Smart working in montagna? Buona idea, forse per pochi

Mentre la Francia annuncia che i dipendenti pubblici dovranno consumare la pausa-pranzo seduti alla scrivania del proprio ufficio, in Trentino si ragiona sullo smart-working immerso nella montagna. È comparsa infatti a fine gennaio sul sito di visittrentino.info (gestito da Trentino Marketing, l’azienda controllata dall’amministrazione provinciale deputata alla promozione territoriale) una pagina titolata in maniera suggestiva: «Dalla scrivania vedo le montagne».

L’iniziativa si rivolge ai lavoratori e ai professionisti che desiderano provare un buen retiro lavorativo nelle località più ridenti del Trentino. Il sito mette a disposizione una selezione di case-vacanza dotate di tutto ciò che serve al volenteroso lavoratore esiliatosi in cima ai monti: postazione smart-working, connessione wi-fi, vista panoramica per i momenti di relax. Rimane tuttavia il dubbio di chi potrebbe permettersi un simile sfizio: presumibilmente l’affitto della dimora verrà infatti pagato con i proventi del lavoro per svolgere il quale l’affittuario si è trasformato in eremita. Ma oggigiorno molti trovano difficoltà a sostenere la spesa del loro “primo” affitto, quello del poco panoramico ufficio in città, incastonato tra casermoni di cemento.

Insomma, sembrerebbe un’offerta mirata soprattutto ai manager che non sopportano più che i loro figli interrompano rumorosamente le call di lavoro. Scherzi a parte, l’iniziativa appare motivata dalla lodevole intenzione di estrapolare qualcosa di “positivo” (parola ormai da usare con grande precauzione) dalla situazione pandemica, fatta di grossi sacrifici sociali, lavorativi, economici, psicologici. L’impressione è tuttavia che il tempo delle soluzioni brillanti ai problemi imposti dalla pandemia sia finito. È superato ormai il frenetico “ingegnarsi” dei primi mesi, quando qualunque attività cercava di reinventarsi per fronteggiare la pandemia e le inevitabili restrizioni. In queste settimane viviamo e lavoriamo senza creatività, francamente stanchi, intimamente esauriti. Guardiamo solamente il calendario, in attesa che si vedano gli effetti dei vaccini, sperando di non ammalarci e di non far ammalare in questo che percepiamo, a torto o a ragione, come l’ultimo miglio di un percorso faticoso. Speriamo che il peggio sia passato, ma non possiamo esserne sicuri. Caspita, quanto vorrei staccare da tutto e passare qualche giorno in montagna… perfino lavorando!

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