Voltarsi dall’altra parte non basta più

Il 16 marzo 1968, i soldati della Compagnia C dell’esercito Usa guidati dal sottotenente William Calley furono incaricati di sradicare i Vietcong nel villaggio di My Lai, e uccisero 347 civili inermi, principalmente vecchi, donne, bambini e anche neonati. Per mettere a tacere l’opinione pubblica sconvolta gli fu dato l’ergastolo, ma Calley non scontò mai alcuna pena. Stette agli arresti domiciliari. Mentre questi attendeva l’appello (verrà graziato) Richard Nixon fece una dichiarazione sull’aborto: “non posso farlo quadrare con la mia personale fede nella santità della vita umana”. Il giovane Philip Roth scrisse un pezzo satirico in cui un “Cittadino Preoccupato” esprimeva la sua inquietudine per l’eventualità che alcune delle donne trucidate a My Lai potessero essere incinte e di conseguenza aver “inavvertitamente” abortito.

Diceva Pablo Picasso che “tutto ciò che puoi immaginare è reale”. Quel su cui il grande pittore spagnolo tace è cosa accade nel caso in cui fatti difficili da immaginare sono al contempo incontrovertibilmente reali, come quelli narrati qui sopra.

O come, facendo le dovute proporzioni, la vicenda che sta mettendo un po’ sottosopra le coscienze dei benpensanti di casa nostra. Mi riferisco al gruppo di profughi pachistani che malgrado l’invisibilità è riuscito a far parlare di sé. Nel Trentino dei mercatini e del turismo di massa, della corsa ai regali, in questa provincia affetta da una strana forma di gigantismo che le permette di non precludersi nulla – dal concerto con 120mila spettatori a impianti di risalita posti a 600 metri sul livello del mare, un traffico automobilistico insostenibile oramai da anni – non abbiamo potuto fare a meno di accorgerci di come il mondo dei “non vivi” sia molto più vicino a quello dei “vivi” di quanto potessimo pensare.

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Voltarsi dall’altra parte è un trucco che forse non funziona più.

direttore@trentinomese.it

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.