La bambina e il cavallino con la stella

C’era una volta in Val di Non una bambina, Filippa detta Fili, che giocando con il cavallo a dondolo aveva sviluppato una grande passione per l’equitazione. Fosse stato per lei, non avrebbe mai smesso di cavalcare, tant’è che faceva persino merenda a cavalcioni. Tra la bambina e il cavallo di legno, insomma, si era creata una perfetta simbiosi. Il cavallo, per effetto della sua spinta, dondolava, mentre lei, grazie al dondolio, galoppava con la fantasia. 

Divenuta più grandicella, Fili trasferì la sua passione dal cavallo di legno ai cavalli della scuola di equitazione presso il Santuario di San Romedio. Da allora, quando i genitori volevano farle un regalo, lei esprimeva sempre lo stesso desiderio: un giro a cavallo. Tra un giro e l’altro, alla fine la bambina riuscì a convincere i genitori a iscriverla alla scuola. Già alla prima lezione, il maestro capì che la passione di Fili per i cavalli non era un’infatuazione passeggera e che sarebbe diventata una brava amazzone. Ne ebbe ulteriore conferma quando la bambina gli chiese di farle conoscere tutti i cavalli della scuderia. Da quel giorno, fu un crescendo. Ogni volta, Fili voleva  cambiare cavalcatura e il maestro l’accontentava. Anche se a malincuore, dovette però dirle di no quando la bambina indicò l’ultimo arrivato nella scuderia, perché era un cavallino che tirava calci. Che importa? Fili se ne era già innamorata. Aveva il manto nero e una stellina bianca in fronte, proprio come il cavallino dei suoi sogni. Ormai, al maneggio, la bambina aveva occhi solo per lui. Fu così che ebbe modo di notare che, all’uscita dai box, contrariamente agli altri cavalli che cominciavano subito a trottare, il cavallino se ne stava fermo sulla soglia a scrutare il cielo, quasi a volersi accertare di trovarsi davvero in uno spazio aperto. Riferì la cosa al maestro, e questi finalmente capì: il cavallino soffriva di claustrofobia. 

Venne così allestito apposta per lui un box speciale, molto spazioso e con uno spicchio di cielo a vista. Ebbene: tantò basto al cavallino perché cambiasse carattere. Smise di scalciare e divenne docilissimo e, manco a dirlo, amico inseparabile di Fili, la bambina cui doveva la sua rinascita.

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Pubblicato da Flora Graiff

Nata in un mondo di colori, il suo stile è caratterizzato da sfumature vivaci e personaggi espressivi, perlopiù ispirati al mondo animale. Ha perfino affermato scherzosamente che le sue idee migliori le vengono da conversazioni casuali con gatti del quartiere e cani randagi.