Benvenuta, metropolitana di Trento!

Forse i pendolari trentini hanno smesso di tribolare. Almeno questo è quanto ci è dato di pensare dopo essere venuti in possesso di un progetto, firmato dal prestigioso studio di ingegneria Elirp Adecsep Associated di Ankara, in Turchia (ne abbiamo scovata la sede dopo una semplice ricerca su Google). Non sappiamo ancora come e chi abbia commissionato il progetto, se un ente pubblico o una cordata di imprenditori privati, fatto sta che la notizia è davvero ghiotta. Forse è proprio il caso di dire che si tratta di una boccata di aria pulita, pensando a quali potranno essere i benefici derivanti dalla realizzazione di una tale opera. Proviamo a pensarci: niente più traffico asfissiante, attese snervanti, niente più blocco del traffico, niente più superamenti dei livelli di guardia di Co2. Di che si tratta? Beh, del progetto di una metropolitana sotterranea (ed in parte di superficie) che dovrebbe riguardare nei prossimi anni la città di Trento e i suoi sobborghi, da Mattarello a Lavis.

Il documento che ci è giunto in redazione consta di 72 pagine e contiene una minuziosa analisi del progetto che va dal disegno dei percorsi, al rendering di alcune stazioni, alle ricadute in termini ecologici, ma anche culturali davanti alle quali potremo trovarci di qui all’anno 2040. Ovviamente non possiamo al momento svelare in che modo e grazie a quali contatti siamo venuti in possesso di queste carte. Possiamo solo mostrarvi in esclusiva alcune anticipazioni e proporre un’analisi dell’impatto che un’opera di questa portata potrebbe avere sul capoluogo e sull’intero territorio trentino.

Sarebbe prematuro naturalmente mettersi a sognare scenari bucolico-urbani fatti di isole pedonali, viali alberati e piste ciclabili: aree urbane finalmente liberate da un traffico mefitico e da un’aria pressocché irrespirabile.

Innanzitutto, come insegnava il grande Piero Ottone, padre di tutti noi giornalisti, il quale scongiurava: “prima di  scrivere che Londra è nel panico, va a Londra e controlla se nove milioni di persone sono davvero uscite di testa”, andiamoci cauti. Attendiamo conferme. Facciamo solo qualche speculazione gustosa su quel che potrebbe essere se davvero la copia del progetto di cui siamo venuti in possesso avesse qualche rispondenza con la verità. 

Vediamo dunque nel dettaglio come questa rete di gallerie e di binari intenderebbe servire la città di Trento. Da quanto ci è possibile intendere le linee previste sono in tutto sette, 5 di prima realizzazione tra il 2030 e il 2035 e altre 2, che interesserebbero tra l’altro il circondario (Lavis e Mattarello) vedrebbero la luce solo nel 2040.

La linea TN1, viola, prettamente “turistica”, taglierebbe in senso orizzontale il centro urbano, partendo dal Parco delle Coste a Cognola, arriverebbe all’Ospedale S. Chiara dopo le fermate di Martignano, Buonconsiglio, Stazione FFSS, Duomo. La linea TN2, verde, si muoverebbe in maniera perprendicolare rispetto alla precedente, dal Dos Trento a Mesiano, passando sempre dalla Stazione FFSS. La linea TN3, turchese, servirebbe la collina di Trento, scendendo attraverso Port’Aquila fino a Piazza Duomo, per fare capolinea nel quartiere di S. Giuseppe.

La linea TN4, gialla, è a ferro di cavallo, quasi un anello, parte dalla zona universitaria, quindi abbraccia Cristo Re, per poi virare verso Laste e Tribunale, prendendo la direzione del Palasport, attraverso Pio X.

Infine, ecco la linea TN5, rossa, che a ben guardare è una vera e propria “circonvallazione”, in quanto grazie ad un percorso ad anello di circa dieci chilometri, gira tutta la città all’altezza di Muse, Fersina, San Donà, Piedicastello.

Come si diceva vi sono anche due linee, TN6 e TN7 che sono solo abbozzate. Riguarderebbero il collegamento di Mattarello con l’Ospedale S. Chiara e l’abitato di Lavis con la stazione del Tav Park. A proposito di quest’ultimo, si tratta di un interessante sinergia con l’opera di collegamento a cui già si sta lavorando attualmente, segno che chi ha progettato la metropolitana è ben al corrente dello stato dell’arte dei lavori pubblici trentini.

L’intera rete interessa circa 40 chilometri di percorso e prevede di trasportare giornalmente almeno 69mila passeggeri lungo le 40 stazioni.

A proposito di stazioni, dai rendering che proponiamo in queste pagine di tre stazioni (Tribunale, Buonconsiglio e Università) se ne trae un’idea di design ben sviluppata e organizzata, in linea con le tendenze stilistiche delle principali città europee. Vi sono anche disegni e bozzetti riguardanti treni e tutto il resto dell’arredamento necessario all’allestimento di una metropolitana.

Siamo certi che molti lettori staranno storcendo il naso, domandandosi come si potrà scavare tanto invasivamente il sottosuolo della città senza incappare in qualche tipo di problema. Ebbene, sfogliando le tavole e le relazioni, scritte in un comprensibilissimo inglese, sorprende scoprire come agli architetti della Elirp Adecsep parrebbe non essere sfuggita nessuna eventualità. Anzi. È come se i professionisti avessero già previsto ogni cosa. Riguardo alla stabilità, ad esempio, hanno calcolato che la profondità di scavo sarà tale da non correre alcun tipo di rischio né per i monumenti, né per le abitazioni civili. Un lungo capitolo, intitolato “Urgent cleanups” (“Bonifiche urgenti”), affronta il tema delle falde acquifere e dei residui industriali (Sloi, ecc.) di cui tanto si parla oggi, prospettando metodo avveniristici per la risoluzione del problema e l’eliminazione di ogni tipo di rischio inquinamento.

Infine, facendo riferimento alla Trento Romana e alla possibilità di “incappare” in reperti di interesse storico-artistico, è stato predisposto un progetto nel progetto, che prevede di allestire uno o più musei sotterranei, ovvero usare all’uopo alcune stazioni situate nelle vicinanze dei reperti stessi.

A proposito: se provate a leggere il nome dello studio d’architettura turca al contrario, capirete come si tratta sostanzialmente di uno scherzo che però vuol far sorridere molto amaramente. Perché? Non ci arrivate da soli?

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.