La fantasia nel cestino: creatività di un popolo

“Italiani popolo di santi, di poeti e di navigatori” si diceva e si dice tuttora per esaltare complessivamente la geniale tipicità un po’ pazza e un po’ estrosa che assomma le caratteristiche peculiari dell’italiano nel corso della storia. Alla frase formulata in un particolare momento storico ed incisa sul famoso “Colosseo quadrato” dell’EUR di Roma a nome e in difesa dell’essere italiani, si sono andate aggiungendo nel tempo altre definizioni, volte a caratterizzare e delineare nel tempo – sia in modo serio che scherzoso – le eccellenze del made in Italy nel mondo.

E se le prime associazioni che ci vengono in mente parlano immediatamente di San Francesco, di Dante e di Colombo, a ben guardare il tricolore è diventato storicamente il simbolo di molti ambiti della cultura: basti pensare alla moda o alla cucina, giusto per fare qualche esempio. Ma è interessante osservare anche come gli italiani siano definiti strabilianti in altri settori, andando ad alimentare la lunga lista delle qualità. Tra tutte, permettetemi, spicca quella di “inventori”. E senza scomodare i grandi Volta, Meucci e Marconi, proviamo a pensare a tutti quei fenomeni dell’invenzione di tutti i giorni, geni silenziosi che operano dentro cantine e garage a elaborare nuove e possibili (o magari anche inservibili) opere dettate dalla creatività. Ma non solo; se un popolo dimostra dell’estro creativo, lo fa a 360°.

Perfino nello stanziare rifiuti in un generico bidoncino lungo una strada cittadina. Altro che installazioni artistiche! Qui si tratta dell’espressione più alta dell’immaginazione e dell’improvvisazione collettiva. In un affastellarsi di sacchetti e sacchettini, lattine di energetici, deiezioni canine e chissà che altro ancora, spicca quel relitto di ombrello ridotto all’osso e reso inservibile da qualche bomba d’acqua o da qualche recente sventata. E detto oggetto appena appena identificabile, diventa miracolosamente – grazie alla genialata dell’ennesimo passante/inventore – supporto per il classico contenitore in carta del fast food di turno. Espressione innovativa di street art, un’invenzione di tipo trash, un’esplosione di creativa immondizia. Per dimostrare come la lista delle qualità italiane vada arricchendosi di nuove categorie. 

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