Una bussola verso la compassione

Nella nostra società, la malattia e la morte sono diventate oggetti di rimozione, quasi come se il semplice atto di ignorarle potesse dissolverne l’esistenza. Viviamo in un’epoca che celebra la vitalità, l’efficienza, la produttività, relegando la sofferenza a un angolo buio, dove diventa invisibile, estranea, qualcosa che riguarda gli altri. E quando ci troviamo di fronte alla malattia, improvvisa e destabilizzante, è come se il mondo ci voltasse le spalle. L’idea stessa della malattia non è contemplata nella narrativa moderna dell’invulnerabilità, e chi si ammala spesso scompare dagli spazi pubblici, come se non appartenesse più alla società dei sani, degli attivi, dei produttivi.

L’esperienza del cancro, in particolare, rappresenta una frattura violenta con questa illusione di invincibilità. Una diagnosi oncologica è una dichiarazione brutale di fragilità: tutto ciò che fino a un momento prima sembrava normale, quotidiano, viene improvvisamente sovvertito. Le priorità cambiano, le paure si fanno concrete e incombenti. E in questo contesto di smarrimento, il malato e la sua famiglia si trovano a dover affrontare non solo il percorso clinico, fatto di terapie, interventi, controlli, ma anche un viaggio psicologico e pratico che spesso appare insormontabile.

È proprio qui che BussoLà si inserisce. BussoLà non è solo un portale informativo: è un’ancora, un punto di riferimento per chi si trova a navigare in questo mare di incertezze. Nato dall’esperienza diretta di sei soci fondatori che, giorno dopo giorno, sono in contatto con persone malate e i loro familiari, BussoLà è il risultato di un’osservazione attenta di quanto sia difficile, per chi è colpito da un tumore, orientarsi in un sistema complesso e frammentato. Le persone sono disorientate, confuse, travolte da un flusso incessante di informazioni, ma spesso mancano di quelle chiavi pratiche che potrebbero facilitare la loro vita quotidiana.

Il nome stesso, “BussoLà”, è simbolico: richiama l’idea della bussola, uno strumento che guida e orienta chi è perso. Ma richiama anche l’azione del bussare, un gesto antico e profondamente umano che esprime la speranza di trovare una porta aperta, una risposta, un’accoglienza. E proprio di accoglienza si occupa BussoLà: attraverso il suo portale digitale, mette in contatto malati oncologici e familiari con una vasta rete di servizi, associazioni, fondazioni e cooperative che operano sul territorio del Trentino. L’obiettivo non è solo fornire informazioni, ma creare una rete di sostegno capillare che integri il lavoro del Servizio Sanitario.

La digitalizzazione, che spesso sembra alienare e distanziare le persone, in questo caso diventa uno strumento di vicinanza. Il portale di BussoLà è progettato per essere intuitivo e accessibile, permettendo a chiunque, con pochi click, di trovare il supporto necessario. Le categorie principali – orientamento informativo, logistica, supporto psicologico, riabilitazione, assistenza burocratica – coprono gli aspetti più complessi del percorso oncologico. Non si tratta solo di curare la malattia, ma di affrontare tutte le difficoltà collaterali che essa porta con sé: come gestire i trasporti per le terapie, come ottenere sostegno psicologico, come organizzare la vita quotidiana quando il lavoro si deve conciliare con le cure. Qui non ci si limita a offrire soluzioni immediate: crea uno spazio in cui il malato e i suoi familiari non si sentano soli, in cui possano trovare risposte concrete ai loro bisogni, ma anche un senso di comunità. Il progetto è nato dall’iniziativa di sei associazioni del territorio che hanno deciso di unirsi per creare una rete più forte e coesa. E questa unione ha generato frutti: nell’aprile scorso il portale è diventato operativo, raccogliendo subito il sostegno di istituzioni locali e del sistema sanitario. Enti come l’Assessorato alla salute, la Consulta per la Salute e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari hanno mostrato grande interesse, riconoscendo l’importanza di un servizio che non si sovrappone al sistema sanitario, ma lo integra, offrendo quel sostegno che spesso manca.

Quello che BussoLà offre, tuttavia, è anche una riflessione più profonda sul concetto stesso di cura.  

Eppure, c’è un’altra questione che questo progetto mette in luce: che fine ha fatto la compassione nella nostra società? Siamo davvero capaci, oggi, di riconoscere e affrontare la sofferenza altrui? Viviamo in un mondo che tende a rimuovere la sofferenza, come se non facendone menzione potessimo continuare a vivere in un’illusione di invulnerabilità. Come ne La morte di Ivan Il’ic di Tolstoj, dove i colleghi del protagonista, alla sua morte, continuano le loro vite senza grandi cambiamenti, perché il dolore altrui è troppo difficile da elaborare, troppo ingombrante. 

In questo progetto c’è il desiderio di promuovere il volontariato, di stimolare una cultura dell’accoglienza e della solidarietà. In una società che tende a isolare i malati, BussoLà vuole ribaltare questa tendenza, creando una comunità inclusiva, dove nessuno si senta abbandonato. Una cassetta delle lettere, un’e-mail, una porta sempre aperta: in fondo, è questo che ognuno di noi spera di trovare quando la malattia bussa alla nostra porta.

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Pubblicato da Daria Tomasi

Giornalista e scrittrice con oltre 10 anni di esperienza nel mondo dei media. Dopo essersi laureata in Lettere moderne a Bologna, ha iniziato la sua carriera collaborando con diverse testate locali, specializzandosi in cultura e società. Curiosa e appassionata di storytelling, Daria ha viaggiato in Europa e Asia, realizzando reportage su temi di attualità e cambiamento sociale. Si occupa di approfondimenti su temi di inclusione, ambiente e diritti umani. Quando non scrive, ama esplorare nuove destinazioni e leggere saggi sulla comunicazione contemporanea.