Volare, nel blu sempre meno blu!

Quante volte ci capita di guardare all’insù e vedere il cielo tagliato dalle scie bianche degli aerei? Linee rette che si allungano nell’azzurro, e, talvolta incrociandosi, creano strane geometrie, così innaturali rispetto alle nuvole vere. Quelle scie non sono altro che la condensazione di vapore acqueo degli scarichi degli aerei, vapore che unito all’anidride carbonica, – che costituisce gran parte del gas emesso – agli ossidi di azoto, i particolati e monossidi di carbonio rilasciati da un volo, contribuiscono per circa il 5% all’aumento del riscaldamento del pianeta. Gli aerei sono alimentati a cherosene, e si stima che un volo di linea bruci in media un chilo di carburante al secondo, specialmente nella fase del decollo, anche se il consumo di carburante dipende sempre anche da altri fattori, come le condizioni metereologiche e il carico trasportato. Mediamente un volo produce qualcosa come 285 g di Co2 per km a persona. Chiaramente è il mezzo di trasporto più inquinante in termini di impatto pro capite anche se mai, a livello globale, come il trasporto su strada, ovviamente, dato che è decisamente più utilizzato. È difficile sostituire però l’indubbia utilità del mezzo aereo così come anche ridurne l’impatto ambientale. Un tentativo è stato fatto dal governo francese, che di recente ha introdotto un decreto per vietare i voli brevi per quelle tratte interne, inferiori alle due ore e mezzo di tempo, che possono essere sostituite da uno spostamento in treno. Sembrerebbe un primo tentativo serio, in realtà, a ben vedere, il decreto è poco efficacie, dato che le sue condizioni sono applicabili solamente tra l’aeroporto di Parigi-Orly e quelli di Nantes, Lione e Bordeaux, ovvero solamente su tre tratte. Insomma, l’intenzione c’è, ma occorre fare di più. Certo, le compagnie cercano di rendere più efficienti le tecnologie dei propri velivoli per ridurre al minimo i consumi, si studiano le rotte per impattare il meno possibile e ci sono aziende che provano ad utilizzare biocombustibili, alternativi al cherosene. Qualcosa, ma non basta. 

Un’altra novità in tema arriva invece dalla Svezia, dove dallo scorso giugno la Scandinavian Air Company ha aperto le prenotazioni per un viaggio a bordo del primo velivolo alimentato da energia elettrica, l’Heart Aerospace ES-30. Un viaggio da circa 170 euro a biglietto, che dovrebbe poter collegare, nel 2028, la Svezia a Norvegia e Danimarca. I posti disponibili a bordo sono una trentina. L’aereo ha 4 motori elettrici in grado di coprire 200 km, anche se la compagnia punta ad aumentare la distanza entro pochi anni. Sarà il futuro dell’aviazione? Chissà, di certo è bene trovare delle alternative per rendere i voli più sostenibili. Dal canto nostro, se proprio dobbiamo spostarci per diletto, possiamo scegliere destinazioni che non richiedono un viaggio aereo. Anche in treno (o in bici) si possono raggiungere località bellissime. Certo, magari non saranno le Maldive, ma in fondo, ormai non serve più andare tanto lontano per trovare sole e un clima tiepido, anche d’inverno…

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Silvia Tarter

Bibliofila, montanara, amante della natura, sono nata tra le dolci colline avisiane, in un mondo profumato di vino rosso. La vita mi ha infine portata a Milano, dove ogni giorno riverso la mia passione di letterata senza speranza ai ragazzi di una scuola professionale, costretti a sopportare i miei voli pindarici sulla poesia e le mie messe in scena storiche dei personaggi del Risorgimento e quant'altro. Appena posso però, mi perdo in lunghissimi girovagare in bicicletta tra le abbazie e i campi silenziosi del Parco Agricolo Sud, o mi rifugio sulle mie montagne per qualche bella salita in vetta. Perché la vista più bella, come diceva Walter Bonatti, arriva dopo la salita più difficile.