Pannolini lavabili vs usa e getta 

Lo sapevate che il rifiuto domestico più impattante in assoluto sono i pannolini usa e getta? In tre anni di vita, un bambino ne può consumare fino a 6000, l’equivalente di 1 tonnellata! Questo rifiuto, oltre ad essere prodotto in quantità esorbitante, è piuttosto inquinante. Si calcola che impieghi infatti 400-500 anni per decomporsi. Se invece viene destinato all’inceneritore, provoca un rilascio di sostanze chimiche nell’ambiente, dato che sono composti in gran parte da polipropilene. Altrimenti, se vengono smaltiti in discarica, finiscono con l’accumularsi, tant’è che rappresentano ben il 20% dei rifiuti solidi totali. Se pensiamo che nell’Unione Europea ne vengono prodotti circa 25 miliardi ogni anno… possiamo ben immaginare quale gigantesco impatto possano avere!

Oltre all’impronta ecologica, i pannolini usa e getta sono costosi. Si stima che costino alle famiglie qualcosa come 2000 euro a bambino. Certo, di contro, il vantaggio innegabile è la loro praticità. Esistono però, ormai da molti anni, delle valide alternative, che basta conoscere ed imparare ad utilizzare, superando quella che può essere un’iniziale diffidenza, ovvero i pannolini lavabili. Non bisogna lasciarsi spaventare dal costo di un kit, che naturalmente è più alto rispetto ai pannolini tradizionali. Si va infatti dai 200 agli 800 euro per una confezione, ma, ovviamente, è una spesa che sarà ammortizzata con il tempo. Anche tenendo conto del consumo di acqua e di corrente elettrica dovuto ai frequenti lavaggi in lavatrice ad alte temperature, il risparmio rimane. Inoltre, possono essere riutilizzati per futuri fratellini o sorelline.

Per iniziare – esistono anche dei kit di prova in commercio – è bene partire con almeno 20 25 pannolini taglia unica, oppure newborn, per bimbi appena nati.

Ma come sono fatti e come funzionano i pannolini lavabili? Possono essere di canapa, lana, cotone, bamboo, o tessuti tecnici traspiranti. In genere sono formati da due parti, una parte assorbente che può essere di forme e tessuti di vario tipo, e una parte di copertura, detta cover, che può essere in tessuto tecnico traspirante, oppure in materiali naturali come la lana. L’uso di prodotti tessili permette alla pelle del bambino di respirare meglio, evitando arrossamenti e irritazioni che spesso si verificano invece con i pannolini tradizionali, nei quali sono state rilevate sostanze potenzialmente tossiche come diossina e pesticidi. E come si lavano? Meglio pre lavarli in acqua fredda per togliere il grosso e poi metterli in lavatrice ad almeno 40 gradi, utilizzando preferibilmente detersivi ecologici come il sapone di Marsiglia. Infine, vanno asciugati preferibilmente al sole, evitando l’asciugatrice. 

Una volta fatta un po’ di pratica, tutto sembrerà più semplice. Un ulteriore vantaggio di questo sistema è poi che incentiva i bambini a togliersi prima il pannolino e passare al vasino, perché percepisce maggiormente la sensazione di bagnato. 

Un’alternativa simile all’usa e getta, ma sempre ecologica sono i pannolini biodegradabili, composti da fibre di cellulosa, ecoplastiche derivate dall’amido di mais, acidi ottenuti dalla canna da zucchero… dunque sostanze completamente compostabili. Anche in questo caso, i materiali utilizzati sono ipoallergenici, adatti quindi alla pelle delicata dei bambini. Naturalmente, costano un po’ di più rispetto agli usa e getta tradizionali, ma sono più sani.

Insomma, le alternative esistono. Ormai ci sono fior di siti, blog, pagine social super aggiornate che dispensano consigli relativamente a modelli e marche migliori in commercio. È solamente questione, come sempre, di provare ad aprire la mente e a cambiare le proprie abitudini.

Il water non è un cestino!

Dato che siamo in tema…, mi è capitato di recente di vedere un video relativo a cosa butta la gente nel proprio water e c’è da rabbrividire! Oltre ovviamente ai propri rifiuti organici e alla carta igienica, si va dai mozziconi di sigarette, al filo interdentale, i cotton fioc, batuffoli di polvere, fili e residui dei tessuti dei propri vestiti e persino assorbenti e preservativi! Sembra banale, ma forse in fondo non lo è ribadire che il water non è una pattumiera! I depuratori non sono in grado di trattenere ogni tipo di rifiuto che noi vi cestiniamo, e che finiscono poi con l’inquinare acqua e terreno. Persino unghie e capelli andrebbero smaltiti nel rifiuto residuo, anziché finire nelle tubature. E lo stesso vale per la polvere, che potrebbe contenere residui plastici. 

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Pubblicato da Silvia Tarter

Bibliofila, montanara, amante della natura, sono nata tra le dolci colline avisiane, in un mondo profumato di vino rosso. La vita mi ha infine portata a Milano, dove ogni giorno riverso la mia passione di letterata senza speranza ai ragazzi di una scuola professionale, costretti a sopportare i miei voli pindarici sulla poesia e le mie messe in scena storiche dei personaggi del Risorgimento e quant'altro. Appena posso però, mi perdo in lunghissimi girovagare in bicicletta tra le abbazie e i campi silenziosi del Parco Agricolo Sud, o mi rifugio sulle mie montagne per qualche bella salita in vetta. Perché la vista più bella, come diceva Walter Bonatti, arriva dopo la salita più difficile.