Emozionarsi ad ogni età

Ugo Pagliai e Paola Gassman, una coppia che ha lasciato un segno indelebile nel teatro e nella cultura italiana. Sono stati a Pergine Festival, dove Pagliai ha recitato “Paesaggio estivo con allocco che ascolta”, di Matteo Caniglia.

Come è difficile conciliare una coppia dal punto di vista artistico ed anche famigliare? 

Ugo i personaggi se li porta a casa e mette il copione sotto il cuscino in un dialogo continuo. Abbiamo avuto una compagnia nostra che si basava sui nostri nomi, nella scelta delle opere ho sempre demandato a lui la scelta: qualche volta sono stata gratificata e a volte meno. Siamo insieme nella vita da 50 anni, possiamo dire che la scommessa è vinta.

Avete dato spazio ai grandi classici ed ai nuovi autori. Come vi orientate?

È la vita che ce li propone, recentemente abbiamo proposto Giulietta e Romeo, pur giovanissimi le loro parole sono talmente profonde ed intense che emozionano dentro a qualsiasi età, anche a 500 anni. È un’opera che per noi è parallela alla via di coppia. Non abbiamo imbarazzi di età perché il sentimento di amore è cresciuto in tanti anni con l’esperienza.

Cos’è il teatro per voi?

Proveniamo tutti e due dall’Accademia che ci ha permesso di imparare i ferri del mestiere e di stimolarci nell’approfondire e scavare. Abbiamo realizzato anche tante commedie: far ridere il pubblico è molto più difficile che farlo piangere. Non siamo fissi nelle cose ma siamo pronti a fare sempre cose innovative e particolari. Paola. In Accademia vivevo in una stanza appartamento molto freddo e mi leggevo tutti i greci da Sofocle a Euripide ed Eschilo che mi riscaldavano con queste storie immense e meravigliose. Il nostro metodo è quello di avere fatto studi seri, oggi sono un po’ meno seri e si pensa sempre di più a diventare personaggi.

Come sta il teatro? 

Come pubblico sta molto bene, continuiamo a scegliere attraverso la nostra sensibilità. Al giorno d’oggi c’è più paura ad affrontare i classici e le cose più serie, si tende più a divertire ma si brucia tutto velocemente.

Qual è il rapporto tra il teatro e la TV?

La nostra TV era conscia di essere un insegnamento per la gente, ha contribuito a togliere l’analfabetismo, ora un pochino scaduta, si fa solo intrattenimento, e vi è l’esasperazione di certi sentimenti e di certi rapporti.

Il nostro Giuseppe Facchini tra Paola Gassman e Ugo Pagliai

Ci parli del “Il segno del comando”? 

 Vi era un clima particolare, il fatto di vivere al di là della vita era qualcosa di innovativo, la sceneggiatura era importante. Mentre giravamo succedevano cose incredibili, come durante la scena della seduta spiritica quanto tutti gli animali in gabbia hanno incominciato a volare. Quando ho portato a casa il testo ho letto i copioni in una nottata, vi erano degli scrittori che hanno seguito il tema sia attraverso la strada scientifica sia quella logica normale. Era la prima volta che in TV si affrontava il tema del paranormale e tutto con un senso di ricerca e di studio, quello che ci dovrebbe essere sempre. E’ stato uno sceneggiato che è entrato nella storia della televisione italiana.

Paola, come hai vissuto il rapporto con tuo papà Vittorio e mamma Nora Ricci, anche lei attrice?

Ho vissuto quasi sempre con mia madre perché si sono separati molto presto e quindi con mio papà è nato un rapporto quando ero più grande. La mamma era molto intelligente e non ha mai mitizzato quello che era intorno a noi, ho così vissuto una vita normalissima, anche se il teatro faceva sempre parte del nostro bagaglio culturale.

Un aneddoto su papà Vittorio?

Lui soffriva di un disturbo particolare, il sonnambulismo, non a livello normale ma a livello parossistico, perché ad esempio spostava i mobili negli alberghi e faceva le recite in camera. La mamma dormiva profondamente ed ogni volta si svegliava in una camera diversa. Una volta abbiamo messo ai piedi del letto una bacinella d’acqua, cosi, messi i piedi nell’acqua, si sarebbe svegliato. Ma nel sogno lui si stava tuffando e cosi si è tuffato nella bacinella e si è fatto un bel bernoccolo. Sua madre sfruttava questo suo disturbo per fare i compiti e qualche sua commissione. 

Qual è il vostro rapporto con il Trentino?

Paola. Veniamo in Trentino con molto piacere. Conoscevo una tata di Trento che ha cresciuto una mia cugina e mi raccontava che a Trento le case erano di cioccolata e i tetti di panna montata ed io ero molto golosa.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.