Josef Bacher e il racconto popolare

Molti sono i racconti ispirati al tema dell’uomo che cede l’anima al diavolo, tutti riconducibili al Faust, l’opera più famosa di Johann Wofgang von Goethe. Una di queste derivazioni narrative la troviamo ne L’uomo che vendette l’anima al diavolo. Questo racconto popolare, frutto della tradizione cimbra, è l’oggetto della nostra storia ed è parte integrante di altri 52 racconti raccolti da Don Josef Bacher, il sacerdote che operò a Luserna in Trentino, dal 1893 al 1899. Studioso della lingua e delle tradizioni cimbre, il Bacher sarà premiato dall’Imperatore austriaco Franz Josef con un’importante onoreficenza in oro.

Josef Bacher

L’enigma del Diavolo

E veniamo dunque alla rivisitazione a fumetti del nostro racconto; le lancette del tempo ci riportano a Luserna al 2 gennaio 1911, data d’inizio della narrazione. È lì che ritroviamo i nostri viaggiatori di fantasia Gary e Spike intenti a fare un po’ di ordine all’interno dell’antica chiesetta del paese. Tra le scartoffie emergono alcuni fogli redatti a mano datati 1895 e appartenuti proprio a Josef Bacher. Vi si narra di un giovane che stringe un patto con il diavolo e che, tentato dalla ricchezza offerta dalla demoniaca creatura, accetta di cedere la propria anima allo scadere del settimo mese. Una volta ricco, il giovane (nella versione a fumetti, impersonato da Spike) ci ripensa, si pente e implora al satanico figuro un’altra possibilità. Il diavolo, che non aspettava altro, sfida il giovane ad indovinare entro sette giorni il numero dei sentieri presenti nel suo irraggiungibile giardino. Solo con la risposta esatta, ricchezza e anima sarebbero rimaste al giovane! In loro aiuto arriva Britna, un’arguta vecchietta del paese, che fornirà a Gary le coordinate per accedere al giardino proibito, trarre d’impaccio Spike e salvare capra e cavoli allo scadere dei sette giorni.

I rintocchi del tempo sui destini di Luserna
Ingannando l’ingannatore, il bene trionfa sul male, anche se per poco. E qui la realtà supera la fantasia. Il diavolo infatti, trascorsi sette mesi, si vendicherà purtroppo sul serio, mangiandosi per sempre parte del paese di Luserna e del suo passato: in quel terribile giorno del 9 agosto 1911 un furioso incendio, alimentato da un forte vento, distruggerà per sempre anche l’ archivio storico, autentica memoria del paese.

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