“Corri, Nadia, corri!”. La trentina volante

Nadia Battocletti è di Cavareno, in Val di Non. Il papà-coach Giuliano è un ex campione del mezzofondo azzurro, nonché di corsa campestre e maratona, la mamma Jawhara Saddougui ha un passato da atleta sulle piste marocchine. Nadia è una podista a tutto tondo: ha praticato con successo il cross, la corsa su strada, in montagna (ha vinto la WMRA Youth Cup del 2017) e la pista (bronzo in rimonta nei 3000 agli Europei U20 di Grosseto, ancora da allieva) vantando un palmarès invidiabile in ogni disciplina. Ha realizzato nel 2021 la migliore prestazione nazionale under 23 nei 3000 con 8:54.91 e a più riprese quella dei 5000 fino a 14:46.29 con il settimo posto alle Olimpiadi, seconda azzurra di sempre, oltre ai successi agli Europei a squadre, agli Europei U23 su pista e nel cross. Nel 2023 doppia medaglia d’oro ai Giochi Europei sui 5000 metri e a squadre, medaglia d’argento ai Campionati Europei di cross a Bruxelles. 

Con papà Giuliano, qualche anno fa

Nadia è una campionessa vera e una persona splendida, esempio e punto di riferimento per tutti i giovani, una stella dell’atletica leggera italiana, europea e mondiale. Appare sempre se stessa, sia nelle tante gioie che nelle poche delusioni, senza finzioni, e ti accoglie con il suo fantastico sorriso.

Nata a Cles il 12 aprile 2000 e cresciuta a Cavareno, da Giuliano e Jawhara Saddougui. Ha sempre fatto parte dell’Atletica Valli di Non e Sole, per poi passare nel 2018 al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre.

Come hai iniziato l’attività nell’atletica leggera?

Mi sono avvicinata all’atletica con molta tranquillità, avevo praticato già tanti sport come una bambina che aveva voglia di muoversi e divertirsi. Nel 2007 ero in un paesino con mia mamma in cui stavano facendo delle gare e la mamma mi fa, ti va di gareggiare? Io ero super felice perché c’erano tutti i miei compagni di scuola, le mie amiche e gli amici, e ho detto, perché no? Da lì ho iniziato con la prima gara dove sono arrivata seconda e in quella successiva del Valligiano, una serie di gare a tappe in Val di Non, ed è partita tutta la passione.

La passione è rimasta tale anche se è diventata un lavoro?

è rimasta una grande passione. L’impegno è diventato maggiore man mano che crescevo, fino ai 14 15 anni ero ancora molto spensierata, poi nel 2016-2017 è stato un crescendo dedicando tanto tempo all’allenamento e nel 2018 sono diventata professionista. Ancora un crescendo fino ad arrivare all’anno 2021 in cui sono stata proiettata alle gare di livello mondiale, della Diamond League, le Olimpiadi con un crescita progressiva e continua.

Quando ti sei resa conto che l’atletica era qualcosa di più?

Nel 2016-2017, prima mi allenavo poco, notavo che staccavo le mie avversarie e avevo quel quid in più. Mi ha aiutato anche il fatto di aver conquistato la medaglia di bronzo ai campionati europei Junior a Grosseto ed ero ancora allieva e il tutto in maniera molto naturale e tranquilla. Avevo capito che sicuramente il mio sport sarebbe stata l’atletica.

I tuoi genitori come ti caricano e ti aiutano in questa attività?

Sono molto felice di avere dei genitori come loro, nel senso di genitori che hanno fatto sport e che quindi magari riescono a capire quel qualcosa in più che i genitori non sportivi, o che non hanno fatto le mie discipline, pur bravissimi, non sanno. 

Una carriera stellare, quali i momenti più significativi?

Il primo titolo europeo di cross che ho vinto a Tilburg nel 2018, per la mentalità; lì ho capito che quel qualcosa in più che vedevo, effettivamente c’era in una gara in cui gareggiavo con l’elite giovanile europea e quindi ero riuscita a creare anche la mia sicurezza personale. Poi l’avvicinamento alle Olimpiadi è stato importante perché ogni gara che facevo miglioravo sempre di più, in velocità, resistenza e mentalità. L’ultimo è stato il campionato europeo di cross a Bruxelles il 10 dicembre 2023 dove ho visto la crescita della piccola Nadia nel senso che nonostante mi trovassi su un percorso non adatto particolarmente alle mie caratteristiche, pieno di fango, sono comunque riuscita a fare una gara incredibile. Per come si era messa la gara nei primi due giri sembrava una giornata nera ma in realtà l’ho girata in maniera positiva. 

Con la mamma, anche lei ex atleta

Come ti trovi tra il cross e la pista?

Sicuramente il cross è molto più variegato e mi piace tanto, mi diverto, sono tranquilla, è diversa la mentalità con cui affronto le gare di cross rispetto a quelle su pista. Nelle gare su pista sono molto più metodica nel senso che devo passare tot, non posso partire troppo forte, il riscaldamento è diverso. Le gare su pista sono in estate quindi fa caldo, mentre il cross è molto rude, prendi il vento, il freddo, la pioggia, il fango e quindi anche se non si ha una abilità tecnica elevata ci puoi riuscire.

Come gestisci le gare?

Le gare non sono soltanto gambe, sono tanta testa e questo lo si nota indipendentemente da quanto si sia forti a livello agonistico perchè alla fine la differenza la fa sempre la testa, ovvio che se si va in gara e non si è pronti a livello atletico ci sono altre problematiche.

Il 2024 ti aspetta una grande doppio appuntamento. Quali gli obiettivi?

È la seconda volta ai giochi olimpici, quasi da veterana. Non mi aspettavo di raggiungere le Olimpiadi, quando sentivo di una persona che ci andava o ha vinto la medaglia mi dicevo, ma è impossibile, ma come si fa e adesso che sono già qualificata per la seconda volta, mi vedo da piccolina e mi fa un sacco di piacere. I grandi appuntamenti sono i campionati europei a Roma su pista a giugno e le Olimpiadi di Parigi e sono abbastanza ravvicinati. Non vorrei essere nei panni di mio papà che deve programmare, sono felice che per una volta devo soltanto eseguire. 

Alle giostre

Sessione di allenamento

Correrai anche i 1500 metri?

Sicuramente provenendo dai 5.000 sono anche agevolata a fare i 1500 per le mie capacità veloci e quindi i 1500 sono una grande scoperta di questo 2024. Ho fissato due tappe di Diamond League sui 1500 e quindi li ho in programma. Per accedere alle Olimpiadi in maniera diretta bisognerebbe correre sotto i 4 minuti, ci proverò. Quindi agli Europei farò 5000 e 10000 e alle Olimpiadi 1500 e 5000.

Sei un riferimento per i giovani. Che effetto ti fa essere una testimonial di uno sport sano?

Mi fa davvero tanto piacere nel senso che non dico che vengono appagati i miei sacrifici ma quasi. Mi ritrovo nei ragazzi e ragazze che mi chiedono consiglio o un autografo, urlano quando mi vedono e vedo in loro come ero io da piccolina, una ragazza piena di sogni con la voglia di fare e mettersi alla prova in gioco. È come mi guardassi indietro di 6-7 anni, rivedo sempre quella voglia di fare. Finita la gara sei ovviamente stanca e ti ritrovi tutti che ti chiedono una foto o autografi, dico oh, bene, sono felice. E poi ho un bellissimo fans club “Nadia delle meraviglie”, sono fantastici. 

E tu qualche autografo lo chiedi?

Non me li sono mai fatti fare, non so come mai. Sicuramente avrei voluto l’autografo di Dibaba, grande campionessa di mezzofondo, quando gareggiava alle Olimpiadi, rimanevo incollata al televisore e dicevo è tanto questa qui e sapevo già come finiva la gara perché lei era una che se all’ultimo giro era lì lì, poi alla fine le batteva tutte. Sapere che gareggio con coloro che quando ero piccolina guardavo in tv dico wow

Il tuo percorso scolastico?

Alle medie già mi piaceva tanto la matematica perché la mia professoressa, Laura Blasiol, mi ha fatto innamorare della materia così ho deciso di fare il liceo scientifico a Cles. Gli ultimi due anni di liceo si sono rivelati particolarmente tosti e difficili perché la maturità era completamente cambiata, le buste, la prima prova, matematica e fisica congiunte in seconda prova e quindi gli ultimi due anni sono stati davvero da impazzire, tornavo a casa da scuola all’una, alle due mi mettevo a studiare fino all’una le due di mattina e alle quattro mi risvegliavo perché alle sei dovevo prendere il bus, delle vere maratone di studio. Ho quindi deciso di iscrivermi alla facoltà di Ingegneria Edile e Architettura a Trento e adesso sono all’ultimo anno, con gli ultimi esami, mi manca ancora il prossimo semestre di lezioni e il periodo da settembre a dicembre e poi inizierò a preparare la tesi che deve essere sperimentale quindi devo fare un minimo di 6 mesi di sperimentazione.

Quali sono i tuoi hobby?

Stare con la famiglia e con gli amici, da quando ho iniziato a viaggiare tanto, il venerdì, il sabato si va a mangiare fuori, in gelateria l’estate o si va in montagna. Diciamo che alla fine tutte le attività che faccio fuori sono sempre legate al cibo. Non è che poi abbia così tanto tempo da poter dedicare ad altro perché devo comunque allenarmi, studiare, palestra, massaggi, andare dal dottore, lo psicologo e anche gli impegni extra più burocratici e quindi le giornate finiscono velocemente e non ho la possibilità di muovermi o fare qualcosa di diverso. Sicuramente andare in montagna o al lago, cose tranquille, mi piacciono tanto oppure fare nuove esperienze tipo l’anno scorso ho fatto un po’ di arrampicata.

Cosa mangi?

Mi piace proprio tutto, non c’è un piatto al quale dico no. Tra gli antipasti o formaggi o affumicati non di uso quotidiano. Mi ricordo i posti in base a cosa ho mangiato, c’è una bottega a Verona in cui abbiamo fatto tutti questi antipasti a base di anatra e altre specialità di una bontà unica. E poi adoro come primi piatti tutti i risotti di mamma, sono speciali ma uno in particolare è proprio miracoloso, è un riso che assorbe bene i gusti, con tartufo taleggio e zafferano e come secondo mi piace la carne tipo manzo pollo e poi i dolci, tutto ciò che è a base di cioccolato per me è essenziale. Tutti sanno che amo tutti i prodotto della Ferrero, ormai me li portano quando finisco un esame o la gara. Ai campionati europei di cross a Monaco la mia migliore amica anziché farmi un mazzo di fiori mi ha fatto un mazzo pieno di dolcetti della Kinder, era proprio bellissimo.

Tu cucini?

Quando ho tempo mi piace cucinare, dal lunedì al venerdì sono a Trento, quindi per ovvi motivi devo per forza cucinare insieme alla mia coinquilina che è la mia migliore amica Veronica. L’ultima volta abbiamo fatto dei ravioli cinesi fatti in casa o ancora prima avevo fatto io i totani ripieni.

Avere una relazione sentimentale stabile aiuta nello sport?

A me dà tanta forza ed energia. Lui l’ho conosciuto nel 2022 perché eravamo amici della stessa amica, sempre Veronica, lui viene dallo sci e poi si è fatto male e ha sempre praticato questo sport ma non ha più fatto agonismo. Il fatto di entrare in contatto con un altro sportivo mi ha fatto comprendere come lo sport sia importante all’interno della vita di un ragazzo e di una ragazza. Per come è improntata, la mia relazione mi dà forza: il suo nome è Gianluca Munari.

Il tuo rapporto con i social?

Inizialmente non mi sono particolarmente piaciuti, quando è nato Instagram non capivo il senso di mettere le proprie foto. Poi per lavoro o per tenersi in contatto con gli amici che non vedi mai, alla fine ci si adatta. I social sono da prendere con le pinze, bisogna avere testa nel saperli usare, come alla fine in tutte le cose.

Un messaggio per i giovani?

Il mio messaggio è invitare tutti i giovani a fare sport, qualsiasi tipo di sport e attività che ti permetta di staccare un attimo dalla scuola, così come per gli adulti dal lavoro, o dalla monotonia della casa, aiuta veramente tanto sia mentalmente che fisicamente anche se non si è ad alti livelli o si è appena all’inizio. È una valvola di sfogo ed è importante avvicinarsi.

Domande fisse

Il libro che stai leggendo? Nessun libro, purtroppo: ho appena finito la sessione.

Il tuo numero preferito? Il 5.

Il tuo colore preferito? Il verde.

Il piatto che ami di più? Il risotto con lo zafferano, tartufo e taleggio.

Il film del cuore? The Meg.

La squadra di calcio che tifi? Inter.

L’automobile preferita? Audi.

Il viaggio che non sei ancora riuscito a fare? Mi piacerebbe proprio ritornare in Giappone.

Hai animali domestici? No.

Cantante, compositore o gruppo preferito? Gemitaiz.

Se non avessi fatto quello che hai fatto, cosa avresti voluto fare? Il medico.

La cosa che ti fa più paura? Gli insetti.

Il difetto che negli altri ti fa più paura? L’egoismo.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.