un grave incidente stradale. Un testo misterioso, forse in greco, viene ripetuto tre volte in alto a destra: “Aopkehsks”, che Sotheby’s interpreta (senza meglio specificare il perché) come variante su “Apoteosi” o l’ellenizzazione del nome del faraone egiziano Amenhotep.

Il quadro non è mai passato attraverso un’asta: lo ha messo in vendita un collezionista anonimo che nel 1990 l’aveva comprato dal collezionista belga Stephane Janssen, il quale a sua volta lo aveva scoperto nello studio dell’artista durante una visita organizzata dal gallerista Larry Gagosian. Quattro dei cinque Basquiat più cari furono dipinti nel 1982. Solo pochi giorni fa Christie’s Hong Kong ne ha battuto uno per 41,8 milioni di dollari: un record per un’opera d’arte occidentale venduta in Asia.

Condividi l'articolo su: