Non c’è tempo per l’amore? Ecco il “fidanzato in affitto”

Quante volte ne abbiamo sentito parlare. E magari ne abbiamo pure avuto uno. Si calcola infatti che circa il 60% dei bambini abbia un amico immaginario. Una figura invisibile, con la quale giocare e alla quale confidare segreti e paure. Gli psicologi sostengono che non si tratta di soggetti problematici, bensì di persone creative e ricche di immaginazione. E poi si cresce. Arriva internet, dove trovi quasi tutto quello che vuoi. E la società fuori chiede e pretende tanto. Non parliamo dei social, che condizionano in maniera pesante – nel bene e nel male – il nostro modo di vivere ed esserci. Abbiamo la fissa di essere sempre visibili, postando al mondo tutto quello che facciamo. E le foto? Dobbiamo farne ovunque per una narcisistica tendenza verso una ricerca di approvazione collettiva. Forse è dalla commistione di tutti questi elementi che è saltato fuori dalla mente degli americani (subito sostenuti da giapponesi, cinesi e pure italiani) il fidanzato in affitto e/o il marito ad ore. Specchio di una società che non ha più tempo per le relazioni interpersonali, sul web si possono contattare uomini ad hoc che vanno a svolgere i servizi richiesti. Ma di cosa si ha bisogno esattamente? Chi richiede il servizio è spesso la donna molto impegnata sul lavoro, che non ha tempo di intrecciare una rapporto vero. Oppure la donna che vuole tenere per sé una certa relazione e alla famiglia presenta il fidanzato a noleggio per andare sul sicuro, ottenendo l’approvazione del gruppo familiare. Naturalmente la scelta è vasta: il palestrato, l’elegante e più maturo, lo zio rassicurante. Ognuna, in base allo scopo, riconosce il suo tipo. Unica clausola, niente sesso. Per quel servizio aggiuntivo, meglio servirsi di altri canali. Uniche concessioni: camminare mano nella mano e abbracci contenuti. Ma l’apice della questione si raggiunge con la richiesta numero uno, quella relativa al digitale. Il suddetto fidanzato deve infatti comparire nelle foto su Instagram (col vantaggio che ne fa quante ne vuoi senza mugugnare e lamentarsi), deve postare e taggare su Facebook, deve mandare sms a cascata, per far vedere che c’è. Insomma, ‘sti americani ne inventano sempre una. Anzi uno. In carne ed ossa ma finto. Immaginario come quell’amico dell’infanzia a cui raccontarsi senza essere giudicati. E da mollare quando vuoi.

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