Educarlo, si può! Ecco come

È davvero possibile educare un gatto? Certo che si! E’ però importante creare un bel rapporto di fiducia, lavorare sempre in positivo, fare delle sedute brevi e motivanti e, cogliere l’attimo. Anche se magari non ci pensate sicuramente anche voi avete già impostato delle basi educative ai vostri gatti, loro a voi di sicuro.

Provate a immaginare il momento del pasto, come il micio sente scattare l’apertura della scatoletta nel suo orario normale, vola da voi, oppure quando vi alzate ve lo trovate che vi dà il buongiorno, già queste sono delle fasi educative sulle quali potete lavorare e che possono essere affinate magari inserendo dei termini specifici per determinate azioni. I gatti in generale hanno le capacità intellettuali per comprendere gli ordini, è da vedere se sono disposti ad eseguirli! Di certo sanno dimostrarsi molto più collaborativi se l’aiuto viene chiesto con gentilezza, un tono perentorio non vi porterà a nulla. Nella comunicazione con il gatto conta molto di più il tono della parola, esso dev’essere accattivante e cordiale, dare un senso di positività. Inoltre, se quando decidiamo d’iniziare a lavorare con l’amico felino, manteniamo una routine regolare quest’ultimo ne ricaverà un grande senso di sicurezza. Potrete insegnarli quelli che vengono definiti “comandi base” come seduto, terra, cuccia, pappa, e per questi sarete più facilitati se li confermerete nel momento in cui loro ve li presentano spontaneamente, ad esempio mentre il gatto vi osserva seduto voi esclamate dolcemente “Seduto, bravo!” e andate da lui con un boccone prelibato o facendogli semplicemente una dolce carezza.

Al contempo potreste voler raggiungere livelli più alti come chiedere di darvi la zampa, battere il cinque o fare un percorso di agility casalinga, per tutti questi altri “livelli” il gatto dovrà essere interessato e predisposto, se è goloso potreste lavorare più facilmente attirandolo con un bocconcino, se giocherellone potreste invece incentivare i giusti movimenti tramite l’uso di una bacchetta o una cordicella. Ricordate sempre la sua predisposizione etologica ovvero, un cavallo amerà saltare un ostacolo, mentre un gatto prediligerà arrampicarsi, camminare rialzato, fare lunghi balzi. Se seguite l’individualità di ogni singolo soggetto potrete ottenere risultati migliori.

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Pubblicato da Cinzia Cavagna

Amo i libri e vivo in un piccolo zoo casalingo (14 cani, 5 gatti, 1 drago barbuto, 2 geche, 1 camaleonte, 2 tarantole). Unendo l’interesse, in particolare quella per i gatti, al mio amore per lo studio negli anni ho affinato gli approfondimenti inerenti al comportamento felino, un panorama in continua evoluzione che offre studi aperti e richiede costante aggiornamento, sperando di riuscire a trasmettere un po’ della mia passione anche tra le righe degli articoli, tramite “Gatta ci cova” , vorrei aiutarvi a scoprire di più su questo affascinante animale che vive in gran parte delle nostre case!