“Grazie” e “Prego”, questi sconosciuti (con alcune eccezioni)

C’erano una volta Grazie e Prego. Due tipi perbene. Li incontravi sulle porte, attraverso i passaggi comuni, nei negozi, nei ristoranti e perfino nelle toilette degli autogrill. A farne uso erano soprattutto le persone di una certa età e dai modi d’altri tempi. I giovani erano invece considerati – per peccato generazionale – piuttosto maleducati e incuranti delle buone maniere. Ma in tempo di pandemie, tutto il mondo si stravolge e cambiano le prospettive. Se poi ci metti la neve, tutto diventa più bianco, tanto da coprire ogni gentilezza. E allora succede che ci si trovi ad arrancare tra alti cumuli, che una volta erano vie e strade. “Candide gole tra rocce di montagna”, come le definiva Italo Calvino nel celebre racconto “La città smarrita nella neve”. Inevitabile incrociarsi: per forza di cose, l’uno deve lasciare il passaggio all’altro. E qui viene il bello. La prima volta mi metto in parte e lascio passare l’anziano che avanza a fatica; resto in ascolto del “Grazie”, ma niente. Mah, non avrò sentito, con la mascherina molto del parlato sfugge. E passiamo alla seconda. Lascio passare una giovane donna con un bambino in braccio; anche stavolta niente, neppure un cenno. E veniamo alla numero tre. Due signore attempate, che si sorreggono a vicenda. Mi butto nella neve fresca a lato, ma anche questa performance non comporta nessuna reazione. La piacevole sorpresa arriva invece nel corso della stessa giornata grigia. Siamo in due a creare dei varchi intorno all’automobile per tentare un’eventuale uscita dal parcheggio. Peccato che la pala da neve non si trovi – salterà fuori in piena estate, mentre si cercano i materassini – e allora rimediamo con un badile e una scopa. Ma quanta neve c’è?! Di questo passo e con questi mezzi ci vorranno delle ore! Ma ecco sopraggiungere un ragazzo con una pala in mano… una pala vera! Senza pensarci troppo, abbandona lì la sua macchina e si mette ad aiutarci. La piccola squadra operativa raggiunge l’obiettivo, con tanto di spinta finale al muso del veicolo. Fradici, accaldati ma soddisfatti. E sotto un cielo imbottito, dove piano piano cominciano ad emergere le “cose di tutti i giorni spigolose e ostili”, ringraziamo questo giovane disponibile, gentile e molto educato. Al di là di ogni bianca (e maleducata) prospettiva.

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