I trentini, per natura e educazione, sono modesti e riservati. Forse per questo non si sono mai abbandonati a – come si dice oggi – “narrazioni” eroiche, alla retorica e tanto meno al magniloquio sulle vicende che hanno costruito l’identità e il volto stesso di questa terra alpina. Eppure il Trentino ha alle spalle una storia complessa, affascinante e drammatica. Un cammino attraverso i secoli spesso faticoso perché questo lembo di terra montana, punto di contatto tra due grandi culture, quella italiana e quella tedesca, è stato ed è una delle principali vie tra il sud e il nord del continente europeo. Le sue strade sono state segnate dal passo cadenzato delle legioni romane; poi dagli zoccoli dei cavalli degli invasori longobardi e franchi; dopo di loro dai sandali degli evangelizzatori; e ai primi vagiti dell’Europa dalle ruote dei carri che portavano da e per Roma gli imperatori del Sacro Romano Impero. Dopo il Medioevo il Trentino è stato la via verso le città del Rinascimento che ha abbellito anche Trento dal 1545 al 1563 sede del grande Concilio che porta il suo nome. Poi, all’alba del mondo contemporaneo, l’urto con le armate guidate da Napoleone, seguito dalla lunga dominazione degli Asburgo che si concluse, al termine della parentesi tragica della Grande Guerra, il 3 novembre del 1918. Pace seguita dalle difficoltà del passaggio al Regno d’Italia, pochi anni dopo dallo shock delle incursioni delle squadracce fasciste e infine la dittatura. Il totalitarismo fascista e nazista che portò di nuovo la guerra, la Seconda guerra mondiale, con le strade solcate dai cingoli dei mezzi corazzati tedeschi e poi da quelli degli alleati vincitori. Infine, la democrazia e con questa la conquista dell’Autonomia. Questo solo per ricordare alcuni dei passaggi della storia delle popolazioni che sono vissute e vivono in Trentino. Un lungo filo che si dipana dal grande gomitolo dei secoli ma che ha sempre mantenuto un elemento di fondo: la volontà di essere e rimanere autonomi. Quindi, la pianta dell’Autonomia trentina ha radici profonde che la mostra che rimarrà aperta a palazzo Trentini, sede del Consiglio provinciale, dal 31 agosto al 17 settembre, vuole mettere in evidenza. Un’esposizione di fotografie storiche, curate dallo Studio fotografico Rensi, con testi di Carlo Andreotti, dal titolo “Mille anni di autonomia dal Principato all’Euregio”. Il racconto per immagini di dieci secoli caratterizzati dalla lotta dal basso per la conquista dell’autogoverno. Gli usi civici, le regole, le vicinie e le proprietà collettive che hanno permesso alla popolazione di sopravvivere ad un ambiente bellissimo ma ostile. Le vicende della Magnifica comunità di Fiemme, esempio di democrazia ante litteram nata con i Patti Ghebardini del 1111, che è sopravvissuta, prosperando, fino ai noi. Autonomia pacifica, refrattaria ad ogni idea espansionistica, non a caso il Tirolo ottenne da Massimiliano I d’Austria, con il Landlibell del 1511, l’esenzione dall’obbligo di partecipare alle campagne militari se non a quelle della difesa territoriale. Un’Autonomia, quindi, nata dal popolo ma che ha saputo esprimere uomini di eccellenza come, ad esempio, Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo, cardinali rinascimentali, tessitori della politica degli imperatori del Sacro romano impero, e candidati alla soglia di Pietro. Una volontà di autogoverno che si è manifestata nella guerra, a fianco di Andreas Hofer, contro gli invasori napoleonici; nell’800 con lotta per l’autonomia da Innsbruck e Vienna e infine, dopo l’annessione all’Italia, da Roma. Una lunga, lunghissima marcia che 50 anni fa con il Secondo Statuto ha vissuto una tappa fondamentale, ma che continua attraverso le sfide dell’integrazione europea.
“Mille anni di autonomia dal Principato all’Euregio” a palazzo Trentini (a Trento via Manci 27). La mostra rimarrà aperta dal 31 agosto al 17 settembre. Orario: dal lunedì al venerdì 8.30 – 19.00; il sabato 8.30 – 1300.