Yeman Crippa: la mia passione, la mia vita

Fresco vincitore agli Europei di mezza maratona, ora lo aspettano le Olimpiadi. Ecco l’intervista da noi pubblicata qualche giorno prima del trionfo di Roma.

Yeman Crippa, Yemaneberhan il nome completo, campione nello sport e nella vita. Nato il 15 ottobre 1996, con tanti sacrifici e tanto impegno ha raggiunto grandi risultati nell’atletica leggera. Campione europeo nei 10.000 metri nel 2022, medaglia di bronzo agli Europei di Berlino nel 2018 nei 10.000 metri e a quelli di Monaco nel 2022 sui 5.000 metri, primatista italiano tra gli altri di 3000, 5000, 10000, maratona e mezza maratona. Ha vinto in tutte le categorie e specialità del mezzofondo, dalla pista alla corsa campestre e alla corsa in montagna. Campione europeo juniores di cross per due volte sia a livello individuale che a squadre, campione europeo Under 23 nei 5000 metri nel 2017. Un palmares incredibile, un esempio di correttezza e umiltà, un riferimento sano per i giovani. Gli Europei di Roma a giugno e le Olimpiadi di Parigi ad agosto sono i due grandi obiettivi per l’atleta tesserato per le Fiamme Oro di Padova. 

Come sei arrivato all’atletica leggera?

Sono un ragazzo etiope adottato, arrivato in Italia nel 2003 con i miei cinque fratelli, prima ero in orfanatrofio ad Addis Abeba. Eravamo orfani dei genitori etiopi e sono venuti a prenderci i miei genitori, Roberto e Luisa Crippa. In Italia mi sono trovato benissimo, mi sono inserito sia nella scuola che nello sport, prima con il calcio e poi con l’atletica grazie alle gare della scuola in quinta elementare e prima media. Ho vissuto a Montagne vicino a Tione fino ai 15 anni per poi trasferirmi a Trento. Il mio allenatore Massimo Pegoretti è di Trento ed era scomodo tutti i giorni andare avanti e indietro con la corriera.

Come è stato il passaggio dal calcio all’atletica?

Molto difficile perché il calcio mi piaceva un sacco giocarlo e vederlo, ma soprattutto giocarlo. Ero con il Val Rendena. L’atletica non era ancora la mia passione però vedevo un futuro in questo sport e il calcio come divertimento. Non sapevo se era la scelta giusta abbandonare il calcio, ma poi grazie ai consigli di mio papà e dell’allenatore mi son deciso a farlo.

Quando l’atletica è diventata una passione e un lavoro?

A 17 anni ero già nel gruppo sportivo della polizia da professionista e volevo fare ancora il ragazzino che si diverte. In quel momento è stato un po’ difficile ma poi sono arrivati i primi risultati a livello internazionale giovanile e ho capito che dovevo iniziare a fare questo sport seriamente, e con calma è arrivato a piacermi, e oltre ad essere un lavoro è diventata la mia passione.

Roma17/09/2020 Golden Gala Pietro Mennea, Wanda Diamond League – foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Hai gareggiato prima con l’Atletica Valchiese e poi con il Gs Valsugana Trentino. Come è stato questo periodo?

Molto impegnativo ma c’era la voglia di emergere e di  entrare in un gruppo sportivo: ecco cosa mi ha spinto a fare questi sacrifici però è stata dura. Tre volte in settimana uscivo da scuola e prendevo la corriera da Tione a Pergine, poi l’allenamento e poi il ritorno a casa. Uscivo il mattino alle 6 e rientravo alle 21, non era facile ma avevo la spinta e la voglia di diventare qualcuno.

Quanto ti hanno aiutato i genitori?

Tantissimo, mi hanno sempre aiutato e stimolato a fare sport, mi hanno insegnato che sia nello sport che negli studi e nella vita bisognava meritarsi ed impegnarsi, devo dire che li ho ascoltati solo nello sport perché nella scuola non ero proprio bravissimo. Mi hanno sostenuto e portato dappertutto alle gare e sono andato avanti grazie a loro.

Quali i momenti più importanti del tuo percorso?

Primo entrare in un gruppo sportivo poi la conquista della prima medaglia a livello assoluto ai campionati europei di Berlino nel 2018 e poi la medaglia d’oro ai campionati europei di due anni fa. Ora è iniziata la mia carriera da maratoneta e spero di raccogliere qualche altra soddisfazione. 

Con l’allenatore, Massimo Pegoretti

Come ti muovi tra le varie discipline?

Ho cambiato spesso per cercare di essere un atleta completo su pista, su strada o altro. Il mio percorso è verso la maratona quindi alcune cose le devo tralasciare come la pista, i cross li posso forse fare, non è facile però quando prepari una maratona riuscire a correre forte nei cross. Me ne farò una ragione, voglio diventare un maratoneta e correre forte e questo significa anche rinunciare alle distanze più corte.

Come riesci a gestire le gare?

Nelle gare importanti c’è la tensione,  un po’ di insicurezze positive che ci devono essere perché vuol dire sentire la gara. Sono un ragazzo tranquillo, arrivo alle gare preparato e quindi l’unica tensione è quella del giorno prima o di qualche ora prima.

Il tuo rapporto con l’allenatore Massimo Pegoretti? 

Siamo come cresciuti insieme, io da atleta lui da allenatore e in questi 13-14 anni che ci vediamo tutti i giorni al campo si è creato un rapporto di amicizia forte e una collaborazione basata sulla fiducia reciproca.

Come ti senti nell’essere diventato un esempio e un punto di riferimento?

È bello essere amati dalle persone e me ne accorgo soprattutto in Trentino. Mi sento in dovere di ridare la fortuna che ho avuto, la possibilità che mi è stata data di fare il professionista, di aver fatto di una passione un lavoro e mi fermo volentieri con i ragazzi un po’ di più anche dopo le gare a fare le foto e a scambiare due parole per cercare di insegnare qualcosina,  farmi conoscere perché mi guardano in tv o nelle foto e non sanno che persona sono.

Con i genitori  e i fratelli

Tra pochissimo i campionati europei di Roma e poi le Olimpiadi di Parigi. Quali le aspettative?

Agli Europei correrò la mezza maratona e forse anche i 10.000, sento di avere delle responsabilità e un po’ di tensione perché sono il campione in carica e quindi ho una pressione positiva, ho voglia di fare bene e di portare un’altra medaglia all’Italia e agli italiani che mi sostengono. Poi c’è l’obiettivo più grande che è l’Olimpiade, sono curioso di questa maratona olimpica e di come andrà. Mi sto preparando bene, la condizione c’è, abbiamo ancora due mesi per prepararla e mi auguro di arrivare al meglio e di godermi la gara e tutta l’Olimpiade.

Com’è il livello italiano in questa specialità?

Molto alto, negli ultimi anni si è alzato in tutto nel mondo e anche in Italia. Non si scherza più, bisogna correre forte perché anche da noi  si corre alla grande e quindi per prenotarti un posto per gli europei e  le Olimpiadi devi farti veramente la gavetta.

Hai qualche hobby?

Godermi i week- end, andare in montagna, cercare di fare qualcosa di diverso da quello che faccio normalmente. Vorrei provare a giocare a calcio o andare in bici però ovviamente non riesco a fare queste cose  e mi limito a fare una passeggiata o trovarmi con gli amici. La musica mi piace, ascolto un po’ di tutto, mi piace il trap una variante del rap. Tra i valori prediligo l’amicizia, la famiglia, l’impegno nel lavoro e in tutte le cose della vita.

L’arrivo vincente ai campionati europei di Monaco nel 2022 nei 10.000 metri

Yeman a tavola?

Mangio salutare, sto molto attento a quello che mangio e poi ovviamente quando riesco a concedermi dei periodi più tranquilli non disdegno una bella tagliata o una pasta al forno. A casa devo cucinare perché sono io con la mia ragazza quindi a turno cuciniamo, più io che lei perché arrivo a casa prima, cucinare non è la mia passione però lo faccio. 

Avere una relazione sentimentale stabile aiuta nello sport?

Dipende dalle situazioni. Nel mio caso sono felice e quando uno è felice riesce meglio nello sport e nel lavoro. È importante trovarsi bene, c’è qualcuno che si trova meglio da single perché non vuole avere altri impegni e vincoli o perché sei sempre in giro e in ritiro, non hai una vita stabile quando sei professionista. Io sto bene grazie anche alla mia ragazza Sofia, quando vado in giro mi capisce, sa che lo devo fare per la mia carriera, e quindi va bene e sono contento di condividere con lei il mio tempo, i miei risultati, la mia vita. 

Il tuo rapporto con i social?

Buono, ci metto il tempo che gli devo dare. Li dobbiamo usare anche per lavoro, per gli sponsor e per tutta l’attività correlata. Penso che se usati bene sono uno strumento molto utile e gli do la giusta importanza. A volte ti fanno perdere un po’ di tempo se non ti dai dei limiti, però sono uno strumento che fa conoscere noi atleti ai tifosi, agli sponsor, alle aziende, con le nostre gare e i nostri risultati.

Quando ripensi all’Etiopia e all’Africa quali ricordi affiorano?

Riaffiorano tanti ricordi, vado in Kenya ad allenarmi però mi piacerebbe tornare in Etiopia, nel paesino dove sono nato, a rivedere tutte le cose, a cercare di vivere dei momenti del passato e penso che riuscirò a farlo appena ho un attimo di tempo libero.

Un messaggio per i giovani?

Di credere ai loro sogni, non abbattersi, non darsi per vinti  perché ognuno nella sua vita può fare un sacco di cose e raggiungere traguardi importanti sia nel lavoro che nello sport e nella vita quotidiana e quindi di crederci sempre e di non fermarsi al primo ostacolo perché siamo in grado di superarli tutti.

Domande fisse

Il libro che stai leggendo?  Nessuno, purtroppo.

Il tuo numero preferito? 10

Il tuo colore preferito? Giallo

Il piatto che ami di più? Pizzoccheri

Il film del cuore? Il gladiatore

La squadra di calcio che tifi? Inter

L’automobile preferita? Lamborghini

Il viaggio che non sei ancora riuscito a fare? Bali

Hai animali domestici? No

Cantante, compositore o gruppo preferito? Sfera Ebbasta

Se non avessi fatto quello che hai fatto, cosa avresti voluto fare? Il pilota

Il difetto che negli altri ti fa più paura? La falsità

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.